Dialop dal papa

«Non smettete di sognare un mondo migliore». È il messaggio di papa Francesco al team del progetto di "dialogo trasversale tra marxisti e cristiani" iniziato 10 anni fa su sua sollecitazione. Le impressioni dei partecipanti all'udienza privata in Vaticano

Sono passati 10 anni da quando papa Francesco, in un’udienza privata, propose un dialogo trasversale a marxisti e cristiani, tra cui Walter Baier e Franz Kronreif. L’invito del papa è stato preso molto sul serio, con la nascita del progetto DIALOP, il cui obiettivo è sviluppare un’etica sociale trasversale condivisa.

Nella primavera 2016 si è svolto un primo simposio tra una ventina di esperti marxisti e cristiani presso l’Università Sophia di Loppiano (Figline-Incisa), seguito da una Summer school nell’isola di Syros (in Grecia) con 54 giovani partecipanti, una serie di simposi tra esperti di diversa estrazione politica e culturale, e diversi webinar e incontri in presenza dedicati a questo confronto.

I partner hanno definito con esattezza i punti in comune e le differenze. Il tutto in un clima di apertura, rispetto reciproco e interesse. La mancanza di accordo su alcuni aspetti non impedisce ai partecipanti di mostrare apprezzamento e rispetto per l’altro e per i punti di vista divergenti, di impegnarsi in modo costruttivo, di cercare e offrire alternative consensuali. Allo stesso tempo, entrambe le parti sono pronte a mettere in discussione i propri presupposti. Tutto ciò promuove il pensiero critico: ci sono differenze che possono essere risolte e altre no, almeno per il momento, ma entrambe vengono chiarite ed apertamente esposte, onde evitare malintesi (nascosti o evidenti) nel processo di dialogo.

Il risultato sono alcuni documenti (aperti) sia dal punto di vista del contenuto (Position paper), sia soprattutto del metodo (vedi sito dialop.eu). Ma soprattutto il team di Dialop è ormai una comunità affiatata, un gruppo di amici.

Per fare il punto sui risultati, è stato quindi naturale chiedere un’udienza privata con il Santo Padre, attesa da tutti con grande trepidazione. E l’attesa non è stata invano. Il papa si è intrattenuto con affabilità con i presenti, leggendo un discorso breve ma intenso: «Non tiratevi indietro, non arrendetevi, non smettete di sognare un mondo migliore. È nell’immaginazione, infatti, che intelligenza, intuizione, esperienza e memoria storica si incontrano per creare, avventurarsi e rischiare». Secondo Francesco bisogna «avere il coraggio di rompere gli schemi per aprirsi, nel dialogo, a vie nuove […] Contro gli approcci rigidi che separano, coltiviamo con cuore aperto il confronto e l’ascolto, non escludendo nessuno».

Il papa ha poi sottolineato la necessaria attenzione ai deboli, perché la misura di una civiltà si vede da come vengono trattati i più vulnerabili, e «l’impegno a contrastare la piaga della corruzione. […] Solo nell’onestà, infatti, si possono instaurare relazioni sane e cooperare alla costruzione di un avvenire migliore».

È seguito un dialogo intenso, basato soprattutto sulle attività e le iniziative in cui sono impegnati i partecipanti al progetto Dialop, col papa che ha risposto a lungo e con calore alle domande, commentando le prospettive e la situazione mondiale, incoraggiando e regalando infine ad ognuno una copia del libro Fratellino di Ibrahima Balde e Amets Arzallus Antia (Feltrinelli). Difficile da dimenticare questo momento… di famiglia.

Dopo l’incontro abbiamo raccolto alcuni brevi feedback a caldo dai partecipanti.

Katarina Anastasiou (partito comunista austriaco e Transform!Europe): «Sono impressionata dal calore con cui il papa ci ha accolti e anche dal suo umorismo. Il papa ha approvato il programma con cui la Svezia ha accolto i migranti negli anni delle dittature in Sud America, con le 4 fasi di accettarli, accoglierli, promuoverli e integrarli».

José Manuel Pureza (università di Coimbra): «L’incontro col papa è importate perché lo sforzo che stiamo facendo come Dialop nel dialogo tra marxisti e cristiani deve essere ben conosciuto all’interno della Chiesa Cattolica. Il papa ha sottolineato la “poesia sociale”, cioè la capacità di rompere gli schemi e mettere in atto politiche innovative».

Franz Kronreif (co-iniziatore del progetto Dialop): «Abbiamo presentato al papa una iniziativa congiunta che dovrebbe partire in autunno, Trattiamo la pace, per ricostruire società pacifiche. Quando il papa dieci anni fa ci spiegò che nessuna forza da sola, neanche la Chiesa cattolica, è capace di far fronte alle sfide di oggi, non avrei mai pensato che avremmo fatto tutti questi progressi nell’agire insieme».

Walter Baier (presidente del Partito della Sinistra europea e co-iniziatore di Dialop): «Dialogare significa soprattutto ascoltare e cercare di vedere le cose con gli occhi degli altri. L’esperienza di Dialop mi ha cambiato: nelle decisioni e nei colloqui, ora cerco sempre di chiedermi se quello che faccio è guidato dall’amore. Ma Dialop mi aiuta anche nel mio lavoro attuale, perché la Sinistra europea è molto variegata e c’è bisogno di imparare ad ascoltarci. Difendere la causa dei migranti, l’ecologia, la pace sono temi dentro la nostra agenda, quindi ogni passo che facciamo come Dialop è anche parte della mia responsabilità politica. Dialop può diventare l’hub di un grande movimento pacifista europeo».

Michael Löwy (filosofo marxista): «Nei documenti prodotti da Dialop, per la prima volta la sinistra marxista europea e i membri della Chiesa si mettono d’accordo su qualche elemento fondamentale. Ci sono divergenze, è chiaro, ma c’è anche accordo. È un passo importante. Adesso bisogna portare questo dialogo nelle pubblicazioni, nei seminari, ai giovani, ecc. come parte di un processo culturale. Domani inizia un convegno a Loppiano su un aspetto centrale di oggi: il cambiamento climatico e la difesa della casa comune, con contributi e punti di vista diversi tra marxisti e cristiani».

Micha Brie (università di Berlino, comitato scientifico Rosa Luxembourg foundation): «Volevamo fare incontrare l’ideologia marxista con il Cristianesimo. Quello che ci ha unito è stato uno sguardo critico, da entrambe le parti, sulle nostre storie. Il documento che abbiamo prodotto è solo l’inizio: nell’udienza di oggi il papa ha sottolineato i valori che abbiamo in comune, che sono quelli più fondamentali e profondi dell’umanità».

Petra Steinmair-Pösel (Etica sociale, Istituto Edith Stein Innsbruck): «Mi ha fatto impressione vedere quante differenze ci sono tra i marxisti, così come tra i cattolici, ma anche quante cose ci uniscono, per esempio nella cura dei beni comuni. A volte usiamo parole e concetti diversi per indicare gli stessi temi, per cui abbiamo usato il metodo del consenso differenziato e del dissenso qualificato [vedi documento sul sito]. Ci sono differenze che non possiamo superare (per esempio la trascendenza che garantisce ai Cristiani una speranza finale), ma sono stupita di quanto sia importante la spiritualità anche per persone della Sinistra. Il mondo oggi è segmentato, ognuno vive nella sua bolla: Dialop può essere un modello per altri pezzi di società e anche un percorso (di speranza e di metodo) da lasciare alle nuove generazioni».

Cornelia Hildebrandt (filosofa, copresidente rete Transform!Europe): «Ci sono guerre in corso, per cui abbiamo bisogno di una enorme alleanza per la pace. Servono persone autentiche. È un dovere per chi è di sinistra rimanere in dialogo con persone di tutti i credi e le convinzioni. Lavoro da dieci anni con i miei “amici” cattolici: quello che importa non è il background di ognuno quanto, da differenti posizioni, puntare al futuro, cercare la pace, far crescere la democrazia. Importante è continuare a lavorare insieme in questo dialogo, per lo stesso obiettivo, pur conoscendo bene le differenze tra di noi, per esempio nel campo dell’aborto o del ruolo della donna o la grande questione del credere in Dio. Ma questa è l’identità del nostro progetto: se non ci sono differenze Dialop non serve. La domanda centrale quindi è: in che modo possiamo gestire le differenze? Vogliamo cercare insieme strade per la pace e affermare la “cultura del dialogo”: senza ignorare le differenze, siamo amici e possiamo lavorare bene insieme. Aspetto con ansia la prossima Summer school».

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