Da Reggio Calabria a Milano

Attacco alla ‘ndrangheta orchestrato dal giudice Pignatone. Segnali incoraggianti dal coinvolgimento della società civile.
Giuseppe Pignatone

Sferrato un altro duro colpo alla ‘ndrangheta. Questa volta ciò è avvenuto spezzando il “ponte” che la malavita organizzata aveva creato tra Reggio Calabria e Milano, e le tante città della Lombardia (almeno 15) nei quali sono stati individuati i “locali”, per dirla in gergo ‘ndranghetista, sedi di altrettanti comuni in cui era stato diviso il territorio lombardo tra le varie famiglie malavitose.

 

L’operazione attuale coordinata contestualmente dalle procure di Reggio e di Milano è fra le più colossali degli ultimi dieci anni, almeno fra quelle che riguardano questo territorio, anche se nell’ultimo anno, dal subentro del procuratore della Dda reggina, Giuseppe Pignatone, qualcosa nella città in Riva allo Stretto, si sta muovendo. Altri arresti eclatanti infatti hanno preceduto questi attuali, soprattutto di super latitanti, come Giuseppe Tegano.

 

Ma il segnale forse più confortante per la città di Reggio, arriva dalla società civile. Ed è ciò che sta tanto cuore allo stesso Pignatone che non perde occasione, ogni qual volta vi siano manifestazioni di cittadini in piazza o in pubbliche assemblee, di fare interventi di incoraggiamento, perché il vero segnale alla ‘ndrangheta può e deve arrivare dalla società civile e dalle tante persone perbene. Forse anche questa operazione una volta di più dimostra quanto i legami con la propria terra d’origine e le proprie “tradizioni” siano care alla malavita.

 

Queste ultime intercettazioni ambientali hanno infatti dimostrato che i passaggi e le scelte fondamentali della ‘ndrangheta devono svolgersi obbligatoriamente sotto il manto della Madonna di Polsi, nel comune di San Luca e nel cuore dell’Aspromonte. Le procedure di “affiliazione” alla famiglia, l’attribuzione delle cariche, per scelta unanime dei boss, possono svolgersi solo a Polsi, pur se la malavita è orami ben infiltrata nel tessuto sociale di tante regioni del Nord. Questo hanno svelato le odierne intercettazioni: una ‘ndrangheta al passo con i tempi negli affari economici, ma tradizionalista nel portare avanti la “famiglia”.

 

Ecco allora perché Pignatone ad ogni tappa sottolinea quanto sia necessario trovarsi al fianco la società civile. Solo quest’ultima che oggi è di incoraggiamento all’attività della Procura distrettuale antimafia potrà infliggere il colpo mortale alla malavita

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