Dalla postazione della Croce

Dopo aver preannunciato: «Quando sarò innalzato sulla croce attirerò tutti a me» (

Gv 2, 32), stando sulla croce e poco prima di morire Gesù annuncia: «Tutto è compiuto» (Gv 19, 30). L’attrazione del creato (“tutte le cose”) e della storia (“tutti”) è avvenuta. È compiuta nell’ora di una preannunciata “gloria”. Dunque la gloria «prima che il mondo fosse» e l’abbandono sulla croce, dispiegano entrambi il medesimo eterno movimento trinitario, l’Amore che Dio è. Il supremo dolore apre un’infinità in cui il supremo amore “comprende” ogni cosa nel suo essere e nel suo limite, nel suo bene e nel suo male, nella sua origine e nella sua destinazione. Il cristianesimo maturo incomincia allora quando, nello Spirito della Risurrezione, ci si abbandona col Cristo al Padre sentendosi abbandonati da lui. Sentendosi, ed essendo, cioè, nella posizione del Crocifisso, nella postazione, per usare un termine precisamente logistico, della Croce. 

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