Dagli scarti degli agrumi alle passerelle di alta moda
Un’iniziativa che entrerà a far parte del mondo della moda sociale, un’idea originale. È così che nasce Orange Fiber, un progetto di moda che trasforma gli scarti agrumicoli in materia prima tessile per abiti. L’idea nasce dalla giovane stilista trentaquattrenne Adriana Santanocito, che in collaborazione con il Politecnico di Milano, è riuscita a far avvicinare in un modo del tutto innovativo il design, l’industria tessile e l’industria agrumicola.
La designer catanese, aiutata da un gruppo di amici, Enrica Arena, responsabile comunicazione e impatto sociale, Stefania Cauzo, responsabile commerciale, contabilità e amministrazione interna, e Manfredi Grimaldi, esperto di economia agroalimentare, ha deciso di utilizzare gli scarti delle arance per creare abiti in grado di rilasciare sostanze benefiche per la nostra pelle.
I giovani, dopo mesi di ricerche e studi, sono riusciti a capire come estrarre dagli agrumi la cellulosa, per poi ricavarne un vero e proprio tessuto da lavorare e trasformare in abiti di alta moda. Ma la vera novità è che, attraverso nanotecnologie, ai vestiti sono applicate delle microcapsule che, a contatto con la pelle, rilasciano vitamine A, E e C. In questo caso, la moda dà vita a un prodotto attento all’ambiente – l’unica cosa utilizzata nel progetto sono infatti gli scarti –, ma anche un prodotto etico e utile.
Proprio per questo, l’idea è stata selezionata nell’ambito dell'iniziativa “Changemakers for Expo Mlano 2015”, dieci idee in grado di cambiare il mondo. Inoltre, la realizzazione degli abiti di Orange Fiber è affidata a persone in difficoltà. La moda diventa in questo caso, un’opportunità di rinascita. Così, per la prima volta, possiamo indossare qualcosa che non solo ci fa sentire belle, ma ci fa stare bene, veramente.