Cristiani del Novecento in Toscana
L’Associazione Archivi dei Cristiani Toscani del Novecento (Arcton) apre agli studiosi e a tutti gli interessati alla documentazione custodita ordinata e inventariata dagli archivisti. A dare l’annuncio dell’avvio della completa operatività, una conferenza stampa avvenuta presso la sede della Madonnina del Grappa di Firenze. Arcton intende custodire, ordinare e catalogare gli archivi di eminenti figure del mondo cattolico fiorentino e toscano del Novecento: a farne parte in qualità di soci, prevalentemente gli eredi di tali figure che hanno concesso in deposito gli archivi dei loro familiari vista la rilevanza storica, scientifica e spirituale del materiale.
Negli anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 2012, Arcton, sostenuta anche dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Regione Toscana, ha proceduto alla presa in carico di archivi di grandi dimensioni dei seguenti personaggi: Don Ajmo Petracchi, Gian Paolo Meucci, Anna Ninci Meucci, don Paolo Giannoni, mons. Alberto Bonanni, don Danilo Cubattoli, don Renzo Rossi, don Paolo Giannoni, Raffaello Torricelli e ha avviato la prima fase della sua missione sociale, orientata all’ordinamento e alla catalogazione. Si tratta di materiale in gran parte inedito che potrebbe fornire un ulteriore contributo per approfondire un periodo della storia del mondo cattolico toscano, quello dei primi decenni del secondo dopoguerra, che ha fortemente condizionato la costruzione di una democrazia più avanzata in Italia.
Nel 2012, il Cardinale Silvano Piovanelli, all’epoca già Arcivescovo emerito di Firenze, nel presentare alla stampa il neonato ente, del quale fu eletto presidente, affermò: «L’obiettivo è quello di costituire un punto di riferimento per l’individuazione e la raccolta di tutto il materiale documentario di valore storico e biografico in modo da evitare che vada disperso materiale rilevante e importante per ricostruire un periodo così importante e fecondo per la storia del movimento cattolico toscano: un servizio, oltre a fare memoria del passato e a guardare con speranza al domani, che è anche un debito di amicizia e riconoscenza, ma soprattutto un modo per evidenziare la linea comune della Chiesa nel ‘900».