Dario Fo dipinge Callas
Maria Callas radiosa, vestita di rosso fuoco, con il costume della Carmen: l’opera incisa, ma mai interpretata sulla scena, alla fine della carriera negli anni Sessanta. Un sorriso smagliante, vola dentro l’immensa sala del Teatro alla Scala, tra mazzi di rose e fasce di ravanelli. Proprio così. Dario Fo, l’immaginifico, la ritrae al sommo dello splendore e delle polemiche, dalle quali la Divina mai si tirava indietro, complice i l fiammante carattere greco. Quand’era studente a Brera, la osservava furtivo mentre provava “Casta Diva”. Da qui è nato l’amore per l’arte di questa donna grande e tragica. Settanta lavori che il maestro espone con colori forti, linee pulite a raccontarne la parabola umana ed artistica. L’infanzia in America, i trionfi italiani, l’amore per Meneghini, l’incontro con Onassis, la collaborazione con Visconti e con Pasolini e l’oblio finale, l’immensa solitudine che ne affrettò la morte nel 1977.
Non si può osservare questa rassegna – fino al 27 settembre – senza esser presi da una vasta malinconia per una artista eccelsa e fragile. Fo ce la restituisce con immagini di luce, nonostante tutto. E ci porta a gustare ancora una volta una voce unica ed intramontabile in un dialogo affettuoso d’arte.
Verona, Museo Opera, Palazzo Forti.