Dialogo in politica: impossibile?

Anticipiamo il Punto del direttore che uscirà sul numero di luglio della rivista Città Nuova: «Da parte nostra riteniamo che intervenire sui temi scottanti, come quelli che hanno a che fare con i diritti umani e la persona, sia un compito al quale non possiamo sottrarci e su questo, quando serve, promettiamo battaglia»
comizio politico ANSA/FILIPPO PRUCCOLI

«Mi scuso con tutti voi per i toni che, in qualche momento, sono stato costretto ad usare. Toni che non fanno parte del mio stile di vita, ma ai quali ho dovuto far ricorso per difendermi dagli attacchi, a volte anche personali, degli altri candidati sindaci».

A ridosso delle amministrative del 10 giugno scorso, mi trovavo in un paesino della Sicilia, 11 mila abitanti, impegnato nelle consultazioni per eleggere il nuovo sindaco. Tre le liste in pista e un intenso dibattito pubblico (con comizi molto partecipati). Quella riportata è l’espressione di uno dei tre candidati (di una lista civica), poi divenuto sindaco della cittadina. «Non avevo pensato a una campagna elettorale fatta in questo modo – continuava –. Avrei preferito di gran lunga che potessimo confrontarci apertamente, ma serenamente, sui temi importanti e urgenti per la nostra città, ma così non è stato e mi dispiace se anch’io ho offeso qualcuno».

Mi hanno fatto pensare queste frasi, anche perché il contenuto potrebbe essere riferito ad altre città d’Italia e, più in generale, a tutto il nostro Paese che ha vissuto gli ultimi mesi all’insegna di una campagna elettorale permanente che certo non ha brillato né per attenzione ai problemi reali, né per capacità di dialogo.

Un clima esacerbato, lacerante, divisivo che ha caratterizzato la nostra classe politica e che ci ha messo tutti in difficoltà, come cittadini e anche, nel caso nostro, come comunicatori.

A pag. 95 riportiamo qualche esempio di come i nostri lettori, appartenenti a tutti gli schieramenti presenti nell’odierno panorama politico, hanno vissuto e stanno vivendo con noi questo periodo difficile per l’Italia. Commenti che ci incoraggiano a proseguire sulla difficile via del dialogo come metodo, anche se a volte sembra una missione impossibile.

Dobbiamo ammettere che questa è una sfida anche per noi in redazione (abbiamo idee diverse) e con i nostri notisti politici. Non è stato e non è semplice accompagnare con equilibrio la fase politica che stiamo vivendo: l’equidistanza e il politicamente corretto, infatti, non sono gli atteggiamenti che ci guidano nelle analisi che quotidianamente pubblichiamo sul sito (www.cittanuova.it). Tanti avranno notato che, insieme a editoriali e articoli che esprimono la linea della testata, abbiamo dato spazio a diversi contributi che recano l’occhiello “opinioni”. Ci sembra importante, infatti, che Città Nuova sia uno spazio di dialogo tra pareri diversi e anche contrapposti. A tutti, anche a chi gli articoli li commenta, poniamo un’unica condizione: rispettare la persona, qualunque idea essa abbia e a qualsiasi formazione politica appartenga.

Da parte nostra riteniamo che intervenire sui temi scottanti, come quelli che hanno a che fare con i diritti umani e la persona, sia un compito al quale non possiamo sottrarci e su questo, quando serve, promettiamo battaglia. Ma lo faremo senza strillare, cercando l’approfondimento e le argomentazioni, per dare ragione di quello che diciamo. Uno sforzo comune per la rivista e per il sito e che chiediamo anche ai nostri lettori.

 

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