Cristo pensante

Chiara Lubich amava il Trentino e le sue montagne. Le vacanze sue e delle prime compagne a Tonadico e Fiera di Primiero, dal ’49 al ’59, divennero le prime Mariapoli, incontri estivi dei nascenti Focolari. Il Passo Rolle, davanti alle spettacolari Pale di San Martino, fu uno dei luoghi più amati dai mariapoliti per i momenti di escursione e di riflessione. Non poteva trovare collocazione più significativa un sentiero di montagna dedicato a Chiara accanto ad altri intitolati a grandi figure significative del cristianesimo: Francesco, Giovanni Paolo II, Padre Pio, Benedetto XVI e Madre Teresa. Prende il nome di Trekking del Cristo pensante, perché sulla cima del Monte Castellazzo (2.333 metri), mèta del percorso, una cattedrale naturale con il più affascinante panorama delle Pale di San Martino, troverà posto l’originale figura in pietra bianca, a grandezza naturale, opera di Paolo Lauton, di un Cristo in meditazione, la corona di spine realizzata con filo spinato della Grande guerra. Accanto, una croce in ferro, vuota. Il progetto sta prendendo forma in questi mesi e a settembre sarà inaugurato: percorsi facili, alla portata di tutti, un’ora e mezzo al massimo, con partenza da Capanna Cervino, sopra Passo Rolle, passando da Baita Segantini, costeggiando la stupenda Val Venegia, fino alla cima. Ma la vetta da raggiungere è prima di tutto una vetta spirituale: il trekking è infatti un percorso escursionistico improntato alla riflessione e alla ricerca interiore. La figura del Cristo pensante, in linea con le tradizioni montanare cristiane, non è una proposta confessionale, ma aperta agli uomini di ogni convinzione e ai credenti di ogni religione: ciascuno, leggendo i pensieri di queste grandi figure che hanno saputo parlare all’umanità intera, può trovare la propria ispirazione. Basta leggere le parole di Madre Teresa scritte sulla base di roccia del Cristo: Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere. L’idea del trekking è venuta a Pino Dellasega, un appassionato istrutto- re di nordic walking, la camminata con i bastoncini: Mi trovavo in Val Venegia quando ho visto un musulmano pregare davanti alle nostre montagne. Ho compreso come la natura possa accendere la spiritualità che vive in ogni uomo. Così è nata l’idea del trekking e la convinzione che si possano proporre occasioni di brain walking, camminare con la mente muovendo il fisico, in perfetto equilibrio. Lui stesso l’ha proposto a Chiara Lubich che, nella risposta a fine 2007, gli ha fatto scrivere: È un’ottima idea quella di avvicinare la gente, soprattutto i giovani, alla montagna, usando un cammino che li faccia riflettere su ciò che nella vita è più bello ed importante. Il luogo non poteva essere scelto meglio, per la bellezza dello scenario, che Chiara ben conosce, e per far meglio riflettere le persone sui temi della pace, della vita e della fede. Le Dolomiti con l’enrosadira (il tipico divenire rosa al tramonto) e l’aria sottile, le foreste dei violini (si dice che Stradivari stesso scegliesse fra gli abeti rossi di Paneveggio i più adatti a ricavarne strumenti), le albe e i tramonti, i sentieri facili, i ricordi della Grande guerra, e infine lui, il Cristo pensante. Il trekking – spiega ancora Dellasega – vuole essere una palestra per pensare, farsi domande e trovare risposte. Per sedersi, immersi nel tramonto, accanto al Cristo pensante, per capire quanto piccolo sia l’uomo e quanto grande sia l’universo. E, nel momento in cui il sole è andato a dormire, far posto ad una coperta di stelle per capire che non sei tu che guardi la natura, ma è lei che ti osserva. In quel momento ciascuno potrà sentirsi un po’ più ricco e potrà guardare tutto con una prospettiva nuova. L’esperienza del Cristo pensante è stata per Pino stesso un cammino di riflessione e di avvicinamento alla spiritualità dell’unità, guidato dall’amico Mauro Morandini. Prima di lasciarci mi racconta dell’ultima volta che, con Mauro, è salito al Castellazzo, e ne è sceso che ormai era buio: Quella notte, scendendo dalla Val Venegia, con alle spalle la magia notturna delle Pale e sulla sinistra l’imponenza del Castellazzo, un gigante nel cielo stellato, il bosco era illuminato dalla luna con i suoi giochi di luci e ombre. Ci fermiamo, affascinati da uno scorcio di paesaggio che ci proietta nel mondo delle fiabe, irreale, con la luna che passeggia nel cielo tra due abeti di violino in equilibrio su di un masso errante. D’un tratto la camminata si trasforma in riflessione e le emozioni piovono. E pensare che sono passato mille volte in quel posto ma non ero mai riuscito a vedere, con gli occhi dell’anima, certe cose. Poi, a casa, ho capito: era il 14 marzo. Quella notte la luna era particolarmente splendente perché in cielo era salita una nuova stella, Chiara Lubich, che di questi posti era frequentatrice. Quella che vedevamo era la luna di Chiara che era in cielo la notte in cui lei ha salutato tutti, per sempre.

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