Cuneo. Ricchezza e solidarietà
Un po’ di burocratese ogni tanto ci vuole: Il Piemonte meridionale è legato al sud della Francia da relazioni territoriali e culturali storiche. Questa propensione spontanea configura un terreno insolitamente fertile, di interesse nazionale ed europeo, per sperimentare modelli di intervento a sostegno della crescita delle competitività locali, all’interno di un contesto di coesione e di partnership transfrontaliere, a sua volta sostenuto da un parternariato consolidato tra le città e le province del Piemonte meridionale. Questa è la descrizione introduttiva che accompagna il Piano strategico stilato dal Comune di Cuneo. Tra le citate province del Piemonte meridionale, c’è ovviamente quella di Cuneo che, in virtù della sua collocazione geografica, si configura espressamente chiamata ad assolvere a un ruolo di cerniera naturale in territorio italiano di una rete transfrontaliera di città. L’interfaccia in territorio francese è Nizza. Una provincia di confine dunque, che negli anni sembra aver patito, ma solo in apparenza, l’isolamento e la distanza dalle istituzioni centrali. Basti ricordare che al suo apparire sulla scena politica la Lega Nord raccolse qui ampi consensi, in una provincia in passato di stile democristiano, fatta di uomini riservati, schivi e discreti. Ma solo apparentemente, dicevamo. Perché a leggerne la sua storia si colgono i segni evidenti di una provincia che senza attendersi troppo dalle istituzioni ha saputo tirarsi su le maniche e lavorare sodo. Ripartendo in effetti da dopo la guerra che l’aveva devastata sotto tutti i punti di vista, negli anni Cuneo e la sua provincia si sono dati una fisionomia di tutto rispetto. Tirandosi su le maniche Un dato significativo su tutti: se le banche fanno ancora testo, sui 250 comuni della provincia 151 possono usufruire dei loro servizi. Il rapporto sportelli/abitanti è uno dei più elevati d’Italia: quasi uno ogni mille abitanti. Il mercato del credito della provincia di Cuneo è caratterizzato da una capillare presenza di banche locali: otto banche di credito cooperativo, quattro casse di risparmio e altrettante fondazioni. In totale nel Cuneese sono presenti 13 banche con 476 sportelli. La marcata presenza del credito cooperativo, poi, è un segnale certamente di vitalità delle tante piccole e medie imprese manifatturiere, non solo, ma anche di quelle commerciali. Escludendo le province di Trento, Bolzano e Udine, capoluoghi di regioni e province a statuto speciale, Cuneo evidenzia una presenza di rilievo assoluto, in campo nazionale, di questo tipo di banca. Supera, infatti, le stesse province tradizionalmente rosse dell’Emilia, se si esclude Bologna. Le imprese attive sono 72.098 (una ogni 7,9 abitanti: il modello Cuneo è da primato nazionale ed europeo per concentrazione di imprese), di cui 26.339 agricole, 16.429 per commercio e alberghi, 10.207 nei servizi e 9.891 nelle costruzioni (entrambe +3 per cento circa annuo), 7.077 quelle manifatturiere; edilizia trainante (43 per cento) anche nel mondo artigiano. Significativa la bilancia commerciale, che per la Granda, così si suol chiamare Cuneo, vede sempre pendere il piatto verso l’export, con un ruolo forte per agroalimentare e metalmeccanico: il saldo attivo è passato da 1.664,3 a 2.037,7 milioni dal 2000 al 2004, con un incremento del 22,43 per cento. Risposte alla crisi Ma nel 2005 l’economia cuneese sembra avere il fiato corto, con un saldo di 474,1 milioni nel primo trimestre, sceso a 465,5 nel secondo. Un andamento che si riscontra anche nella produzione industriale: dopo un 2004 di crescita, il 2005 alterna dati contrastanti. Un quadro economico comunque positivo, anche se non mancano ombre. Cassa integrazione, e paure di chiusura o di ridimensionamento hanno lambito parecchie piccole-medie aziende. Meno preoccupazione per i lavoratori Michelin, Ferrero, Algat. La risposta del territorio non si è fatta attendere, né dalle altre aziende. Sulle questioni occupazionali ci siamo impegnati molto come Provincia – afferma il presidente Raffaele Costa -, attivando tavoli di concertazione, oltre ad aver cercato di favorire formule innovative di sostegno, anche attraverso un lavoro specifico negli Stati generali per la Granda. Per le aziende in difficoltà – aggiunge Alberto Valmaggia, sindaco di Cuneo -, abbiamo dimostrato in più occasioni ampia disponibilità verso gli imprenditori intenzionati al rilancio. Per andare oltre le emergenze, stiamo comunque portando avanti un vasto lavoro sul Piano strategico, ragioniamo per disegnare la Cuneo dei prossimi decenni. Idee, uomini, aziende, missionari Fin qui qualcosa della fantasia della gente di questo lembo di Piemonte, che nonostante la chiusura, i valichi e le strade che non ci sono, il cuneese è arrivato ovunque con idee, uomini, aziende e missionari. Una ricchezza unica dovuta al basso profilo e forse a un paese di frontiera dove si incontrano tante cose. Cuneo frontiera e non porto di mare. Dalla fantasia del Cielo, in effetti, in questa terra sono nati e sono presenti comunità religiose, centri di spiritualità, monasteri in gran numero. Dallo stesso clero diocesano vengono proposte valide e attuali per concretizzare la vita cristiana negli ambienti più disparati. E iniziative forti per i tempi liturgici, affidate a giovani e adulti. Ma la risposta è sempre meno entusiasta. Rispondono in pochi, anche se ancora forte è lo spirito cristiano che anima le comunità. Ricchezza economica e spirituale, quindi. Eppure, anche se apparentemente non manca nulla, emergono le povertà di chi ha tutto, ma manca dell’essenziale. L’egoismo rischia di prevalere e coprire i bisogni piccoli e grandi della gente. La Guida, il settimanale della diocesi di Cuneo – più di sessanta pagine formato tabloid e di 25 mila copie diffuse capillarmente -, è percepito e vissuto come vero e proprio giornale del territorio tout-court, aperto a tutti i temi locali e non solo. A dirigerlo è un laico, Ezio Bernardi. Viene così offerto un indice di questa apertura e capacità di dialogo della chiesa locale con il territorio. Le povertà del Cuneese Bernardi le individua in tre settori: Il primo è nel mondo giovanile, affetto da un precariato lavorativo cresciuto in maniera esponenziale e che rende difficile per i giovani cuneesi realizzare un progetto di vita che guardi con una certa serenità al futuro. Il secondo tocca gli anziani: la Provincia di Cuneo è statisticamente una delle più vecchie d’Italia, e per molti anziani la povertà si chiama solitudine. Il terzo riguarda la popolazione immigrata: circa 35 mila regolari su 550 mila abitanti (più gli irregolari): si tratta soprattutto di badanti, lavoratori agricoli stagionali e lavoratori dell’industria. La povertà in questo caso nasce dalle difficoltà di un vero inserimento sociale. Molti sono gli organismi di volontariato e non che operano per l’integrazione, a cominciare dalla Caritas. Ma il problema resta aperto – prosegue Bernardi -. È di questi giorni la storia di un giovane ivoriano suicidatosi nella quasi indifferenza di tutti. Quale dramma l’ha portato a questa tragica scelta?. Speranze cuneesi Le speranze, per i giovani che nascono soprattutto dalla ricchezza e dalla vivacità del territorio Bernardi le individua dal punto di vista dell’economia: Soprattutto nella impresa a gestione privata, ma ad alta valenza che sa creare spazi di lavoro in loco. Questa è anche la provincia con il record nazionale di partite Iva. Ma un ruolo crescente lo sta giocando l’università che sta prendendo piede con facoltà diverse nei vari centri della provincia. E non va dimenticata la vicinanza con la Francia, spinge sempre più verso l’Europa. E infine, per quanto riguarda il sociale, segnalerei come elementi positivi la presenza di una chiesa con un forte tasso di credibilità sia nelle figure dei suoi vescovi e sacerdoti, sia una forte presenza dell’associazionismo che riesce a dare respiro ai giovani, offrendo molte possibilità di azione concreta sia sul territorio sia in altri paesi dove è forte la presenza missionaria.Ma c’è anche una tradizione del buon amministrare negli enti locali che ancora attira i giovani. Per concludere val la pena di sottolineare un valore positivo che fa sperare: nella sola città di Cuneo (55 mila abitanti) quasi mille famiglie sono composte da sei persone. La famiglia dunque è il futuro, soprattutto se alimentata e conformata a quei valori sani che qui si respirano insieme all’aria frizzante che la montagna offre. Una famiglia mediamente agiata, sì, ma ricca di molti tesori riconosciuti come tali sia da laici convinti sia da cristiani autentici: la solidarietà, l’onestà, la responsabilità, la condivisione. L’INCANTO D’UNA PROVINCIA La Provincia di Cuneo ha 569.987 abitanti per una superficie di 6.903 chilometri quadrati è incorniciata dalle Alpi Cozie e Marittime che la circondano rispettivamente a ovest e a sud, con un grande arco che solo a est della valle del Tanaro si abbassa in forme più dolci, trapassando al sistema collinare delle Langhe. Rientra nella provincia anche una porzione delle colline del Monferrato. Nell’arco alpino i fiumi incidono valli trasversali, che convergono a ventaglio verso la pinaura. La valle più settentrionale è quella del Po che nasce alle pendici del Monviso, il Re di pietra con i suoi 3.841 di altezza.