Danza e teatro nel periodo prenatalizio

Dalla Cenerentola del Nuovo BallettO di ToscanA fino a Kafka sulla spiaggia.

La Cenerentola del Nuovo BallettO di ToscanA

Una fiaba colorata, una rilettura contemporanea del balletto in un atto sulla partitura di Sergej Prokof’ev, del coreografo praghese Jiří Bubeniček nella nuova produzione del Maggio realizzata con il Nuovo BallettO di ToscanA (diretto da Cristina Bozzolini). Per il suo balletto Bubeniček si è ispirato alla Cenerentola dei fratelli Grimm, una riscrittura cruda e più carica di elementi simbolici rispetto a una versione addolcita della fiaba come quella, più popolare, di Charles Perrault. E proprio seguendo il testo dei Grimm il coreografo ha immaginato Cenerentola come una ragazza coraggiosa, determinata, sognatrice e mossa dal senso di giustizia. Una Cenerentola umana in un mondo di fiaba, reso sulla scena dal continuo alternarsi di drappi, nappe e cuscini, costumi colorati, sipari che compongono ambienti morbidi ma caduchi, nei quali la dolcezza vivace dei suoi sogni di ragazza in un attimo lascia il passo alle angherie e al dolore che si trova costretta ad affrontare. Ci sono la matrigna, le sorellastre, il principe, lo spirito buono della madre scomparsa che guida e protegge Cenerentola nel suo cammino di crescita. Ci sono insomma tutti gli elementi classici di una delle fiabe più note al mondo. Compresa la scarpetta, che qui è d’oro e non di cristallo, rispettando la rilettura dei fratelli Grimm. Ma al posto del classico decolleté, simbolo di una femminilità elegante e principesca, la Cenerentola di Bubeniček trionfa indossando una più dinamica e urbana scarpa da ginnastica dorata come una ragazza del giorno d’oggi. “Cenerentola”, balletto in un atto su musiche di Sergej Prokof’ev, coreografia, regia, drammaturgia e scene di Jiří Bubeniček, Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA, costumi di Nadina Cojocaru, orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Giuseppe La Malfa. Repliche: 18 e 20/12/2019, e 2 e 4/1/2020.

Il potere delle parole

Può la narrazione del proprio fallimento trasformarsi in una formidabile arma di autopromozione? In un mondo parallelo alla realtà, ma dalla realtà non così dissimile, abitato da Dany e Ferdy, due estrosi spin doctor, esperti di comunicazione politica. Eternamente complici e rivali, hanno contribuito alla rapida ascesa del movimento La Svolta. Pochi mesi dopo la sua elezione a sindaco, il leader del movimento finisce però in galera per una brutta storia di corruzione, lasciando i suoi preziosi comunicatori avviliti e disoccupati. Ma nell’universo di Spin chi sa manipolare la percezione dei fatti attraverso le parole non può rimanere disoccupato a lungo. L’inflazione d’immagini a cui siamo quotidianamente sottoposti ci fa spesso dimenticare il potere del linguaggio verbale – e sottovalutare la retorica del potere. Spin mette al centro dell’attenzione le parole. È un esperimento di teatro sonoro, in cui sono le voci di Emiliano Masala Massimiliano Speziani in dialogo con la partitura musicale di Gaetano Cappa, a farci immaginare non solo Dany e Ferdy, ma numerose altre figure protagoniste di un sogno di cambiamento che si trasforma nell’incubo di una disfatta morale. Spin”, di Renato Gabrielli, regia The Spin Masters, con Emiliano Masala, Massimiliano Speziani e Gaetano Cappa, musica Gaetano Cappa, spazio Luigi Mattiazzi. Milano, Teatro della Cooperativa, il 20 e 21/12.

L’indifferenza e le conseguenze delle nostre azioni

Thriller che indaga le conseguenze delle nostre azioni, lo spettacolo è una parabola sul valore della memoria e sull’esistenza del male. L’azione si svolge in uno spazio tempo allucinato, che sfida il realismo; prima una casa, poi un museo, un mondo interiore in cui verità e finzione si confondono e in cui i personaggi, tra vendette e ossessioni, si denudano delle proprie bugie, rimanendo da soli con la propria natura, imperfetta e pericolosa. Nonostante la cornice contemporanea, L’indifferenza sembra essere ambientato al tempo dell’Antico Testamento, sotto lo sguardo di un Dio vendicativo e miracoloso, in grado di rendere gli uomini belve, e la sterilità fertilità. Ma davvero il nostro mondo è così lontano da quello delle sacre scritture? Da quell’umanità così timorosa e sperduta? “L’indifferenza”, scritto e diretto da Pablo Solari, con Luca Mammoli, Woody Neri, Valeria Perdonò, scenografia e costumi Maddalena Oriani, sound design Alessandro Levrero, light design Fabio Bozzetta. Produzione Centro Teatrale MaMiMò, Teatro i. A Roma, Teatro Argot Studio dal 19 al 21/12.

 Danze contro il malocchio 

Penultimo appuntamento del festival “La democrazia del corpo”. La coreografia di Virgilio Sieni si pone come una riflessione sullo scatenamento fisico e la formalizzazione di sequenze, con uno sguardo verso quei dispositivi fisici e gestuali che l’uomo ha elaborato nel corso del tempo e che ancora oggi emergono nelle posture quotidiane. Le due danzatrici, come sculture antiche e viventi, declinano un atlante di gesti sulla possessione e sui movimenti simbolici della guarigione. Ogni danza è costruita attraverso un processo a ritroso nel tempo: partendo dall’osservazione dei movimenti delle due protagoniste s’individuano le immagini storiche e le posture simboliche della tradizione. Danze contro il malocchio”, coreografia Virgilio Sieni, interpreti Claudia Caldarano e Claudia Catarzi, musica dal vivo di Michele Rabbia (percussioni ed elettronica). A Firenze, Cango, dal 19 al 21/12.

Kafka sulla spiaggia

Dal capolavoro dello scrittore giapponese, uno spettacolo che fonde hip hop, danza contemporanea, jazz rock e breaking. Un vecchio con il candore di bambino che capisce e che parla la lingua dei gatti e un ragazzo con la maturità di un uomo. Entrambi fuggono, uno da un delitto e l’altro, Edipo quindicenne, da una profezia. Di questo e d’altro ancora racconta il progetto della compagnia di danza DaCru. Kafka sulla spiaggia è la trasposizione danzata dell’omonimo capolavoro di Murakami, del geniale viaggio visionario e incantato dove si susseguono personaggi e rivelazioni senza mai giungere al cuore più profondo che resta segreto e inattingibile. Si apre il sipario e tutto inizia con la scena del lungo sonno, al termine del quale solo Nakata resta in terra perdendo le intelligenze comuni per acquisire quelle magiche che gli permettono di conservare il candore dei bambini e soprattutto di riuscire a conversare con i gatti, fra tutte le creature, le più fantastiche. “Kafka sulla spiaggia”, liberamente tratto dall’opera di Murakami Haruki, concept regia Marisa Ragazzo, coreografie Marisa Ragazzo e Omid Ighani, editing musicale Omid Ighani, disegno luci Giuseppe Filipponio. Produzione DaCruCompany, con il sostegno di Compagnia Naturalis Labor. A Bologna, Teatri di Vita, 21 e 22/12

Inizio o fine di una crisi

La coreografa e danzatrice Giovanna Velardi presenta nell’ambito del festival “Teatri di Vetro” (Roma, Teatro India il 21/12) la sua ultima creazione I broke the ice and saw the eclipse. Un lui e una lei. Una lotta. Inizio o fine di una crisi? Turbolenza di un inizio d’amore o ultimi colpi di una fine? La luna accompagna l’attesa di lei, lui spolvera la memoria, ripensando in maniera ossessiva a che cosa ha portato alla crisi. Ragliante lei, eclissato lui, che insiste nella sua mascherata. Si fa buio spesso, è crisi. L’incontro tra un uomo e una donna, che come due corpi celesti gravitano l’uno nell’orbita dell’altro, fino a scontrarsi per generare la più grande esplosione di luce, l’apocalisse. Il racconto di un cambio di stato, di come l’incontro può trasformarsi in scontro, di come il ghiaccio può diventare acqua o vapore e tornare ghiaccio. Rompere il ghiaccio, far sì che mai più si ricomponga non è una cosa semplice da realizzare. Come cambiare il punto di vista? Come arrivare a un vis-à-vis senza occhiali?

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