Creatori di immagini

Vista dall’alto l’Argentina è un immenso triangolo rettangolo adagiato tra le Ande, il Rio de La Plata e l’Atlantico. Da nord a sud si rincorrono 3800 lunghi chilometri e gran parte della popolazione è concentrata a Buenos Aires e dintorni. Su 38 milioni di abitanti, 26 si affollano nel cono urbano della capitale. Nel centro della città, a Plaza Congreso, troneggia il Parlamento costruito sul modello del Campidoglio di Washington e completato nel 1906. Proprio accanto al Palacio si è svolto ai primi di ottobre il 21esimo Seminario di Creatori di immagini cristiane che riunisce professionisti dell’America Latina nel campo dei media. Quest’anno vi partecipano anche esponenti di Città nuova e alcuni membri di NetOne. All’Hotel Ibis, nella caffetteria in legno, incontriamo José Tavares de Barros, esperto di cinema e professore emerito all’Università di Minas Gerais in Brasile. Come è nata l’idea dei taller, cioè dei seminari? Alla fine degli anni Ottanta in America Latina c’erano molti produttori televisivi cristiani. Ognuno un’isola. Con Adán Medrano, della Fondazione Porticus, ci incontriamo a Cuba per tentare di creare un collegamento ed un’unione. Non avevamo un’idea chiara su cosa fare, ma essendo un professore indipendente e non vincolato a nessuna istituzione, ho potuto cercare i migliori professionisti del continente. Sono così nati i taller, dei seminari di studio. All’inizio abbiamo affrontato problemi teorici, poi siamo passati alla produzione di documentari. Non siamo una istituzione ed ogni anno cambiamo tematiche. Nella nostra cerchia gravitano 70 professionisti ed ogni anno invitiamo a turno 20 persone a partecipare al taller. È un gruppo eccezionale, molto serio, ed ognuno lavora come produttore o regista nel proprio Paese. L’Europa è lontana e ci è difficile immaginare com’è la situazione dei media in America Latina. La nostra più grande difficoltà è l’invasione americana che domina la distribuzione dei prodotti televisivi e cinematografici. Una soluzione tentata è la proiezione di film in Dvd nelle sale per distribuire prodotti non americani. Ce ne sono già un centinaio e sono nate con l’appoggio del ministero della cultura in Brasile. D’altra parte assistiamo alla produzione di molti prodotti locali perché oggi ci sono i mezzi per fare un film o un documentario anche da soli. È un periodo di grande creatività ed abbiamo molti giovani che rivolgono la loro attenzione ai problemi sociali e umani. Quale può essere il contributo dei cristiani nella società dell’America Latina nel campo dei media? Purtroppo, la tendenza della Chiesa nell’uso dei mezzi di comunicazione è strumentale all’annuncio del Vangelo. È una comunità che produce per il consumo interno, ma il compito dei cristiani è essere sale e lievito per la massa, non per una cucina locale.

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