Dal Neet al #greenhope

Cosa ha spinto il nostro quindicenne a suggerire il nome #greenhope? Di quale speranza - "hope" - parlava?

Il nostro suggeritore #greenhope è un ragazzo di quindici anni reinserito nel percorso formativo dopo una sosta. Apparteneva ai cosiddetti Neet (è l’acronimo inglese di “not (engaged) in education, employment or training”) che ormai tutti conosciamo dal 2010. Il termine Neet è diventato l’indicatore statistico che serve a individuare quella parte di popolazione che non è inserita in un percorso di studi e non sta svolgendo un’attività lavorativa. Oggi corrisponde al 20 per cento della popolazione giovanile. Contro questo fenomeno l’Unione europea, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e L’ANPAL, ha messo all’opera il progetto Garanzia Giovani (http://www.garanziagiovani.gov.it) che prevede diverse misure per il reinserimento nel mondo della formazione e del lavoro di ragazzi Neet tra i 15 e i 19 anni chiamati spesso anche “sfiduciati”.

Lui era appena uscito da questa condizione, aveva aderito ad un progetto formativo qualificante, stava rimettendo le basi per la costruzione del futuro, si era messo in gioco! Correlo la sua esperienza alla parola speranza – hope – perché un aspetto fondamentale dell’allenamento #greenhope non può non essere l’esercizio della speranza, intesa come una facoltà umana che determina progettualità e ottimismo verso il futuro.

Attenzione però, perché spesso i nostri pensieri nascondono atteggiamenti e pensieri pessimisti. Alcune persone, a volte, pensano di avere il “gene” del pessimismo (che sia la propria natura), ma si sbagliano. Nessuno nasce così, le esperienze ci insegnano ad esserlo. Ogni volta che accumuliamo frustrazioni ed eventi critici che facciamo fatica ad assimilare, “impariamo ad essere pessimisti”. L’atteggiamentodi conseguenza è quello di non agire, di lasciar perdere, di non essere protagonisti degli eventi, di non sognare e non coltivare i propri progetti. Questi ultimi sono indicatori di infelicità! Chi vive nel pessimismo solitamente pensa di non poter cambiare nulla, di essere vittima, che è meglio non progettare perché si può rimanere delusi degli esiti negativi del progetto, perché i sogni e i desideri erano solo di Cenerentola.

Allo stesso modo possiamo alimentare le nostre esperienze che generano speranza e ottimismo. La speranza è tipica dell’uomo: E. Husserl dice che l’uomo «è un essere che progetta il suo futuro», noi esploriamo attraverso il pensiero e l’immaginazione le strade per arrivare a realizzare dei desideri prossimi e futuri. Pensiamo al possibile perché speriamo di poterlo realizzare.

Possiamo esercitarci nel nutrire la speranza nel futuro mettendoci in allenamento con gli esercizi #greenhope:

  • 37° giorno: scrivi sul tuo quaderno tre cose “buone” accadute durante la giornata e perché sono state buone per te.
  • 38° giorno: fai un elenco di 5 persone che nell’ultimo mese hanno fatto qualcosa per aiutarti, pensaci bene e scrivile sul tuo quaderno.
  • 39° giorno: qual è l’ultima esperienza difficile che hai vissuto? Prova a pensare cosa hai imparato di nuovo da questa. Posta una foto che rappresenti la tua scoperta con #greenhope.
  • 40° giorno: pensa a qualcosa che ti fa sentire davvero bene. Oggi ritaglia un momento per fare quella cosa o per stare con quella persona.
  • 41° giorno: è ora di sognare! Cerca un posto dove ti senti a tuo agio e prova a fantasticare ad occhi aperti…lascia viaggiare la fantasia. Condivi il sogno con una persona cara.
  • 42° giorno: ripensa al sogno che hai fatto il giorno prima, ti piace davvero? Che emozione provi nel pensarlo? È qualcosa di raggiungibile? Scrivi sul tuo diario.
  • 43° giorno: scrivi sul tuo quaderno tre cose “buone” accadute durante la giornata e perché sono state buone per te.
  • 44° giorno: lancia un gioco sui social da fare con i tuoi amici, condividi tre immagini che rispondano a tre domande: 1. Cosa mi appassiona particolarmente? 2. Che cosa mi incuriosisce tanto? 3 Che cosa mi diverte?
  • 45° giorno: guarda il film “Glory Road – Vincere cambia tutto”.
  • 46° giorno: riprendi il sogno che avevi fatto e prova a trasformarlo in un progetto. Come? Scrivi sul tuo quaderno quali sono gli obiettivi che devi raggiungere per realizzare il sogno, chi può aiutarti, cosa pensi di dover fare, e tra quanto tempo devi fare ogni cosa. Rileggi e verifica se ti piace.
  • 47° giorno: scrivi sul tuo quaderno e poi racconta ad un amico un’esperienza in cui avevi un problema è l’hai superato. Cosa ti ha aiutato a superarlo?
  • 48° giorno: in quali attività esprimi il tuo talento e la tua creatività? Fai un esempio e confrontati anche con uno degli adulti “speciali”.
  • 49° giorno: quali sono le attività che ti piacciono particolarmente? Quali sono le capacità che pensi di avere? Utilizzale per costruire il tuo sogno/progetto. Scrivi sul tuo quaderno e condividi con un amico.
  • 50° giorno: ripercorri le 49 giornate #greenhope: cosa ti è piaciuto? Ti sei divertito? Cosa hai imparato? Fai un post con una tua foto in cui condividi le tue scoperte #greenhope.
  • Il #Greenhope si conclude qui, ma forse potresti incontrarlo online in nuove versioni, se ti ha dato stimoli di riflessione o lo hai messo in pratica con dei ragazzi condivi i risultati scrivendo alla redazione di Città Nuova.

Buon allenamento!

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