Il Covid-19 ha colpito invano? Scopri il nuovo numero di Città Nuova
Diciamocelo pure, insieme alle numerose incognite e ai tanti timori di quella che chiamiamo la fase 2 del Covid-19, c’è un grande punto di domanda di fondo: tornerà tutto come prima? Non ci riferiamo alla ripresa di una normalità di vita, che è l’auspicio di tutti (anche se del tutto “normale” è improbabile che sia), da mettere in atto con prudenza, seguendo i consigli della comunità scientifica e le direttive dei governi. Stiamo parlando delle tante “lezioni” che il minuscolo esserino, che ha messo il mondo in ginocchio, ha elargito dall’alto della sua cattedra invisibile e che rischiano di essere sepolte insieme alle tante vittime del contagio, il peggior modo di ricordarle!
Siamo usciti allo scoperto, singoli e comunità, Stati e organismi sovranazionali, con vergogna in tanti casi, con umile presa di coscienza in altri. Nel male, come nel bene.
Abbiamo pianto migliaia di anziani che hanno pagato il prezzo più alto dell’italica… distrazione. Sono emerse le ottusità politiche ultradecennali dei governi che, a destra come a sinistra, hanno tagliato su scuola e sanità, non hanno mai investito sulla famiglia, si sono rassegnati sul fatto che l’Italia – Nord e Sud – procedesse a due velocità. E, lasciatemelo dire, abbiamo dovuto registrare l’ennesima dimostrazione di mancanza di senso di responsabilità di tanti nostri politici dai quali ci saremmo aspettati, almeno di fronte a questa tragedia mondiale, una prova di maturità.
Ancora, questa pandemia ha messo a nudo le relazioni all’interno dell’Unione europea, i cui governi nazionali hanno sfoderato quell’egoismo che ha fatto temere il tramonto definitivo del sogno europeo facendogli assumere i contorni di un’utopia. Che dire, poi, delle relazioni internazionali su scala globale coi Paesi più poveri della cui situazione neanche si parla sui principali media!
Il pianeta nel frattempo ha ringraziato. L’abbiamo lasciato respirare e adesso, che tanti di noi hanno capito cosa voglia dire avere i polmoni in debito di ossigeno, vorremmo non mandarlo in terapia intensiva. Abbiamo frenato la corsa pazza delle nostre giornate, ci siamo accorti di quanto importanti siano le relazioni interpersonali, i rapporti intergenerazionali. Ci siamo resi conto che nessuno si salva da solo, ma che stare attenti all’altro è importante per la sopravvivenza di tutti. A volte, proprio da chi avrebbe meno mezzi (vedi i medici albanesi e cubani) abbiamo ricevuto la più grande solidarietà concreta.
Il dramma economico nel quale sono precipitate tante, troppe famiglie, ci ha portato a riflettere sull’urgenza non più rinviabile di un nuovo modello sociale.
E qui torno alla domanda iniziale: la storia, quella dei giorni che stiamo vivendo, riuscirà ad insegnarci qualcosa o anche questa volta sarà stato tutto inutile? Nessuno si senta escluso da questa responsabilità!
Qui sotto la presentazione del nuovo numero di Città Nuova. Buona visione e buona lettura!