Dialogo fra gli artisti
Che c’entra, potrebbe dire qualcuno, il giovanile Battesimo di Cristo di Tiziano con gli affreschi della Passione da poco riscoperti nella cripta del duomo senese?
C’entra eccome, invece. Perché l’arte, pur nella molteplicità delle espressioni e delle vie, è fondamentalmente unitaria: uno è il suo spirito che poi si esprime nella diversità delle manifestazioni individuali. Logico quindi che il dialogo anche fra secoli diversi sia presente. Noi oggi osserviamo la tela di Tiziano, uscita per la prima volta dai romani Musei Capitolini, che è una “sacra rappresentazione” laica, perché laico – non laicista – è lo spirito del pittore. Inscena il racconto dentro una natura ancora giorgionesca, invasa da una luce calda che fa vibrare i panneggi, modella carni morbide con sensualità e si ferma a delineare i volti dei protagonisti, autentici ritratti di amici o modelli, insieme al committente inginocchiato. Quadro dipinto dunque per la devozione privata, esso contiene quella rivisitazione del soggetto sacro profondamente umanizzata ma non realistica, per quanto possa sembrare il contrario. Perché volti e paesaggio sono idealizzazioni della realtà, ma così assorbiti dalla forza suadente del colore e della luce che li rendono presenti e vivi. E questo fa parte della genialità di Tiziano.
Nello stesso ambiente, sfilano gli affreschi medievali delle scene sacre, di un azzurro così intenso da sbalordire. Teorie di santi, scene di gloria e di dolore. Trasportano in una visione dall’alto della storia, cui allude appunto la lucentezza cromatica, la sublimazione delle fisionomie, l’eleganza di movimenti sempre controllati: la storia sacra contemplata come visione. Ma tutto vero?
Forse questi affreschi rappresentano la risposta all’arte aggressiva, formidabile di Tiziano. Sono umili, narrano senza voler stupire e senza voler esser protagonisti a ogni costo. Hanno luci piene di amore, ricordano cieli azzurri estivi reali, sentimenti che non rappresentano un teatro seppur sacro ma il sentimento vero della vita, quando si piange o si gioisce.
Sembra un’arte bizantineggiante, quindi astratta, ma a ben guardare, la sinfonia espressiva è così autentica, rimanda così tanto a quanto si vive nella vita quotidiana da parte delle persone umili, che il ciclo è la risposta – il controcanto esatto – all’epos tizianesco. Così che le due opere formano una stupenda “concordia oppositorum”: sono espressioni diverse, ma che si corrispondono come in una polifonia, dell’unica visione dell’arte come vita. E il battesimo non è forse l’acqua della Vita?
“Ex aqua et spiritu. Siena accoglie Tiziano”; Siena, cripta sotto il duomo. Fino al 31/8