Dalla Torre civica di Amatrice, 7 anni dopo il sisma
A fine luglio ha ripreso a far sentire i suoi rintocchi su Corso Umberto I, dopo 7 anni, la Torre civica di Amatrice, il cui orologio è rimasto fermo alle 3:36 del 24 agosto 2016. Era la notte, in cui persero la vita 237 concittadini della città famosa per la sua pasta; 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara del Tronto praticamente rasa al suolo) e 11 nel comune di Accumoli. Circa 15-20 secondi di scossa di magnitudo Richer 6.0 lungo la faglia di Cofiorito-Campotosto che innescò il terremoto e le successive scosse sismiche conosciute come la sequenza di Amatrice-Norcia-Visso che ha avuto il suo epicentro ad un km dal Comune di Accumoli e a 9 da Amatrice. Ottomila Km di territorio interessato e 138 Comuni di 4 regioni, ovvero di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria con 41 mila sfollati.
«Una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari», ha scritto in un messaggio postato su Facebook la premier Meloni, in cui traccia anche l’impegno assunto dal Governo in questi mesi.
La stessa Torre civica, è simbolo di questo tempo trascorso, di questi 7 lunghi, anni. Collassata nella cella campanaria nelle successive scosse e attualmente oggetto di miglioramento sismico e restauro dallo scorso anno, svetterà di nuovo su corso Umberto I, ma ormai tutto è cambiato e non più riconoscibile poiché raso al suolo, come mostrano recenti immagini di droni, ma in attesa della realizzazione di spazi pubblici rientranti nel progetto con la Fondazione MAXXI.
Per la mattinata del 24 agosto, le celebrazioni di commemorazione delle vittime sono avvenute alla presenza dei ministri Abodi, ministro per lo sport e i giovani, e Musumeci, ministro per la protezione civile e le politiche del mare. Messa alle ore 11 presieduta dal vescovo di Rieti, mons. Vito Piccinonna, presso la Cavea dell’Auditorium della Laga. Nella serata del 23, invece, si è svolta la fiaccolata riservata a cittadini e familiari delle vittime alla presenza delle istituzioni, ma non della stampa, presso il parco Minozzi-monumento delle vittime del sisma.
In particolare nel Comune di Accumoli, a ricordo degli 11 morti, si è tenuta una veglia di preghiera nella serata del 23 nella piccola frazione di Illica che ebbe il più alto numero di scomparsi.
«Luoghi dell’anima», li ha definiti sempre nel suo post il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questi paesi dell’Appennino colpiti dal sisma del 2016. Una definizione che ben si confà ai ricordi di molti che hanno affetti o seconde case nel cuore dell’Italia centrale. Ne raccoglie in un “Diario dei ricordi”, una sezione del sito www.amatricevive.it . Tra di essi, colpisce, il racconto di Matteo, che il 17 agosto del 2009 (anno del sisma de L’Aquila giorno 6 aprile, ndr.) con la sua famiglia si era recato ad Amatrice per gustare del buon cibo presso il celebre Hotel Roma, anch’esso andato distrutto col terremoto. Mentre attraversavano corso Umberto I «un signore…si avvicinò a noi esclamando: “Coppito, Coppito, Coppito!”. Capimmo subito che quel nome era un vero e proprio grido di dolore, tenuto a bada da un amico dell’uomo che, come per giustificarlo, ci invitò ad usare comprensione. Quell’uomo, che oggi ricordo come un’anima in pena scampata al maledetto sisma del 2009, forse era ad Amatrice per trovare riparo – continua Matteo –. Quell’uomo, quell’anima gentile fuggita dalla terra agitata d’Abruzzo, è stato il mio primo pensiero alla notizia del sisma del 24 agosto».
Focus ricostruzione
Amatrice. Il 17 giugno è stata consegnata la sede del COC (Centro Operativo Comunale) realizzata dalla società di sviluppo immobiliare Impredo e che si occuperà anche per la formazione professionale sulle emergenze. La gestione competerà al gruppo degli Alpini di Amatrice. Continuano i lavori, invece, di costruzione dell’Ospedale, mentre debbono ancora iniziare quelli per l’istituto alberghiero. Inoltre, prosegue l’iter per la messa in opera dei progetti per il centro storico, dove sono stati realizzati due concorsi per le aree delle zone dell’ex chiesa di San Giovanni e dell’ex chiesa di San Giuseppe e un concorso di idee per riqualificare l’ex cinema-teatro Garibaldi.
Accumuli. Ancora molto lenta è la ricostruzione, ma fondamentale è stata la modifica di un’ordinanza speciale che ha per oggetto gli interventi nel centro storico del capoluogo nonché importanti modifiche riguardano anche le risorse destinate alle delocalizzazioni delle frazioni di Fonte del Campo, Libertino e San Giovanni.
Arquata. Ottenuta la vittoria del Tar, si è riusciti a superare un ostacolo che bloccava di fatto la ricostruzione del borgo. Completate le demolizioni e impostato un progetto definibile “all’avanguardia” che metterà in sicurezza il colle su cui sorgeva l’antico borgo.
Visso, Pieve Torina, Castelsantangelo sul Nera e Ussita. Demolizioni iniziate anche in questi borghi.
Camerino. Da poco sono state approvate in Cabina di coordinamento, delle ordinanze decisive per permettere la ricostruzione di Camerino, comprensivo di piano delle cantierizzazioni del centro storico.
Per quanto riguarda, invece, i dati sulla ricostruzione – che emergono dal report sui primi 4 mesi del 2023 –, il quadro complessivo è di difficoltà sì, derivate dal Covid, dal reperire materiali o dal dirottamento delle ditte verso il 110%, ma certamente si registra anche una vera e propria accelerazione alla ricostruzione nelle regioni interessate dal sisma: 28 mila sono le richieste di ricostruzione privata e, al 30 aprile, 1200 chiese finanziate e 3 mila lavori pubblici. A luglio, sono stati erogati alle imprese che operano nella ricostruzione privata, da parte della Cassa depositi e prestiti, oltre 131 milioni di euro. Una cifra di molto superiore al passato, pari al 22% in più rispetto all’anno precedente. «Si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche», ha sottolineato il premier. Un input positivo, frutto di un impianto normativo definito grazie anche al Dl ricostruzione e ai progetti avviati del programma “Next Appennino” che si impegna ad evitare lo spopolamento di queste zone che è e resta obiettivo primario della rinascita del territorio da un punto di vista sociale ma anche economico. “Next Appennino” è impegnato, inoltre, anche nella messa in opera di infrastrutture stradali con investimenti di un miliardo di euro.
Restano, altresì, ancora 14 mila i nuclei familiari in assistenza abitativa, ovvero 30 mila cittadini che ancora vivono nelle Sae o beneficiano del contributo di autonoma sistemazione.
Per il commissario straordinario alla riparazione e alla ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli «molto è stato fatto e si sta facendo ma sappiamo che non basta. Moltissimo resta ancora da fare. In questi anni abbiamo registrato troppe false partenze e alcune gravi criticità esterne che hanno ritardato la ricostruzione».
«Tutto ciò non può costituire una giustificazione rispetto ai pesanti ritardi accumulati ma deve – ha detto, infine, il commissario –, semmai, essere un elemento di consapevolezza e di sprone nel cimentarci in una opera di tali dimensioni. Sta a noi realizzarla per chi c’era, per chi è rimasto e per chi tornerà».