Da Montecchio a Negrar

Una scuola dell'infanzia rischia di chiudere. Preoccupazione tra i genitori degli alunni.
Montecchio

 

Trenta anni fa in un piccolo borgo in provincia di Verona, Montecchio di Negrar, un gruppo di genitori fondava l’Associazione Aurora. L’esigenza era quella di trovare spazi e persone che potessero gestire un piccolo gruppo di bambini e dare loro la possibilità di poter frequentare la scuola materna per evitare lunghi e difficili spostamenti ad alunni dell’età compresa tra i 3 e i 6 anni. All’inizio erano otto bambini e la maestra li andava a prelevare dalle loro case. Sembra di risentire la storia della nascita di tante piccole scuole, una per tutte Barbiana, quella di Don Milani. Persone semplici, artigiani, lavoratori, casalinghe, da generazioni trapiantati su nei monti. Questa scuola ad oggi ha circa 50 bambini, funziona con la retta pagata dai genitori, sempre riuniti in associazione, e in parte grazie ai contributi del Comune di Negrar.

 

Adesso c’è la seria preoccupazione che la piccola scuola chiuda per sempre. In seguito alla dichiarazione di inagibilità, dettata dalle condizioni strutturali dell’edificio, il Comune ha deciso infatti di chiuderla per iniziare i lavori di ristrutturazione.  Le tre classi dovranno spostarsi a Negrar con tutti i disagi che si possono immaginare considerando anche che la piccola scuola è l’unico presidio istituzionale oltre la parrocchia del piccolo borgo di Montecchio di Negrar, non è rimasto più niente. Se a ciò aggiungiamo che il trasporto sarà a carico degli utenti, le famiglie, e che, inoltre, sono raddoppiati i costi per il trasporto e per la mensa della scuola primaria, si può capire l’entità del disagio.

 

Molti, alla luce di simili tagli, si chiedono che fine abbia fatto il famoso principio di sussidiarietà tanto sbandierato dai politici. Qui i genitori si autofinanziano per avere un diritto sancito dalla Costituzione, il diritto allo studio, appunto, che dovrebbe essere gratuito. Il sindaco pdl Giorgio Dal Negro, presidente dell’AnciVeneto, si è forse rimangiato tutte le promesse fatte in campagna elettorale sul massimo impegno a favore della fascia montana?

 

Annamaria e Salvatore Schiano Di Cola

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