Democrazia e pace, ripartire da Giorgio La Pira e Aldo Moro
Papa Francesco, il 7 luglio 2024 a Trieste, nel discorso pronunciato a conclusione della 50ª Settimana sociale dei Cattolici in Italia (“Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”), cita, tra l’altro, le figure di due politici italiani: Giorgio La Pira e Aldo Moro.
A proposito di Moro ricorda un memorabile intervento del 13 marzo 1947 in Assemblea costituente: «Uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità».
Quindi i valori alla base dell’impegno politico, che rappresentano la struttura portante della vocazione che dovrebbe animare il lavoro di quanti si occupano del bene comune e della “cosa pubblica”.
Riferendosi a La Pira, il papa rammenta che egli «aveva pensato al protagonismo delle città, che non hanno il potere di fare le guerre ma che ad esse pagano il prezzo più alto. Così immaginava un sistema di “ponti” tra le città del mondo per creare occasioni di unità e di dialogo». È un cenno piuttosto evidente alle scelte che ogni politico è chiamato a compiere: su cosa concentro il mio impegno e la mia attenzione? La vocazione politica è fatta di ascolto, di studio, ma soprattutto di un lavoro di tessitura che richiede un impegno quotidiano all’insegna del dialogo umile e determinato tra le molte voci che compongono la convivenza all’interno di una società complessa e plurale».
Papa Francesco, infine, lancia un’esortazione: «Sull’esempio di La Pira, non manchi al laicato cattolico italiano questa capacità di “organizzare la speranza”. Questo è un compito vostro, di organizzare. Organizzare anche la pace e i progetti di buona politica che possono nascere dal basso. Perché non rilanciare, sostenere e moltiplicare gli sforzi per una formazione sociale e politica che parta dai giovani? Perché non condividere la ricchezza dell’insegnamento sociale della Chiesa? Possiamo prevedere luoghi di confronto e di dialogo e favorire sinergie per il bene comune».
Proprio a partire da questa sollecitazione nasce l’idea di un corso promosso dall’Istituto Universitario Sophia con umiltà e nello spazio consentito dalle ore che verranno dedicate all’approfondimento delle due figure. L’idea è quella di offrire, con un’attenzione alle fonti storiche e ai valori connessi all’impegno politico, uno spazio di formazione sociale e politica rivolta ai giovani e agli adulti, e che ha come riferimento il «pensiero» e l’«azione» per «il bene comune e la pace» di La Pira e Moro, che si ritiene conservino un’attualità importante anche per l’oggi.
Giorgio La Pira (1904-1977)
L’originalità di Giorgio La Pira risiede, si passi il termine, in una “visione profetica” capace di coniugare politica ed impegno sociale con le profonde scelte individuali (inclusa la fede) e comunitarie, in un periodo storico segnato da grandi divisioni e trasformazioni. Le sue idee e il suo esempio continuano a offrire spunti di riflessione su temi cruciali del nostro tempo: la politica come un atto di servizio per la costruzione del bene comune e per la promozione della dignità umana; il dialogo e la cooperazione come strumenti per superare i conflitti internazionali, spendendosi in prima persona con viaggi e un impegno diplomatico quotidiano; il lavoro come un diritto fondamentale e un mezzo per realizzare la dignità della persona (in certo qual modo anticipando il dibattito contemporaneo sull’importanza di politiche economiche che mettano al centro le persone piuttosto che il profitto); l’impegno per il dialogo ecumenico e interreligioso, con la sua capacità di trovare punti di contatto tra diverse tradizioni confessionali, religiose e culturali, offrendo ancora oggi un esempio di come costruire ponti in un mondo globalizzato e plurale; una sensibilità verso lo spirituale e la dimensione della fede, nella declinazione cattolica, che egli non vedeva mai disgiunta dall’impegno concreto per i più deboli.
La Pira ha dimostrato che spiritualità e azione sociale possono e devono andare di pari passo, un messaggio ancora potente in un’epoca di crescenti diseguaglianze e di apparente disinteresse verso le condizioni dei cosiddetti “ultimi”.
Aldo Moro (1916-1978)
I 61 anni della vita di Aldo Moro – e non solo gli ultimi tragici 55 giorni, per cui lo statista è spesso ricordato – sono molto intensi e significativi: negli anni dell’adolescenza vissuta a Taranto – mentre in Italia si sviluppa la dittatura fascista – invita i giovani dell’Azione cattolica a dare il «bell’esempio»; nei primi mesi della seconda guerra mondiale, da presidente nazionale della FUCI, invita gli universitari al «raccoglimento» e a svolgere una «preghiera umile e ardente per la pace»; da giovane docente universitario di Filosofia del diritto, presso la Regia Università di Bari «Benito Mussolini», insegna i «diritti della persona» e ricorda ai suoi studenti che «ogni persona è un universo»; la sua figura di uomo di Stato emerge già alla fine della seconda guerra mondiale, quando nel 1946 viene eletto all’Assemblea Costituente, come rappresentante della Dc, ed entra a far parte della Commissione dei Settantacinque che ha il compito di redigere il testo costituzionale; da antifascista, democratico e cattolico il suo ruolo appare fondamentale nella definizione di quei principi che innervano la nostra Costituzione per costruire e ri-costruire, sulla base dei valori di libertà, giustizia e solidarietà, il tessuto morale e civile del Paese e dei suoi abitanti, lacerato dalla dittatura fascista e dall’atroce conflitto mondiale; negli anni successivi, ricopre molteplici incarichi governativi (è ministro di Grazia e Giustizia, della Pubblica Istruzione, degli Esteri) ed è Presidente del Consiglio dei ministri nel periodo del centro-sinistra “organico” (1963-1968) – durante il quale inaugura una grande stagione di riforme sociali – e negli anni dei governi di solidarietà nazionale (1976-1978).
Pensiero e azione
«Dalla testimonianza di personalità come Aldo Moro ci giungono, con forza, suggestioni importanti e lezioni che fanno riflettere»: sono le parole pronunciate il 23 settembre 2016 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per il centenario della nascita dello statista pugliese.
Attraverso la vita, il pensiero e l’azione sociale e politica di Giorgio La Pira (1904-1977) e Aldo Moro (1916-1978), è possibile ripercorre il loro contributo alla costruzione e allo sviluppo della democrazia e della pace, non solo in Italia, ma nel più ampio contesto europeo e internazionale.
Con opportuni inquadramenti nella storia italiana del secolo scorso è possibile approfondire le principali categorie del loro pensiero e della loro azione in ambito politico e giuridico. Si tratta di una lettura che continua ad offrire, anche per i tempi che viviamo, utili indicazioni per quanti pensano in maniera non superficiale e per coloro che cercano spunti interessanti nel dedicare spazi e tempo alla costruzione dei luoghi e delle relazioni che siamo chiamati ad abitare insieme.
È questo il metodo proposto dall’’istituto universitario Sophia di Loppiano (Firenze) del corso “Giorgio La Pira, Aldo Moro. Pensiero e azione per il bene comune e la pace” offerto sulla piattaforma Sophia Web Academy, quindi on line, dal 21 marzo e il 30 maggio 2025.
Per info e iscrizioni (entro il 3 marzo 2025):
https://swa.sophiauniversity.org/corso-aldo-moro-e-giorgio-la-pira/
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