Crossing Over
Ha pensato di portarla nel cinema, considerandola nella sua complessità di culture e religioni diversificate. Ne ha tratto un film corale, con le storie parallele di vari personaggi che, accomunati dalla stessa esigenza al momento dell’arrivo, sono destinati a percorrere strade differenti. E ogni caso si conclude con la chiusura della relativa pratica da parte della polizia o della magistratura, in genere senza troppe preoccupazioni umanitarie. Il racconto è curato nella forma e procede con calma, prendendosi il tempo necessario per approfondire gli stati d’animo.
Tra i casi scelti, tutti problematici, qualcuno ha buon esito, mentre altri finiscono drammaticamente, a causa di scelte immorali, di interferenze della malavita o di intransigenza politica.
La scena finale con la cerimonia del giuramento di fedeltà alla bandiera americana, che mostra persone di tutte le provenienze, prese dalla solennità del momento, esprime la gioia di quanti hanno ottenuto la sospirata cittadinanza, in quel Paese dalle molte opportunità. Ma l’arresto di uno di loro, divenuto assassino, ricorda che, per alcuni di essi, sussistono situazioni problematiche. Positiva la figura dell’agente di polizia Harrison Ford, che ha il compito di arrestare i clandestini. È sensibile alle loro necessità estreme e si adopera ad aiutare giovani e bambini indifesi, soffrendo quando non riesce a farlo.
Crossing Over, pur non privo di qualche sgradevolezza, ha il pregio di denunciare le ferite vive di questo serio problema sociale a livello mondiale, che molti tendono a dimenticare.
Regia di Wayne Kramer; con Harrison Ford, Ray Liotta, Ashley Judd, Jim Sturgess, Cliff Curtis, Merik Tadros, Alice Braga, Alice Eve, Justin Chon.
Raffaele Demaria
Valutazione della Commissione nazionale film: Crossing Over: consigliabile, problematico (prev.).