Dal Brasile nella Chiesa cattolica
Erano Lefebvriani Dal Brasile nella Chiesa cattolica Il 15 agosto 2001, mons. Licinio Rangel inviava una lettera al papa, assieme ai 25 sacerdoti della Unione san Giovanni Maria Vianney da lui presieduta. Nella lettera il vescovo chiedeva di poter aderire pienamente alla Chiesa cattolica, e di venire assolto dalla scomunica nella quale era incorso per essere stato ordinato vescovo senza mandato pontificio. Nel giorno di Natale Giovanni Paolo II ha risposto alla lettera, parlando di «somma gioia», «vivo gaudio pastorale» per questa richiesta di reintegro nella Chiesa cattolica, che testimonia il cammino verso il «che tutti siano uno». Concretamente, agli ex-lefebvriani viene concesso di celebrare secondo il rito di Pio V; e verrà istituita una Amministrazione apostolica di carattere personale direttamente dipendente dal Vaticano. Mons. Rangel e i suoi sacerdoti hanno già fatto la loro Professione di fede, giurato fedeltà al papa e dichiarato pubblicamente di accettare «tutti gli insegnamenti» del Vaticano II. È questo un primo importante passo nella direzione di un ritorno nella comunione della chiesa dei fedeli che hanno consumato lo scisma con Roma, guidati da mons. Lefebvre. Ritorno che tanto sta a cuore a Giovanni Paolo II. (m.z.) Anglicani Carey lascia la leadership L’arcivescovo di Canterbury, George Carey, leader teologico della chiesa di stato inglese e della comunione anglicana in tutto il mondo, ha presentato alla regina Elisabetta II le sue dimissioni che diventeranno effettive il prossimo 31 ottobre. La decisione di anticipare di due anni la fine dell’incarico permetterà al successore di Carey di avere sufficiente tempo per preparare la Conferenza di Lambeth, l’incontro di tutti gli 800 vescovi provenienti dai paesi di tutto il mondo nei quali è presente la comunione anglicana, che si terrà nel 2008. Con un «profondo grazie per le molte benedizioni dei suoi anni di leadership », il Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani lo ha salutato, ricordando soprattutto il suo lavoro per l’unità delle chiese. Inghilterra O’Connor dalla regina Un evento storico salutato con mazzi di fiori per la Regina Elisabetta II e strette di mano calorose per il cardinale Murphy- O’Connor. Dal lontanissimo 1532, anno in cui Enrico VIII staccò l’Inghilterra dalla Chiesa di Roma, per la prima volta un primate cattolico è stato invitato dalla regina a predicare nella chiesa di St. Mary’s, la parrocchia ospitata nella tenuta di Sandringham, dove la famiglia reale trascorre le vacanze natalizie. «Sento oggi mentre predico in questa chiesa ha detto il cardinale che non si tratta di un evento isolato. È il Santo Spirito di Dio che in tutte le chiese cristiane, negli anni recenti, ci chiama a una unità più grande, a una comunione più profonda. Avverto un senso di grande privilegio nel trovarmi qui e penso che la mia presenza sia un segno della crescente unità tra le due chiese». Josemaria Escrivà Santi nella quotidianità Un convegno internazionale a Roma ha aperto le celebrazioni per l’anno centenario del fondatore dell’Opus Dei . «Che la tua non sia una vita sterile. Sii utile. Lascia traccia. Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore. Ed incendia tutti i cammini della terra, con il fuoco di Cristo che porti in cuore». Con queste parole del Fondatore, con cui si apre Il cammino, il suo libro di massime più noto, l’attuale prelato Javier Echevarria ne ha tratteggiato la figura umana, «il segreto del dinamismo di un messaggio di santità per tutti. Un ideale grandioso ed insieme normalissimo, al servizio del quale ricorda Echevarria, che fu suo stretto collaboratore per oltre 25 anni spese tutte le sue energie». Nel lavoro come servizio a Dio e al fratello sta dunque il fulcro del suo messaggio, approfondito a più dimensioni da 1200 studiosi