Ddl Zan: facciamo chiarezza

Nel disegno di legge in discussione al Senato ci sono elementi positivi ed altri negativi
Alessandro Zan (AP Photo/Luca Bruno)

È iniziata alle 16,30 di martedì 13 luglio la discussione in Senato del disegno di legge Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, più noto, anzi notissimo come “DDL Zan”.

Il disegno di legge fu approvato alla Camera il 4 novembre 2020 ed ora è al Senato per il voto che si presume definitivo. Il dibattito è accesissimo, ha toni spesso amari e dolorosi in un vero clima di crociata e secondo molti non c’è margine di discussione e di mediazione; per Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno “sarà il Vietnam“, per lo scontro che ci si attende fra ostruzionismo, raffiche di emendamenti da parte dei contrari, voti segreti e “colpi bassi” d’ogni tipo.

Su queste pagine Michele Zanzucchi notava il 26 giugno scorso che: «la materia è scivolosissima, comunque parli sbagli», ed è verissimo. Ma bisogna far chiarezza e pochi ci aiutano a farla: gli omosessuali e le altre categorie sono persone con diversa affettività e a loro vanno riconosciuti i diritti umani e tutto il rispetto dovuto a qualsiasi altro cittadino. Ma l’LGBT è ben altra cosa; non è la semplice categoria delle persone di altro orientamento sessuale ma una lobby, un gruppo di pressione politica; se non teniamo conto di questo non possiamo inquadrare bene il problema.

Non ci sarebbe niente di male nel fatto che un problema sia sostenuto da un gruppo di pressione politica. l’LGBT però è una lobby agguerrita, da molti ritenuta illiberale, poco rispettosa dei diritti e delle opinioni di chi la pensa in altro modo. Ed è qui il problema. Nelle sue battaglie l’LGBT dichiara, nei fatti, poco interesse se non addirittura contrarietà alla pluralità ed alla libertà di pensiero. Qualcuno, in proposito ha sostenuto che l’LGBT tenderebbe ad imporre una “religione di stato” che opprime tutto ciò che contrasta con la “gender-verità”…

E se vi sembrasse strano pensate che, talvolta, vittime di duri assalti dell’LGBT sono gli stessi omosessuali che osano dissociarsi dalle opinioni e dalle idee della lobby del “gender pensiero”.

E siamo dunque al punto da chiarire: pochi spiegano che il DDL Zan contiene opportune istanze a sostegno della dignità e dei diritti civili degli omosessuali ed, insieme, elementi ideologici contro la libertà di opinione. Tali elementi paiono a molti inaccettabili perché ispirati ad intolleranza; si tratterebbe paradossalmente, a nostro avviso, della stessa intolleranza, anche se di segno opposto, per la quale si biasimano gli atteggiamenti di persecuzione omofobica.

Mi pare dunque che il DDL Zan assembli insieme cose positive e negative: c’è del buono e del cattivo. È questo che rende imbarazzante un giudizio globale sul DDL oggi in discussione al Senato. Ecco perché il giudizio è discorde, divide, separa; ma pochi sembrano chiarire il perché.

Sarebbe un peccato se la discussione in Senato di una legge su temi tanto importanti si risolvesse in una dura battaglia al di là dei contenuti, in uno scontro fine a sé stesso, nell’ennesima sfida ai calci di rigore.

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