Dare voce al pensiero imprigionato
Può un ragazzo down frequentare con profitto la scuola secondaria? L’approccio “sconvolgente” della Comunicazione facilitata
Un anno fa, Maria Chiara Coco, giovane poetessa down, era a Roma per ritirare l’ennesimo premio per un concorso di poesia. L’articolo allora pubblicato sul sito di Città Nuova, Fine di un sogno, descriveva la triste realtà che stava vivendo a scuola e il fatto che fosse stata costretta a ritirarsi in quanto non le veniva più riconosciuto il diritto di utilizzare la tecnica della Comunicazione Facilitata che le aveva permesso fino a quel momento di ottenere buoni risultati, esprimendo anche il suo talento nascosto della poesia.
È passato un anno: Maria Chiara e Giuseppe, l’altro ragazzo down che vive la stessa disavventura, hanno cambiato scuola reinvestendo in aspettative e speranze, ma sono arrivati purtroppo di nuovo allo stesso punto, per cui sono costretti una seconda volta a rinunciare al loro sogno di poter studiare.
«Logicamente la cosa non è stata accettata passivamente, abbiamo fatto tutto quello che era possibile prima a livello di dialogo, poi a livello legale, interpellando anche il Ministero – ci spiega Antonella Gaggioli Bernt -. La nostra non è una battaglia a titolo personale, vogliamo che venga riconosciuta questa tecnica della Comunicazione facilitata perché grazie ad essa abbiamo scoperto che mondo meraviglioso, che potenzialità ci sono in tutti questi ragazzi che non possono comunicare normalmente, e ridare loro la dignità di persone che possono esprimere il loro pensiero. Abbiamo organizzato una petizione pubblica online dal titolo Diamo voce al pensiero imprigionato: sono già state raccolte 1800 firme (altrettante in cartaceo). In questi giorni stiamo anche contattando diversi giornali per rendere pubblica la vicenda, ma anche le tante belle esperienze che ci sono in giro e così dar voce a questo mondo che rimane nascosto e imprigionato».
In allegato una scheda riassuntiva della situazione, con i contatti per chi vuol saperne di più o dare una mano.