Dedicato a tutti i soli

In un attimo di tregua, e di concentrazione, rileggo tante cose sulla solitudine, scritte e rimaste lì: credo siano attuali sempre…
solo

Dedicato:

a chi si alza la mattina e si parla, e si racconta un sogno, una tristezza, una preoccupazione

a chi trova intorno muri di solitudine e di dolore inscalfibile e si parla dentro magari pregando per coloro che sfogano il proprio dolore sulle persone vicine

a chi si cucina per tre giorni, così fa prima e scalda tutto al microonde

a chi pranza da solo e fa un brindisi con sé stesso con un bicchiere di buon vino locale

a chi si lava i piatti in una frazione di secondo, che erano così pochi!

a chi si prepara un ottimo caffè espresso, amaro e doppio, magari con un pezzetto di cioccolato fondente ancor più amaro

a chi andando al lavoro recita il Rosario da solo svolgendo entrambi i ruoli

a chi fa spesa sempre per uno, pur prevedendo che potrebbe capitare qualche gradito ospite

a chi fa la lavatrice non tanto spesso (vedi i piatti da lavare!)

a chi non ha televisione e vive molto meglio

a chi si racconta della giornata dinanzi allo specchio, lavandosi i denti, sempre cercando un bilancio positivo

a chi si addormenta la notte solo, in un letto matrimoniale sotto-utilizzato

a chi dorme con la sana incoscienza dei figli di Dio

 

Ma soprattutto dedicato:

a chi è solo che più solo non si può, che magari sopravvive inabissandosi in continue banali distrazioni – e riesce persino a non dare nell’occhio

a chi ha raggiunto il fondo, gli ultimi confini, e sotto il peso del vissuto non ritrova la strada di sé, della propria esistenza vera

a chi ha un mondo interiore – ricchissimo se frutto di solitario dolore – da esternare, da dare, e non sa a chi dire, e non sa come dare.

 

A volte ho la sensazione netta dell’immortalità nel presente.

 

(dal blog in… separabili)

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