Dal reality alla tragedia

Ancora ignote le cause dello scontro fra due elicotteri in Argentina che ha causato la morte di dieci persone impegnate in un programma simile all’“Isola dei famosi”
atleti

La tragedia causata da uno scontro di elicotteri in territorio argentino, in cui hanno perso la vita dieci persone, non ha scosso solo la Francia, coinvolgendo nel dolore e nello sgomento al contempo il mondo dello sport, quello dello spettacolo e della televisione. L'incidente, le cui cause sono ancora oggetto di indagini, è avvenuto attorno alle 17 argentine, (ore 21 in Italia), nella provincia di La Rioja, 2.000 chilometri a nord-ovest di Buenos Aires. I due elicotteri erano appena decollati dalla località di Villa Castelli, nella “PreCordigliera” delle Ande, prima di collidere soltanto a 100 metri di quota, costringendo rapidamente la polizia della Rioja a rendere purtroppo noto che non c’erano superstiti fra i 10 passeggeri.

In ognuno degli elicotteri, uno del governo de La Rioja e l'altro della produzione del programma “Dropped”, viaggiavano cinque persone; ad oggi si suppone un errore di un pilota o un improvviso guasto meccanico ma, se le cause sono da chiarire, non lo sono i nomi e i volti delle vittime: con i due piloti argentini viaggiavano otto francesi da qualche giorno impegnati nelle riprese del telereality “Dropped”, un format norvegese trasmesso su TF1, che ha immediatamente cancellato il programma, imperniato su sfide di sopravvivenza che tra i palinsesti della Tv italiana, in versione più soft, è assimilabile all’ “Isola dei famosi”.

Tra le vittime, spiccano per notorietà mediatica nomi e volti degli atleti transalpini coinvolti: la più nota navigatrice in solitario, già vincitrice della Route du Rhum, Florence Arthaud, 57 anni; la campionessa olimpica di nuoto Camille Muffat, 25, e il pugile Alexis Vestine, 28, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Deceduti insieme a loro anche cinque operatori dell'equipe televisiva di TF1, a bordo degli elicotteri. Ironia della sorte, salvi alcuni sportivi già eliminati dal format: l'ex nazionale di calcio Sylvain Wiltord, rientrato a Parigi qualche ora prima, che i calciofili ricorderanno per il pareggio in extremis nella finalissima degli Europei di calcio 2000 contro l’Italia, l'ex ciclista Jeannie Longo, il nuotatore Alain Bernard, l'ex pattinatore artistico Philippe Candeloro e la snowboarder Anne-Flore Marxer, che insieme sarebbero invece dovuti decollare pochi minuti dopo e si trovavano proprio a fianco del campo da calcio da cui era partito il primo elicottero.

«Profondo dolore» è stato espresso dal presidente francese Francois Hollande mentre dall'Italia, la pluridecorata campionessa di nuoto Federica Pellegrini ha commentato la morte dell'amica Muffat con il tweet «la vita a volte non è giusta».

In attesa di accertamenti, non rimane che ricordare come L'Adventure Line Productions (Alp), società francese di produzione del reality, sia già stata colpita dalla morte di due partecipanti ad un suo reality nel 2013: nella sedicesima edizione di due anni fa del reality Koh-Lanta, un concorrente 25enne, Gerald Babin, perse la vita nella prima giornata di riprese nell'isola di Koh Rong, al largo di Sihanoukville, nel sud della Cambogia, mentre solo una settimana dopo, Thierry Costa, medico di Koh-Lanta che seguiva il reality si tolse la vita, distrutto dal dolore. 

Il reality “Dropped” prevede che i concorrenti, organizzati in due squadre, siano abbandonati in mezzo alla natura a svariati chilometri di distanza da zone abitate, privi di cibo, riferimenti geografici o apparecchiature in dotazione. Il fine è quello di raggiungere un punto indicato nel minor tempo possibile, sfidando di fatto i limiti che la natura riserva, e in qualche caso impone, all’uomo. La sfida contro i propri limiti è una delle chiavi dell’evoluzione del genere umano fin dagli albori della storia ma, seppure ogni errore umano possa anche essere concesso in questo percorso, resta un quesito oltremodo amaro: se non a scopi di sviluppo, tecnico-scientifico o morale che sia, quale business può, al di là di un incidentale tragedia, giustificare la sfida a limiti naturali anche palesemente in grado di mettere a rischio la vita umana, in nome di una vendita?

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