Davide profeta e re d’Israele
L’Anno della fede in corso ci invita ad essere testimoni di “una vita nuova, trasformata da Dio”, come ha spiegato Benedetto XVI nel suo discorso di apertura . È questa la strada per una trasmissione autentica dei valori evangelici. Ma come essere testimoni credibili?
La nuova rubrica Testimoni della fede ci propone settimanalmente un ritratto di grandi personaggi della storia sacra.
Inauguriamo la rubrica con la figura di Davide.
Profeta, santo, re d’Israele, valoroso guerriero, musicista e poeta. Venerato Davide è personaggio biblico dai mille volti. Certamente è tra le figure più note dell’Antico Testamento. La sua storia è raccontata nel Primo e Secondo libro di Samuele, nel Primo libro dei Re e nel Primo libro delle Cronache.
Nato a Betlemme di Efrata, l’ottavo dei figli di Jesse, viene descritto nella Bibbia come “biondo, dagli occhi belli e di piacevole aspetto”. Durante la guerra con i Filistei viene introdotto alla corte di Saul perché, grazie alla sua abilità con la cetra, possa con il canto e la musica sollevare la malinconia del re. In un primo tempo Saul si affeziona a Davide e lo assume al suo servizio come scudiero. Ammirazione e affetto che si tramutano ben presto in odio quando il re intravede in lui il successore al regno e perciò un avversario da eliminare.
L’episodio che lo ha reso celebre è quello dello scontro con Golia, il gigante filisteo che terrorizzava gli ebrei. Davide raccoglie la sfida, l’affronta e lo uccide con la sua fionda.
La popolarità scaturita da questa vittoria aumenta la gelosia di Saul e tra i due è guerra aperta. Dopo la morte del re, nel 1004 a.C. viene unto sovrano della tribù di Giuda e di lì a poco estende la sua sovranità alle altre tribù.
Davide regna su Israele quarant’anni. Sono anni segnati da molteplici azioni di guerra e da un’intensa attività religiosa e sociale: sconfigge le tribù limitrofe estendendo così il suo regno fino al fiume d’Egitto; trasporta l’Arca da Baala a Gerusalemme; organizza il culto – a lui vengono attributi i Salmi, componimenti poetici di lode a Dio – e progetta la costruzione del Tempio, opera che però non riuscirà a realizzare.
Uomo senza macchia e senza peccato? Non è così. Gli si attribuiscono menzogne, finzioni, lo sterminio di tribù e villaggi, vendetta e propositi di uccisione di persone. L’ombra più scura, o per lo meno la più conosciuta, della sua vita è però quella dell’adulterio. Sposato infatti con Micol, si invaghisce di Bethsabea, la bella moglie di Uria l’Ittita, che fa uccidere per poterne sposare la vedova. Di fronte alle parole di aspro rimprovero che Dio gli rivolge per bocca del profeta Natan, Davide si pente dei suoi peccati.
Sono colpe che non ci impediscono di riconoscere in lui fede eroica in Dio, fiducia costante e incrollabile nella Sua provvidenza, amore profondo a Dio come ad un padre. Tante le sue virtù: il perdono dei suoi persecutori, l’amore e l’osservanza della legge scritta da Mosè, sia morale che liturgica, lo zelo per il culto e la gloria di Dio.
Per conoscere e approfondire la sua figura, Città Nuova ha recentemente pubblicato una biografia narrativa Davide, profeta e re d’Israele di Dag Tessore.
Nato a Betlemme di Efrata, l’ottavo dei figli di Jesse, viene descritto nella Bibbia come “biondo, dagli occhi belli e di piacevole aspetto”. Durante la guerra con i Filistei viene introdotto alla corte di Saul perché, grazie alla sua abilità con la cetra, possa con il canto e la musica sollevare la malinconia del re. In un primo tempo Saul si affeziona a Davide e lo assume al suo servizio come scudiero. Ammirazione e affetto che si tramutano ben presto in odio quando il re intravede in lui il successore al regno e perciò un avversario da eliminare.
L’episodio che lo ha reso celebre è quello dello scontro con Golia, il gigante filisteo che terrorizzava gli ebrei. Davide raccoglie la sfida, l’affronta e lo uccide con la sua fionda.
La popolarità scaturita da questa vittoria aumenta la gelosia di Saul e tra i due è guerra aperta. Dopo la morte del re, nel 1004 a.C. viene unto sovrano della tribù di Giuda e di lì a poco estende la sua sovranità alle altre tribù.
Davide regna su Israele quarant’anni. Sono anni segnati da molteplici azioni di guerra e da un’intensa attività religiosa e sociale: sconfigge le tribù limitrofe estendendo così il suo regno fino al fiume d’Egitto; trasporta l’Arca da Baala a Gerusalemme; organizza il culto – a lui vengono attributi i Salmi, componimenti poetici di lode a Dio – e progetta la costruzione del Tempio, opera che però non riuscirà a realizzare.
Uomo senza macchia e senza peccato? Non è così. Gli si attribuiscono menzogne, finzioni, lo sterminio di tribù e villaggi, vendetta e propositi di uccisione di persone. L’ombra più scura, o per lo meno la più conosciuta, della sua vita è però quella dell’adulterio. Sposato infatti con Micol, si invaghisce di Bethsabea, la bella moglie di Uria l’Ittita, che fa uccidere per poterne sposare la vedova. Di fronte alle parole di aspro rimprovero che Dio gli rivolge per bocca del profeta Natan, Davide si pente dei suoi peccati.
Sono colpe che non ci impediscono di riconoscere in lui fede eroica in Dio, fiducia costante e incrollabile nella Sua provvidenza, amore profondo a Dio come ad un padre. Tante le sue virtù: il perdono dei suoi persecutori, l’amore e l’osservanza della legge scritta da Mosè, sia morale che liturgica, lo zelo per il culto e la gloria di Dio.
Per conoscere e approfondire la sua figura, Città Nuova ha recentemente pubblicato una biografia narrativa Davide, profeta e re d’Israele di Dag Tessore.