Dalla malattia alla riscoperta della fede
A causa di un ictus mi ero trovato paralizzato nella parte sinistra. Di colpo l’intera mia vita cambiava. A lasciarmi avvilito era anche lo scombussolamento che procuravo nella piccola impresa iniziata da poco, nell’andamento della famiglia, nei figli in età adolescenziale.
Per giorni, ho dovuto esercitarmi ad accettare un nuovo regime di vita, nuovi limiti, il venir meno di molti progetti… Ma stranamente, mentre crollava un mondo, vedevo aprirsi dimensioni trascurate e non apprezzate prima: la vita di fede. Da anni, infatti, non pregavo.
Dacché riconoscevo la mia fragilità, è stato spontaneo per me riprendere a pregare, non con parole imparate al catechismo, ma come dialogo con il mistero della vita: ho reimparato a colloquiare con Dio.
Intanto le cure proseguivano. Il risultato? Una insperata ripresa di tutte le funzioni. Ora che sono in convalescenza, posso affermare che l’amore di Dio ha voluto immergermi nella vita in modo pieno e non superficiale. E tutto ciò, grazie a un ictus.
D.A. – Argentina