Custodire Barbiana e il suo messaggio

Una Fondazione aperta fin dalla sua nascita, segno dell’appartenenza di don Milani al mondo intero. Con un compito preciso: conservare i luoghi, attualizzare il suo messaggio. Lo scorso 16 ottobre a Firenze si sono ritrovati in oltre 300 per la nascita della Fondazione a lui intitolata. Erano presenti i soci fondatori, al termine di due anni di lavoro: alcuni ex allievi di Barbiana e di Calenzano, amici sacerdoti, personalità del mondo della cultura e del sociale, rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio, componenti dell’Università di Firenze e dell’Opera Madonnina del Grappa, persone vicine a don Lorenzo, i rappresentanti dei comuni in cui don Milani operò. In tutti loro, una granitica certezza: don Lorenzo non può essere incartapecorito. Nessuno vuole fare di lui un santino, né di Barbiana un museo. Si tratta invece di far muovere oggi il suo pensiero e di rendere accessibile la straordinaria esperienza pedagogico-educativa della scuola. Barbiana torna così a vivere come segno di contraddizione e di impegno in ogni campo: quello sociale, umano, scolastico, politico, con la realizzazione di un percorso didattico e culturale, integrato da materiale multimediale e informatico e aperto al pubblico. Il percorso sarà dislocato negli stessi locali della scuola, dalle aule di studio all’officina, ma anche nel pergolato, luogo delle lezioni all’aperto, e nella piscina (costruita dagli allievi perché don Milani riteneva che i montanari dovevano vincere la loro paura dell’acqua). Verranno ricostruiti il laboratorio, la fucina e i molteplici strumenti di insegnamento che don Lorenzo elaborava in ogni campo. Tra questi, il metodo per l’insegnamento della lingua italiana e delle lingue straniere, per la conoscenza dei cromosomi, l’atlante storico murale, i cartelloni statistici e quelli astronomici, l’astrolabio, la macchina per arrotolare lo spartito musicale, la camera oscura per le foto, l’impianto a gas per l’illuminazione della scuola. Fa parte integrante del progetto anche la realizzazione di un modello virtuale in tre dimensioni della scuola di Barbiana, che sarà posto sul sito della Fondazione, e di un audiovisivo su don Lorenzo, grazie alla ricca raccolta di documenti, registrazioni audio e foto, che restituiscono ampiamente lo spirito e l’atmosfera di quei luoghi ai tempi del priore. La Fondazione solo casualmente nasce 50 anni dopo l’esilio di don Lorenzo, che arrivò a Barbiana il 7 dicembre 1954, a 32 anni, in un luogo non segnato sulla carta geografica. Una chiesa senza popolo, senza strada, senza luce, senza speranza. Di lassù non poteva fare danni – ha testimoniato nel suo vibrante intervento il presidente della Fondazione, Michele Gesualdi -. Però chi lo esiliò non pensò che si può esiliare il corpo, ma non lo spirito. Così da quell’esilio don Lorenzo e il suo pensiero sono cresciuti, si sono avvicinati alla verità al punto che a quasi 40 anni dalla sua morte il suo insegnamento, le sue intuizioni, le sue prese di posizione, il suo trasformare il particolare della sua gente di Barbiana in universale, sono vive, muovono le coscienze e sono punto luce per tanta gente. La scuola fece parte integrante del suo progetto pastorale. La Fondazione ne rilancia il messaggio, più che mai attuale, perché ci sono ancora tante Barbiane nel mondo, occorre farle emergere e dare loro speranza

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