Da Firenze un segno di pace per un mondo in guerra

Un forte segnale da Firenze verso la giornata di preghiera per la pace proposta da papa Francesco per il 27 ottobre. Migliaia di persone nella notte del 23 ottobre hanno risposto all'invito lanciato dall'abate di San Miniato. «Soprattutto gente comune, quella che incontri per la strada ogni giorno, gente di fede, ma non solo, soprattutto gente di buona volontà che crede nella pace al di là del suo credo religioso». Una testimonianza diretta
Firenze per la pace. Foto Roberto Catalno

Sono appena tornato da una ‘serata di pace’. Un diversivo davvero importante nel frastuono delle armi, delle scene orrende che ci propinano i media ogni giorno creando una costante escalation dell’emulazione a chi riesce a essere più crudele. E questo non solo sui terreni recenti di guerra – Ucraina, Israele e striscia di Gaza – ma anche nella vita quotidiana, oltre che negli attacchi terroristici che hanno ripreso ad insanguinare l’Europa occidentale.

A Firenze, invece, stasera circa dieci mila persone – dice l’Avvenire – mentre per altri erano la metà, si sono snodate in una fiaccolata di pace a partire dal ponte delle Grazie salendo verso San Miniato, illuminato a giorno in una notte che sembrava preannunciare burrasca e che, invece, ha risparmiato i coraggiosi pacifisti. Nessuno slogan, poche bandiere di parte (alcune palestinesi e molte quelle arcobaleno simbolo della pace fra cui una lunga dieci metri), molte, moltissime torce e candele – si parla di duemila cinquecento – e gente, tanta gente. Soprattutto gente comune, quella che incontri per la strada ogni giorno, gente di fede, ma non solo, soprattutto gente di buona volontà che crede nella pace al di là del suo credo religioso. Erano presenti cristiani, musulmani e ebrei, gente serena che voleva solo dimostrare di essere a favore della pace e contro le guerre assurde e crudeli che si stanno svolgendo davanti ai nostri occhi col grande pericolo che la situazione sfugga di mano a chi le ha ingaggiate. E allora sarebbe una questione veramente seria. Non solo una ‘guerra mondiale a pezzi’, come la definisce papa Francesco, ma una guerra mondiale totale e, forse, finale per il genere umano.

«Firenze si dimostra ciò che è sempre stata – ha detto l’imam Izzedin Elzir, anche lui di origine palestinese – la città dell’umanesimo in cui parlare di pace». Ma accanto a lui, ha parlato ai giornalisti, che per lungo tempo hanno circondato i leaders religiosi, anche rav Gaudi Piperno, rabbino capo di Firenze. «Un segno di nuovo umanesimo» è stato il commento del promotore dell’iniziativa, dom Bernardo Gianni, abate di San Miniato che ha espresso gratitudine sia all’imam che al rabbino sottolineando che «la loro presenza è un dono di pace, di profezia, di coraggio e di libertà. Firenze abbraccia il vostro dolore, sostiene le vostre speranze. Firenze sogna la pace per le vostre terre». Una testimonianza importante nella città di Giorgio La Pira, di don Milani, di padre Balducci e di tanti altri grandi e piccoli testimoni di pace. Sono momenti che restano nel cuore quelli che si sperimentano insieme a migliaia di persone come stasera sul lungarni e sulla salita verso san Miniato. E, soprattutto, fanno sperare.

Dal Blog di Roberto Catalano whydontwedialogue.blogspot.com

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