Dalla fragilità alla speranza
Nel documento Ripartire da Cristo del 19 maggio 2002 la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ha chiamato anche i religiosi e religiose a incamminarsi sulla strada della spiritualità di comunione, proposta da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa nella Novo millennio ineunte.
Nell’Istruzione tutte le persone consacrate sono invitate a vivere la comunione tra carismi antichi e nuovi: “La comunione che i consacrati e le consacrate sono chiamati a vivere – viene detto – va ben oltre la propria famiglia religiosa o il proprio Istituto” (n. 30). In questa comunione, continua il documento, “può scaturire un reciproco arricchimento”.
È l’esperienza vissuta il 4 maggio a Loppiano da circa centocinquanta consacrati e consacrate di una quarantina di Istituti e il Movimento dei focolari. Erano presenti i presidenti delle CISM della Toscana e dell’Emilia Romagna, tre superiore generali, l’abate dei Monaci Olivetani con alcuni confratelli e l’abate di San Miniato al Monte (Firenze). Vari monasteri di clausura della zona hanno assicurato la loro preghiera.
Il convegno è stato presentato e accolto favorevolmente dalle presidenze CISM e USMI, come pure dalla stessa Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. Il segretario, mons. Agostino Gardin ofm conv., ha inviato un suo messaggio nel quale ha invitato le persone consacrate a vivere le proprie fragilità alla luce della Sacra Scrittura: “abbiamo bisogno di recuperare l’esigenza della fragilità come momento dialettico della nostra crescita, ma soprattutto come occasione per riconoscere la forza che viene dal Signore, memori dell’espressione di Paolo: ‘Quando sono debole, è allora che sono forte’ (2 Cor 12, 10)”.
Il programma della giornata si è articolato su due relazioni e due tavole rotonde ed ha avuto come momento centrale la celebrazione eucaristica presso il santuario mariano della Theotokos con la partecipazione dei cittadini di Loppiano. Fabio Ciardi omi ha introdotto il tema della giornata con una relazione su Gesù crocifisso e abbandonato, cardine del carisma dell’unità, che agli occhi di tutti è apparso la “luce” nelle prove e nelle fragilità delle persone consacrate e la “chiave” per leggere e guardare con speranza l’oggi e il futuro della vita consacrata.
Nelle due tavole rotonde, una al mattino e la seconda al pomeriggio, coordinate da sr. Anna Sacconi, generale delle Ancelle di Maria, e da Theo Jansen ofm cap., alcuni consacrati e consacrate hanno offerto le loro esperienze personali e comunitarie. Eloquente l’esperienza di Vittorio Casagrande, domenicano di Fiesole, costretto da quasi venti anni a vivere su una sedia a rotelle per una paralisi progressiva.
Manuel Barbiero, sacramentino di Prato, ha raccontato come sia arrivato alla speranza, passando attraverso le fragilità sue e quelle di confratelli e comunità che incontrava nel suo ministero di provinciale. Sr. Tina Ventimiglia sfp si è fatta voce della fragilità di tante donne e ragazze provenienti dalla strada che ha incontrato in undici anni di servizio nella diocesi di Pistoia.
Questi brani di vita vissuta hanno permesso alle parole di Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei focolari, su Gesù abbandonato, di entrare profondamente nel cuore dei religiosi e delle religiose presenti. La Messa, cui hanno partecipato i sessanta religiosi sacerdoti presenti, è stata presieduta dal Presidente CISM della Toscana, Antonio Di Marcantonio ofm conv.
Il convegno è proseguito nel pomeriggio con la presentazione di Loppiano, attraverso l’esperienza di alcuni suoi cittadini. Un focolarino del Congo ha raccontato come sia riuscito a togliere dal suo cuore la collera durante i tragici avvenimenti della guerra civile nel suo paese. I due centri di spiritualità, il centro Emmaus delle religiose e il centro Claritas dei religiosi, hanno sottolineato come in tutti questi anni con Gesù in mezzo e nella fedeltà quotidiana a Gesù abbandonato sono stati di aiuto a tanti consacrati e consacrate nel risolvere le loro fragilità. Fortissima e luminosa infine l’esperienza di due focolarini sposati, appena usciti da un lungo periodo di buio e di prove nella loro vita di coppia. Il convegno si è concluso con una spontanea, partecipata e prolungata comunione d’anima di cui riportiamo qualche brano.
“Oggi ho sentito l’invito a riconoscere le difficoltà e le fragilità come inabitate dalla presenza della grazia. Le mie fragilità attirano sempre la grazia!”.
“L’invito a riconoscere Gesù abbandonato sotto ogni dolore, sotto ogni perché, ha riacceso in me la speranza e il desiderio di ricominciare sempre!”.
“Oggi per me è stato come il completamento del giorno di Pasqua, giorno di luce e di gioia!”.
“Sono stata colpita dalla presenza di così svariati carismi, quale segno profetico della Chiesa ‘sposa’ una!”.
“Incontri come questo dobbiamo ripeterli più spesso. Di sicuro sarò presente anche il prossimo anno!”.
Possiamo dire che si è svolto un convegno veramente originale, con analisi e riflessioni, ma soprattutto con testimonianze ed esperienze, un’immersione nel Vangelo vissuto di cui oggi forse i consacrati e le consacrate hanno estremo bisogno.