Da Gazebo alla Siria. Corridoi umanitari per la pace

Il premio “Colombe d’oro” 2016 di Archivio disarmo è stato consegnato per le iniziative di accoglienza dei profughi dai Paesi in guerra ai giornalisti Lucia Capuzzi (Avvenire), Lorenzo Trombetta (Ansa) e a Diego Bianchi “Zoro”, blogger e conduttore televisivo
rifugiati (foto ap)

È uno dei miracoli italiani poco conosciuti. Dal 1982 opera a Roma Archivio Disarmo, Istituto di ricerche internazionali (Iriad) che informa in maniera gratuita e competenza scientifica sullo stato dei conflitti, la produzione e il commercio di armi, i percorsi di pace. Ogni anno promuove un premio pubblico (“Colombe d’oro”) che permette di conoscere i protagonisti e gli attori credibili dell’azione di pace con una particolare attenzione al mondo dell’informazione, dalla carta stampata a quella radiotelevisiva. In questi casi il premio si rivela l’alternativa a ogni cultura dell’incentivo e viene assegnato a diversi competitori perché conserva il senso della gratuità, quello di riconoscere chi permette a noi tutti di restare umani e di rinsaldare il legame sociale che non può reggersi su una coabitazione indifferente e disimpegnata.

 

Colpisce, inoltre, la fiducia sulla stampa come leva della coscienza. Saper informare, riportare i fatti con esattezza, senza censure dirette e indirette, è una forma di partecipazione dell’informazione che è sempre onestamente intenzionale. Ci si pone uno scopo nella pretesa di scrivere e raccontare. Nelle precedenti 31 edizioni, il premio è stato conferito a 61 giornalisti e a 31 personalità internazionali. Tra gli altri: Olof Palme, Nelson Mandela, Perez de Cuellar, John Hume, Jesse Jackson, Gino Strada, Hans Blix, Daniel Barenboim.

 

Quest’anno, all’indomani del giorno in cui molto maturandi italiani hanno potuto riflettere scrivere di fili spinati e confini come volto inquietante del tempo contemporaneo, la giuria dell’Iriad ha conferito il riconoscimento della sezione internazionale a don Mosè Zerai, sacerdote cattolico, presidente di Habeshia, agenzia che «opera per l’integrazione degli immigrati, dando loro assistenza nelle emergenze, nella tutela legale, nell’azione educativa», e ai “Corridoi umanitari” promossi da Comuntà di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese. Un progetto che in 2 anni offrirà un asilo sicuro e legale a mille profughi dalla Siria e dall’Africa.

 

Come dice don Zerai, «non ci può essere pace senza il riconoscimento dei diritti fondamentali da parte dei popoli. Questo è il mio impegno, tutelare i diritti fondamentali delle persone in movimento, dare voce a quanti vivono in condizione di segregazione e di persecuzione».

Per questa capacità di “dare voce” a coloro che ne sono privi, le colombe d’oro della sezione giornalisti sono andate a Lucia Capuzzi di Avvenire, Lorenzo Trombetta dell’Ansa e, infine, a una figura “irregolare” dell’informazione, cresciuto come blogger e poi diventato conduttore della trasmissione televisiva Gazebo, che va in onda in tarda notte su Rai Tre.  Diego Bianchi “Zoro”, con il suo gruppo di lavoro ironicamente intriso di romanità, ha documentato, con rigore oggettivo e grande partecipazione, preziose testimonianze sulle periferie metropolitane italiane e del Mediterraneo. Secondo Zoro si tratta semplicemente di andare «direttamente nei posti a farci permeare da quello che vediamo per poi raccontarlo, dopo, nella maniera più diretta».

 

La Capuzzi, invece, secondo la motivazione del premio, riesce a dare «conto dei paradossi prodotti dalla povertà, dall’autoritarismo e dalla dipendenza economica che segnano come ferite il continente latinoamericano» che non è solo attraversato «da una violenza strutturale ma da una vera e propria guerra», come dice la giornalista di Avvenire. Ha voluto dedicare il premio a padre Paolo Dall’Oglio, Trombetta che da anni «con competenza e coraggio approfondisce la complessa questione siriana».

 

L’Iriad svolge da anni un servizio pubblico che in altri Paesi è riconosciuto e sostenuto dalle istituzioni, come avviene in Svezia, dove esiste l’autorevole centro di ricerca e studi per la pace Sipri. Il “miracolo” di Archivio Disarmo consiste nella capacità di tenersi caparbiamente in piedi, non meno autorevolmente, tramite finanziamenti volontari (Come quello di Legacoop per il premio Colombe d'oro) e progetti di ricerca. Un tratto caratteristico voluto dagli allora giovani fondatori che iniziarono il lavoro di studio e documentazione grazie a un senatore, Luigi Anderlini, un “politico” molto attento, però, a evitare influenze e collateralismi dei partiti, anche “amici”.

 

Presidente dell’Iriad è Fabrizio Battistelli, professore di sociologia alla Sapienza di Roma, che compone la giuria del premio Colombe d’oro, assieme a Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta. Fino al 2012, la giuria è stata presieduta dal premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini.

 

Coordina la grande mole di lavori dell’Istituto, come il mensile on line Sistema Informativo a Schede (SIS) e l'attività documentaria della Banca dati Disarmonline, il professor Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’Iriad, storico ed esperto di geopolitica, docente in master universitari e membro del Cisrsm (Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari).

 

Grazie a Simoncelli, è stato avviato un rapporto di collaborazione con l’Iriad da parte del gruppo di lavoro “Economia disarmata” del Movimento dei Focolari in Italia. Prossimo appuntamento il seminario promosso dal Movimento politico per l’unità alla Camera dei deputati il 5 luglio, dalle 14.30, su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale” che vedrà, tra l’altro, il dialogo tra l’Istituto di ricerche internazionali Archivio disarmo e l’Istituto affari internazionali.

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