Dialogo in politica, un esperimento
Se c’è un tema potenzialmente divisivo nel confronto quotidiano, calcio a parte, questo è la politica. Tanto più che i social amplificando l’effetto polarizzazione, creano la sensazione di distanze incolmabili fra le diverse agende politiche.
Eppure da diverso tempo la filosofia e la scienza politica, da Jurgen Habermas fino ai pensatori italiani come Luigi Bobbio, propongono modalità di confronto costruttivo fra cittadini, che vanno sotto il nome di democrazia deliberativa.
Con l’avvicinarsi degli appuntamenti elettorali, e uno molto rilevante sarà a maggio con le elezioni europee, si moltiplicano gli eventi di confronto fra cittadini e candidati in dibattiti aperti, solitamente moderati da qualche giornalista. Tuttavia raramente si mettono a confronto cittadini comuni senza la mediazione di facilitatori, esperti o politici di parte.
Nelle stesse comunità civili e religiose, ma anche in molte famiglie (la storia del cinema è piena di questo genere di episodi) vi è una certa ritrosia a parlare di politica proprio per il timore che gli animi si scaldino e si creino lacerazioni di rapporti.
Sfidando rischi e timori comprensibili, un gruppo di oltre 300 persone del Movimento dei Focolari del Veneto, riunite per un convegno di approfondimento, hanno deciso di prendere sul serio il valore del dialogo in politica.
Divisi in piccoli gruppi, di una quindicina di partecipanti combinati a caso, hanno confrontato le proprie scelte in vista dell’appuntamento di maggio. Sono state definite poche semplici regole: tempo a disposizione per ciascuno (con un partecipante scelto liberamente dal gruppo a fare da cronometro), dichiarazione della propria opzione (inclusi indecisi e astenuti) portando tre ragioni/argomenti positivi a sostegno e come dono agli altri, ascolto rispettoso di ciascun punto di vista prendendo sul serio gli argomenti altrui. Nel caso specifico gli argomenti riguardavano la costruzione del progetto europeo cui la propria parte politica può contribuire.
A parte pochi gruppi problematici, in cui il confronto è stato disturbato da qualche partecipante poco allenato alla diversità di opinioni, l’esperienza si è dimostrata particolarmente coinvolgente e fruttuosa. Molti hanno espresso il desiderio di poterla ripetere in altre occasioni. Paradossalmente i partecipanti più soddisfatti sono stati quelli di gruppi con la massima varietà di opinioni politiche, mentre meno soddisfatti sono apparsi i partecipanti di gruppi omogenei per appartenenza partitica.
Queste opportunità, certamente insieme ad altre come i citati dibattiti con diversi candidati o incontri con esperti, consentono a ciascuno di chiarire le priorità della propria agenda politica, che poi necessariamente dovrà incrociare le diverse offerte politiche, di contenitori e di candidati.
A questo proposito sono stati forniti ai partecipanti anche strumenti di uso individuale. Tra tutti, un servizio offerto dall’Associazione “Riparte il futuro”, esperienza nata nel 2013, con il supporto di Libera e Gruppo Abele, per sviluppare iniziative di lotta alla corruzione in Italia e all’estero: è il portale https://yourvotematters.eu/it/ che permette di mettere a confronto le proprie opinioni con quelle degli attuali deputati candidati alle elezioni europee, offrendo ai cittadini la chance di consultare e decidere di votare le varie proposte in maniera più consapevole e informata.
L’esperimento mostra che, a certe condizioni, non solo la politica non divide ma addirittura rafforza le relazioni arricchendo le proprie posizioni, costringendo ad approfondirle e sostanziarle in modo serio.
Conferma anche che gli algoritmi della rete, che ci spingono spesso nelle “camere dell’eco” fra persone con le stesse opinioni, siano un meccanismo di impoverimento della nostra umanità che invece cresce e si nutre di diversità: e in questo caso si può ben dire che “reale batte virtuale”.
Parafrasando l’economista Sen, non solo la democrazia si impara con l’uso ma anche l’arte del dialogo e della discussione, che ne è l’essenza profonda.