Darijo Srna: cuore di un capitano

La sua squadra, lo Shakhtar, si è dovuta allontanare dalla città di Donetsk, in Ucraina, controllata ora dalle autorità separatiste. Ma il calciatore croato, partito per Kiev, non ha dimenticato quella che sente ormai la sua terra e ha deciso di collaborare al progetto “Let’s Help Children”, in aiuto dei bambini e ragazzi del Donbass
Darijo Srna

Darijo Srna è il capitano di una squadra in esilio: lo Shakhtar, che, eliminato pochi giorni fa dal Siviglia nelle semifinali di Europa League, è infatti la squadra di Donetsk, città di più di un milione di abitanti dell’Ucraina orientale. Centro storicamente legato agli stabilimenti di acciaio e all’estrazione di carbone, Donetsk è da due anni esatti passata sotto il controllo de facto della Repubblica popolare di Doneck, le cui autorità separatiste e filo-russe si sono dichiarate indipendenti dallo Stato ucraino. «Ricordo il mio ultimo giorno in città – ha dichiarato Srna in una recente intervista al Guardian –, era il 16 maggio 2014. Ci hanno detto che dovevamo partire rapidamente: non ho preso nulla da casa mia, solo le due macchine. Le mie magliette sono rimaste appese nell’armadio».

 

Sospeso tra Kiev e L’viv, la capitale in cui si è stabilito il quartier generale dello Shakhtar e la città nel cui stadio la formazione ucraina gioca gli incontri casalinghi, Dario Srna non può non pensare a Donetsk, ormai diventata la sua seconda casa. Non può essere altrimenti, soprattutto se si pensa che il calciatore croato, capitano della sua nazionale, gioca con la maglia dello Shakhtar dal lontano 2003, divenendo fra l’altro il calciatore con più presenze nella storia del club: il record, stabilito alla 486a presenza, lo ha festeggiato nella semifinale di andata di Europa League contro il Siviglia. Una carriera in nero-arancio, impreziosita dal trionfo nella finale di Coppa Uefa del 2009, vinta battendo il Werder Brema per 2-1.

 

Un legame profondo, quello che lega Srna ai colori dello Shakhtar e alla città di Donetsk: «Ho già vissuto la guerra, in Croazia – ribadisce Srna –, lo Shakhtar era casa mia. Dopo così tanti anni non posso semplicemente andar via e lasciarli in questa situazione, non sono questo tipo di persona: ho avuto offerte allettanti da molti team – Chelsea, Bayern, Borussia Dortmund – ma se fossi andato al Chelsea avrei dovuto cominciare tutti da capo e per me questo non avrebbe avuto senso». Parole dette da un vero capitano, un uomo di sport che ha conosciuto le sofferenze che la vita può riservare e, per questo, cerca nel suo piccolo di alleviare quelle di un popolo e una terra che ormai sente anche sue.

 

Non volendo rimanere inerte di fronte alla barbarie e alle distruzioni della guerra civile, Darijo Srna ha deciso così di agire, collaborando attivamente al progetto “Let’s Help Children”, portato avanti dalla fondazione benefica che fa capo a Rinat Akhmetov, imprenditore ucraino e presidente dello Shakhtar. Il contributo di Srna è cominciato due anni fa, con l’invio di ben 20 tonnellate di mandarini provenienti dalla Croazia, da destinare ai bambini della città di Donetsk e di altre località del Donbass: i più piccoli, vittime senza colpa dell’insensatezza della guerra, sono stati da allora aiutati con iniziative di vario genere. È così che 450 bambini dai 5 ai 14 anni hanno ricevuto pantaloncini e magliette dello Shakhtar, tutte rigorosamente col nome di capitan Srna e il suo numero distintivo, il 33. A 23 scuole della regione del Donbass, poi, sono stati inviati camion contenenti attrezzature sportive, oltre a 20.000 set di cartoleria.

 

L’ultimo gesto di generosità risale a poche settimane fa, quando il calciatore croato ha acquistato 100 computer portatili da destinare a bambini orfani, così come a quelli che soffrono di problemi cerebrali e disturbi nel linguaggio: tutti i laptop contengono i programmi necessari a facilitarne l’utilizzo da parte dei più piccoli. «I bambini sono il nostro futuro: dovrebbero avere la possibilità di imparare e crescere, specialmente durante questo periodo così difficile»: queste le parole pronunciate per l’occasione da Darijo Srna.

 

Un capitano che rivedremo tra meno di un mese in occasione degli Europei di calcio di scena in Francia, con la fascia della sua Croazia al braccio: un capitano vero, che non dimentica quanto ha ricevuto in questi 13 anni di vita in Ucraina, cercando nelle difficoltà di stare il più possibile vicino a un popolo di cui, ormai, sente di far completamente parte.

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