Dalla «Montagna delle donne» al «Caregòn del Padreterno»

In questo ultimo week-end di agosto vi proponiamo un'escursione sulle Dolomiti con la possibilità e le indicazioni per percorrere due sentieri: uno adatto ai principianti e l'altro ai camminatori esperti
Monte civetta sulle Dolomiti

Le Dolomiti, si sa, hanno un fascino tutto loro: pareti verticali che virano dal grigio perla al rosa confetto, retaggio del loro passato di barriera corallina. Due tra le più affascinanti di queste vette sono il Civetta e il Pelmo: il primo (o la prima, entrambe le varianti sono possibili) scherzosamente soprannominato «La montagna delle donne», che si reputano appunto essere delle civette; il secondo «Il Caregòn del Padreterno», il «seggiolone» del Padreterno, per la sua caratteristica conformazione che ricorda una specie di poltrona. Due montagne poco lontane l'una dall'altra, tanto che esistono diversi sentieri ed itinerari che le collegano – tra cui l'alta via numero 1: oggi vi proponiamo uno tra i più impegnativi, ma senz'altro tra i più mozzafiato, in virtù dei panorami che offre.

Partiamo da Alleghe, in riva all'omonimo lago. Qui, poco più a monte lungo la pista da sci, si apre sulla destra il sentiero indicato come «Val d'Antersass». Non fatevi scoraggiare troppo dal – giustificato – avviso «solo per alpinisti esperti»: è vero che si tratta di una via sconsigliabile ai camminatori di primo pelo (ai quali consigliamo di raggiungere i Piani di Pezzè o Col dei Baldi con gli impianti di risalita, e da lì il rifugio Coldai per poi proseguire con il nostro itinerario), ma non serve nemmeno aver scalato l'Everest per affrontarla. Il sentiero, dopo un breve tratto nel bosco, si inerpica ripidissimo lungo uno stretto canalone, in cui romba tra salti d'acqua pittoreschi il torrente che scende dai nevai più in alto. Ricordandovi di stare sempre attenti a dove mettete i piedi, trovate ogni tanto il tempo di girarvi: parecchi metri sotto di voi vedrete il lago, su cui si riflettono le vette circostanti.

Dopo aver superato alcuni salti di roccia, aiutati da una corda fissa nei punti più difficili (non è necessario il kit da ferrata, non essendo tratti esposti), si arriva all'altipiano che sta sotto la celebre parete nord del Civetta: mille metri perfettamente verticali, che hanno fatto la storia dell'alpinismo. Un breve tratto in quota offre riposo alle gambe provate, prima dell'ultima breve salita fino a rifugio Tissi. Qui, oltre a godersi il meritato ristoro, vale la pena osare e guardare oltre il dirupo che si apre dietro il rifugio: 1200 metri sotto di voi vedrete di nuovo il lago, e tutto attorno un panorama sulle vette più belle delle Dolomiti come la Marmolada, il Col di Lana, il Sella e molte altre.

Una volta rifocillati, si riparte alla volta di rifugio Coldai, seguendo il sentiero in quota che attraversa il ghiaione sotto la parete. Se le condizioni dei nevai (numerosi in zona) lo sconsigliano, si può optare per il sentiero in fondo al vallone da cui si è venuti; in questo caso bisognerà però risalire fino a forcella Coldai, da cui si apre la vista sul laghetto omonimo, e sul rifugio poco più in alto. Ma soprattutto la vista si apre sul Pelmo, maestoso e imponente: peccato che ci sia ancora una valle di mezzo, la Val Zoldana.

Appunto quella è la nostra meta: attraverso un comodo sentiero, che diventa poi una sterrata, passando da Malga Pioda si scende fino a Palafavera, ai piedi del Pelmo. Una volta lì sarà ormai quasi il tramonto, l'ora in cui la roccia di questa montagna assume dei colori che virano verso il dorato: la chiusura migliore per una giornata faticosa, ma sicuramente appagante.

 

Note tecniche:

 

Partenza: Alleghe (Belluno), 980 m

Punti intermedi: Rifugio Tissi (2250 m), Forcella Coldai (2190 m), Rifugio Coldai (2132 m)

Arrivo: Palafavera (1530 m)

Cartografia: Tabacco 015 o 025

Sentieri: 565 (Val d'Antersass), 560 (Rifugio

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