Crollata la Casa dei Gladiatori
La Schola Armaturarum Juventis Pompeiani si è sbriciolata. L'indignazione di Napolitano: è una vergogna nazionale.
Prima ha ceduto un muro, poi si è sbriciolata l’intera Domus. È crollata così, all’alba di sabato 6 novembre, la Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, la Casa dove si allenavano i giovani gladiatori, situata in via dell’Abbondanza, uno dei percorsi turistici più frequentati degli scavi archeologici di Pompei. Seppur in condizioni precarie (non si poteva visitare all’interno), la struttura – contenente le armature ritrovate nello scavo, con trofei e decorazioni sulle porte – aveva resistito due millenni, opponendosi alle intemperie, alle eruzioni del Vesuvio, ai bombardamenti nel corso della seconda guerra mondiale, finanche al terremoto dell’‘80. Di fronte all’incuria e all’abbandono, però, si è arresa, rovinando al suolo in un cumulo di macerie.
Una spiegazione ufficiale, al momento, ancora non c’è. La Sovrintendenza parla di possibili infiltrazioni d’acqua (ma la manutenzione nessuno l’ha effettuata?) dovute al cattivo tempo degli ultimi giorni, anche se per il gran caldo dell’ultima settimana, a Napoli sembra essere tornata la primavera. Si dice anche che forse il restauro è stato effettuato in maniera irregolare o con materiali non adatti (ma i controlli nessuno li ha fatti?). L’unica certezza è che dopo proteste, scioperi del personale, avvicendamenti della dirigenza con tanto di commissiariamento, alla fine in uno dei siti più visitati in assoluto in Italia sta vincendo la negligenza. «Quello che è accaduto – ha commentato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – dobbiamo, tutti, sentirlo come una vergogna per l’Italia. E chi ha da dare delle spiegazioni non si sottragga al dovere di darle al più presto e senza ipocrisie». L’indignazione del Presidente è quella di tutta l’Italia.
Furioso, il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, parla di un «crollo annunciato». Colpa, spiega, «di un intero sistema che ha sottovalutato questo grande patrimonio, che non ha riposto attenzione sugli scavi di Pompei. Ho incontrato cittadini, turisti, sono tutti increduli. Tutti, tutti esprimono disappunto. C’é una responsabilità di omissione. Qui si parla di mura di 2mila anni fa, di strutture che dovrebbero essere messe sotto una campana di vetro. Ed invece non viene fatto nulla di tutto ciò». Per l’ex sovrintendente Giuseppe Proietti, in pensione da qualche settimana, la Casa dei gladiatori non era a rischio. Viene da chiedersi, a questo punto, che cosa ne sarà di quelle strutture che, invece, sono già ritenute pericolanti.
Il ministro Bondi parla della necessità di reperire nuovi fondi. Le opposizioni, in coro, ribattono che questo è frutto dei tagli alla cultura. Tagli imponenti, contro i quali, nei prossimi giorni, ci saranno manifestazioni e scioperi. Resta l’amarezza per un patrimonio millenario andato in frantumi. Per una sciatteria non più accettabile né giustificabile. Il turismo, è stato detto, è una delle vere risorse per l’Italia. Se questo è il modo in cui lo si rilancia, allora c’è davvero bisogno di ricominciare, con serietà, a lavorare per conservare, promuovere e tutelare le nostre bellezze architettoniche e paesaggistiche.