Dal Vaticano una cura naturale per salvare gli alberi di pino
La Toumeyella parvicornis o cocciniglia “tartaruga” è un piccolo insetto che da anni ormai sta uccidendo gli alberi di pino del nostro Paese, soprattutto nel Sud Italia. Vive nutrendosi della linfa dei pini ma contribuisce anche al loro declino e di conseguenza alla mortalità.
Buone notizie però arrivano dallo Stato della Città del Vaticano perché è stata avviata una ricerca per tentare di salvare i pini malati all’interno delle mura dello Stato più piccolo al mondo. Ebbene, i primi esperimenti per eliminare il parassita sono stati avviati nel settembre 2017 dal servizio giardini e ambiente del governatorato Vaticano.
Qui si è intrapreso un percorso di graduale eliminazione dei prodotti di sintesi impiegati per la difesa e la fertilizzazione delle piante e dei prati sostituiti con prodotti naturali biologici e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, soprattutto in risposta alle sollecitazioni dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
È stato quindi provato che alcuni principi attivi – in particolare quelli contenuti nell’olio di Neem, un potente antibatterico e antiparassitario – iniettati nella pianta riescono a distruggere l’insetto. È un metodo biologico, che può essere attuato nel pieno rispetto dell’ambiente.
La cocciniglia “tartaruga” si insedia sui rami dei pini e soprattutto nel periodo primaverile-estivo si nutre della linfa di giovani rami posti all’apice dei pini, emettendo un liquido zuccherino chiamato “melata fisiologica”. Questa melata tende a distribuirsi sugli aghi dove poi tende a svilupparsi un fungo, la Fumaggine, che provoca una riduzione della fotosintesi clorofilliana, determinando l’essiccazione degli aghi e il deperimento della pianta, fino a causarne la morte nel giro di due o tre anni.
«Dalla primavera 2019 la Toumeyella parvicornis è comparsa praticamente su tutti i pini dei Giardini vaticani – afferma a “L’Osservatore Romano” Rafael Tornini responsabile servizio giardini e ambiente del Vaticano – e, grazie alla possibilità di effettuare trattamenti alla chioma con saponi di potassio, olio paraffinico e olio di Neem, prodotti di origine naturale non inquinanti e innocui per l’uomo e gli animali, riconosciuti anche dalla vigente normativa italiana sui fitofarmaci, si è riusciti a contenerne lo sviluppo ed evitare danni consistenti alle piante, senza però ottenere un abbattimento sostanziale della popolazione dell’insetto. In ragione di ciò, con lo scopo di trovare una soluzione alla problematica, a partire dal giugno scorso il servizio giardini e ambiente ha avviato una sperimentazione su circa 150 pini, impiegando tre principi attivi diversi iniettati nelle piante per endoterapia. Oltre a questo, per inibire l’effetto di stress subito dalla pianta per difendersi, procediamo alla fertilizzazione effettuata a livello radicale con l’aggiunta di micorrize tramite palo iniettore».
I risultati ottenuti sono ottimi. «Osservando un campione di 126 adulti si è ottenuto un risultato del 95,24% di efficacia per morte di questo tipo di cocciniglia. Una particolare menzione merita l’Azadiractina, principio attivo dell’olio di Neem, noto insetticida e acaricida naturale, con il quale è stato conseguito un risultato dell’80 per cento circa di efficacia per morte».
Questa sperimentazione potrebbe essere estesa ovunque nel nostro Paese con risultati immediati, efficaci al 95% e con una grande attenzione all’ambiente perché non si utilizzano sostanze dannose.