Da Pomigliano un appello all’unità sindacale

Un dibattito coordinato da "Città Nuova" ha visto allo stesso tavolo operai Fiat e sindacalisti nell’ambito di un progetto portato avanti dall’osservatorio politico della comunità parrocchiale San Felice in Pincis. «Salvaguardare il lavoro senza esclusioni e discriminazioni». L’appello e il link al dibattito in streaming
Pomigliano d'Arco

La comunità parrocchiale di don Peppino Sgambardella, a Pomigliano (nella foto gli stabilimenti Fiat), include gli assunti della nuova Fabbrica Italia di Marchionne, ma anche i cassintegrati Fiom. Il nuovo assetto aziendale e le fratture tra gli operai non sono rimasti alla porta della parrocchia di san Felice, sono entrati dentro. Sono saliti sul pulpito, si sono seduti tra i banchi con preghiere, veglie, digiuni e manifestazioni. Ieri un dibattito pubblico, organizzato dall’osservatorio politico parrocchiale, ha visto allo stesso tavolo sindacalisti e operai, con il giornalista di Città Nuova, Carlo Cefaloni, come moderatore. In streaming è possibile seguire la trasmissione dell’intero confronto.

Sotto invece pubblichiamo l’appello all’unità dei sindacati proposto dalla comunità parrocchiale a conclusione della serata. Un segnale importante di coesione del tessuto sociale.

 

Alle segreterie nazionali dei sindacati metalmeccanici italiani

Appello 10 dicembre 2012

In un momento di incertezza come quello che sta attraversando la società intera, siamo conviti che le nostre città devono riappropriarsi del termine “unità” per viverlo come principio di analisi e di azione. 

Una comunità come quella di Pomigliano, perciò, non può restare indifferente alla condizione delle famiglie dei cassaintegrati Fiat ma sostenere le loro iniziative che reclamano dignità e futuro.

La crisi Fiat incide pesantemente sul tessuto commerciale e imprenditoriale della città. Le nostre condizioni sociali ed economiche sono legate al destino dell’altro.

Non ci salva da soli.  

La stessa parola, “unità”, è richiesta dalle battaglie sindacali in  questo momento storico in cui i lavoratori vivono dappertutto le stesse difficoltà.

A Pomigliano, anche gli operai assunti dalla Fip sono collocati continuamente in cassa integrazione e finiscono per percepire lo stesso stipendio di quelli che subiscono la cassa integrazione da tre anni e vedono arrivare in fretta la scadenza di fine luglio, quando scadrà il periodo di cigs per cessazione di attività.

Per questo lanciamo un appello all'unità sindacale, a non entrare nella spirale della logica della divisione e della ricerca del nemico per rifiutare la cultura della solitudine competitiva.

Solo in tal modo sarà possibile sperimentare una nuova unità che riconosca la ricchezza della diversità nell’unico fine urgente: la difesa dei lavoratori che mai come in questo periodo versano nelle stesse condizioni di riduzione dei diritti e dei salari.

Non crediamo che il nostro territorio potrà crescere e salvarsi facendo ricorso all’ideologia che ha provocato negli ultimi anni l’aumento della rendita e il peggioramento delle condizioni del lavoro.

Chiedere un impegno forte per salvaguardare, senza esclusioni e discriminazioni, l’occupazione di qualità nella multinazionale Fiat, con coerenti e lungimiranti investimenti, vuol dire sentire più che mai la necessità che tali diritti siano estesi a troppe aree del lavoro e del non lavoro che restano fuori da ogni certezza del diritto e della dignità umana.

La nostra visione nasce da uno sguardo che abbraccia il mondo intero, sapendo che le contraddizioni si superano solo restando tutti assieme. Nessuno escluso.

Comunità parrocchiale San Felice in Pincis di Pomigliano D’Arco (Napoli)

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