Destinazione vacanze, mete e itinerari nel Sud Italia

Riprende il nostro viaggio alla volta degli orizzonti e delle magie paesaggistiche e sonore di Sardegna e Sicilia, poi nel profondo Sud Italia alla scoperta di un sorprendente passaggio fatto di stradine, ciclovie e “spiagge da amare”.
Polignano a Mare, Puglia. Foto: Michele Zasa

Dopo una prima tappa a Nord e Centro Italia, la nostra vacanza prosegue con due traversate, la Civitavecchia – Arbatax e la Cagliari – Palermo. A guidarci nella navigazione è l’Orsa Minore, che ci indica la rotta verso porti antichi e posti selvaggi e incontaminati. Sentieri poco battuti ma spettacolari, ci metteranno alla prova e le mete raggiunte, di nicchia e uniche al mondo, renderanno la nostra estate indimenticabile e, anche in questa seconda tappa, deliziata da cibi e vini locali.

Sulle rotte dei Fenici: Arbatax – Palermo
Salpiamo da Civitavecchia dove, aspettando il fresco della sera, ci imbarchiamo per Arbatax alla volta della Sardegna Centro-Orientale. Vi arriveremo dopo circa 9 ore di navigazione sui traghetti di linea.

L’Ogliastra fantastica e selvaggia ci lascia passare e il suggestivo borgo di Tortolì, ci accoglie con le sue scogliere e sabbie bianche. Ad Arbatax ci tuffiamo nelle onde cristalline mentre le millenarie rocce in porfido rosso fanno sfoggio di sé sotto lo sguardo del Faro di Capo Bellavista. Nel frattempo dalla vicina Barbagia, il cuore profondo della Sardegna, sospinti dalle vette frizzanti del Gennargentu giungono a noi i suoni del Canto a tenore, la polifonia vocale sarda divenuta patrimonio “immortale” dell’Unesco.

Ed ora equipaggiatevi bene: scarpe e outfit da trekking, si scende nelle viscere della terra. È un fantastico viaggio alla Jules Verne nelle grotte di Su Marmuri, stalattiti e stalagmiti grandi come cattedrali… il resto lo scoprirete andandoci!

Imperdibile è la Sardegna più tipicamente nuragica dove c’è il sito archeologico di Su Nuraxi di Barumini, gli straordinari nuraghi preistorici, attorniati dal Parco della Giara e delle sue imponenti querce da sughero.

È ora di pranzo e di un bel piatto di Culurgiones, a base di patate formaggio e mentina, sorseggiano un calice dell’antico vitigno di Cagnulari. Salutiamo la Sardegna con una passeggiata classica all’ombra degli eleganti portici di Cagliari, tra reminiscenze architettoniche aragonesi e sabaude.

Riprendiamo la via del mare, sulle rotte dei Fenici. Dopo circa 10 ore di traversata del Tirreno, approdiamo a Palermo, non prima di aver scorto nel cielo notturno l’Orsa Minore che ci restituisce tutto il fascino e la sensazione invincibile dell’avventura. Eccoci a “Zyz” che nella lingua fenicia vuol dire “fiore”. È cosi che gli antichi libanesi chiamarono Palermo. Una città multietnica che ci cattura con i suoi stili ora arabeggianti ora neoclassici, e c’incanta con i suoi affreschi bizantini, prima di “finire” piacevolmente rapiti dal vociare di Ballarò e dalla pulsante vita mercantile palermitana.

L’accogliente grembo della Conca d’Oro ci coccola finché, doppiato Capo Zafferano, una brezza marina ci accarezza e diletta con i suoi panorami costieri. Un tuffo però lo facciamo anche nell’archeologia di Solunto, lì dove i Fenici si rifugiarono all’arrivo dei Greci. E poi c’è Bagheria con i suoi pescherecci ondeggianti, il profumo di verdello e le ville barocche ombreggiate dagli oleandri. Sembra di essere in un film di Peppuccio Tornatore. Ce lo andiamo a rivedere, mentre gustiamo una bella fetta di Sfincione e un bicchiere di Nero d’Avola.

La costa nord occidentale ci svela Cefalù, il suo borgo arabeggiante e l’imponente duomo in stile romanico-normanno. Incontriamo altre spiagge e orizzonti incantati fino a Messina. Qui, sotto lo sguardo rinascimentale della Fontana di Orione, assaporiamo un tipico cannolo siciliano e sorseggiamo un flûte di Donnafugata brut aspettando, alle 12 in punto, lo spettacolo con cui l’orologio meccanico e astronomico più grande al mondo, ci ricorda che è scoccata l’ora di tornare in “continente”.

Polignano a Mare, Puglia. Foto: Michele Zasa

Passaggio a Sud: le “spiagge da amare”
Approdiamo nella pittoresca città di Scilla, in Calabria, per visitare il Castello Ruffo, la piccola fortezza dell’XI secolo, poi ci concediamo un po’ di relax sulla spiaggia delle Sirene. È iniziato l’avvincente passaggio a Sud, percorriamo la punta dello “Stivale” dal Tirreno fino all’apparire dello Ionio.

È d’obbligo una puntina a Pentidattilo dove sfuggiamo alla ciclopica mano rocciosa che cerca di afferrarci e troviamo una via d’uscita dal Castello delle Trecento Porte prima che la profezia si avveri! Fuggiti ma ancora palpitanti per l’avvincente avventura vissuta, raggiungiamo la stazione ferroviaria di Melito di Porto Salvo dove saliamo al volo sul treno che ci fa proseguire il nostro viaggio di risalita della penisola.

È un treno che grazie al programma estivo delle FS detto “Spiagge da amare” ci consentirà di saltar giù in quei borghi caratteristici le cui stazioncine, posizionate lungo il percorso Reggio Calabria – Catanzaro, sono tutte a distanza pedonabile dalle spiagge.

Prossima fermata il “Borgo dei gelsomini”. Leggiamo in treno le pagine di Cesare Pavese che proprio qui a Brancaleone, fu esiliato nel 1935. Il romanzo La bella estate ci illumina: «Perché – scrive Pavese – vuoi sprecare l’estate? Non puoi dormire con un occhio solo?». Messaggio ricevuto. Il nostro viaggio riprende con la voglia di vivere fino in fondo la nostra estate.

Visitiamo tutta d’un fiato Roccella Ionica dove resiste indomita la trecentesca Torre di Pizzofalcone, un tempo vedetta dei pirati, oggi panorama alla cui vista gustiamo una sardella spalmata sul pane di Cutro e un bicchiere di fresco Gaglioppo!

A Catanzaro si scende e si ammira la cattedrale normanna di Santa Maria Assunta. Il resto è un viaggio costiero senza fine sulle spiagge della Magna Grecia lucana fino ai siti archeologici di Policoro e Metaponto.

Poi, è subito Puglia. Ancora un suggestivo passaggio a sud, dallo Ionio, sostando a Grottaglie città delle ceramiche, Ceglie Messapica dalle stradine fatte di chianchette, fino ad arrivare all’Adriatico. Qui sorge Ostuni che sembra dipinta con pennellate di calce bianca e tocchi qua e là di elegante barocco.

Ammaliati dallo stile leccese, ci mettiamo a tavola per una tiella di riso patate e cozze, assaporando un bicchiere di Salice Salentino. Ma è una cittadella incastonata tra mura medievali, chiesette barocche e scogliere millenarie, la prescelta per salutare in bellezza le nostre vacanze.

È Polignano a Mare, lì dove il cielo diventa mare e la voce struggente di Domenico Modugno canta solo per noi: Nel blu, dipinto di blu!

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