Il deserto diventerà un giardino

Il messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2019, festa della chiamata dell’essere umano ad una nuova generazione

Entrare nel deserto per trasformarlo nel giardino della comunione con Dio. Attraversare il deserto del peccato, delle molteplici manifestazioni del potere, dell’egoismo, per camminare verso la Pasqua, “festa della chiamata dell’uomo a una nuova generazione”. Questo il cuore del Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2019, che ha come titolo «L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8,19). A presentarlo, nella Sala Stampa vaticana, il Card. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Mons. Muñoz, Sottosegretario del medesimo Dicastero; il Dott. Alberto Piatti, Executive Vice President – Impresa Responsabile e Sostenibile di Eni.

            «Se non siamo protesi continuamente verso la Pasqua, verso l’orizzonte della Risurrezione, è chiaro che la logica del tutto e subito, dell’avere sempre di più finisce per imporsi», avverte il papa. Il peccato è una forza distruttrice, che può essere sconfitta solo dalla forza risanatrice del pentimento e del perdono. «Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell’uomo (cf. Mc 7,20-23) – e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio – porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato».

«L’essere umano è una parte interconnessa e interdipendente del mondo così creato», ricorda più volte il card. Turkson nel corso del suo intervento. «Nella Dottrina Sociale della Chiesa la classica espressione dello “sviluppo autentico e integrale” è radicata in una relazione antropologica nonché in una interconnessione con tutte le cose. La persona umana perciò non è il centro auto-referenziale della creazione» e quando l’uomo si sente padrone di tutto, distrugge se stesso, il prossimo e l’armonia del creato. Le azioni dell’uomo hanno effetti sul destino della creazione: l’eccessiva ricerca della ricchezza è causa di numerosi disastri naturali. La redenzione e la liberazione dell’umanità dal peccato esprimono la redenzione della creazione da tutti i mali di cui soffre a causa del peccato dell’umanità. Occorre, perciò, cercare di entrare in questa grazia della rinascita e della rigenerazione.

È necessaria una conversione del cuore per vivere in armonia con il creato. In un mondo in cui convivono grandi disuguaglianze e gravi problemi ambientali, l’uomo può «rinchiudersi nell’egoismo del proprio istante terreno o rimettersi in cammino cercando di rivendicare questo significato dell’esistenza», dice il dott. Alberto Piatti. In questo momento, ricomporre la comunione con la legge naturale del cuore e legge di Dio è il percorso che ciascuno è invitato a fare. Non può esserci distonia con la legge del cuore: bisogna rifiutare la “logica del tutto e subito che non tiene conto di chi ci ha preceduto e di chi ci succederà”, spiega Piatti, ricordando che solo il 17% della popolazione del pianeta – che coincide circa con l’area dei Paesi dell’Ocse – ha un livello di benessere come il nostro, mentre il restante l’83% vive in condizioni completamente diverse. Senza tenere conto che 8 persone nel mondo amministrano un patrimonio pari a metà di quello degli abitanti dell’intero pianeta.

Tuttavia, «se l’uomo vive da figlio di Dio, se vive da persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo (cf. Rm 8,14) e sa riconoscere e mettere in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione», si legge nel Messaggio del Papa. Tutto il creato ha bisogno che si rivelino i figli di Dio, perché «con la loro manifestazione anche il creato stesso può “fare pasqua”: aprirsi ai cieli nuovi e alla terra nuova».

La Quaresima è segno sacramentale di questa conversione e invita ogni uomo e ogni donna a incarnare più intensamente il mistero pasquale nella vita personale, familiare e sociale, vivendo i tre segni: il digiuno, la preghiera e l’elemosina.

Digiunare, per imparare a cambiare atteggiamento nei confronti gli altri e delle creature; pregare per saper rinunciare “all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia”. Fare elemosina per sfuggire alla tentazione di “vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene”.

L’augurio per questo tempo di Quaresima è, quindi, di riuscire a percorrere un cammino «per portare la speranza di Cristo anche alla creazione, che ”sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8,21)».

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