Crudelia, una favola nera
Crudelia, la celebre cattivissima del cartone disneyano La carica dei 101 diventa nel film diretto da Craig Gillespie, sempre per la Disney, una ragazza talentuosa in versione punk-rock londinese anni Settanta che come ladruncola creativa con due soci, tutti orfani, si chiama Estella. Decisa ad entrare nel mondo della moda, si imbatte nella snob Baronessa von Hellmann, una leggenda fashion, cinica e crudele, che però è attirata da lei. Una relazione misteriosa di reciproca attrazione che trasformeranno Estella, riscoprendo la sua vera origine ed anche il lato sinistro della Baronessa, in Crudelia, esuberante e vendicativa. Con inevitabili tensioni e sorprese.
Una favola nera, dunque, ma non troppo. Il racconto scivola via divertendoci, nonostante la pessima fama di Crudelia e della sua amica-antagonista Baronessa dove duellano da par loro attrici come Emma Stone (Crudelia) ed Emma Thompson (Baronessa) con ottimi comprimari. Le due si combattono tra abiti spregiudicati, acconciature stravaganti e avveniristiche in ambienti superbi che ricordano il film Il diavolo veste Prada con Meryl Streep. Ovvio il paragone anche con Glenn Glose ne La carica dei 101 del 1996.
Il villone della Baronessa sul dirupo è una icona di spettacolarità sfavillante ma contiene pure un lato dark intrigante, così come certe atmosfere da thriller-poliziesco dove i generi si mescolano efficacemente ed anche senza prendersi troppo sul serio, almeno da parte del regista, ma non certo da parte delle attrici. Le due Emme consumano tacchi, vestiti, occhiate e capelli con una inarrestabile varietà. Il film contiene pure un tono visionario, una riflessione da non sottovalutare sulla sofferenza e sulla necessità di trasformarla in coraggio. Musica, costumi e fotografia spettacolari.