Covid-19, arancione rinforzato per la Lombardia  

La variante inglese sta determinando la terza ondata di Covid-19 in tutta Italia. Quasi 20mila i contagi giornalieri, di cui più della metà in Lombardia, Campania ed Emilia Romagna.

Dalla mezzanotte del giorno 5 marzo tutta la Lombardia è zona arancione rinforzato fino al 14 marzo. Una notizia che giunge nella giornata di ieri attraverso l’ordinanza del presidente della regione Attilio Fontana e già ventilata dal tardo pomeriggio a fronte degli alti numeri del contagio da Covid-19.

Una regione che ancora una volta si attesta come emblema della diffusione del Covid e del veloce evolversi della situazione pandemica rispetto alle sopraggiunte varianti, special modo quella inglese, tale da determinare «un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani» come recita una nota della regione.

E la variante inglese in Lombardia rappresenta ormai il 64 per cento dei casi ed ha portato ad un aumento del 10 per cento di ricoverati. Per tali ragioni nel giro di meno di una settimana si è assistito una vera e propria escalation di tempestive ordinanze. Era solo lunedì 1° marzo, infatti, quando la Lombardia era stata dichiarata zona arancione, ad eccezione di zone specifiche in arancione rinforzato tra cui la provincia di Brescia e di specifiche zone rosse per tre comuni lombardi. Poi, erano sopraggiunte ulteriori nuove ordinanze che avevano dichiarato zona arancione rinforzato l’intera provincia di Como e alcuni comuni di più province, fino a questa nuova ordinanza del 4 marzo, entrata in vigore dalla mezzanotte del venerdì 5.

Ma quali sono le nuove regole previste per la Lombardia come zona arancione rinforzato? Anzitutto non sono consentiti gli spostamenti nelle seconde case, così come le visite ad amici e parenti. Ai bar e ristoranti è consentito solo l’asporto, tutti i negozi restano aperti ma l’ingresso ai negozi al dettaglio è consentito ad un solo membro per famiglia e non è permesso l’utilizzo delle aree attrezzate per lo sport e il gioco presenti nei parchi. Ma la principale delle restrizioni riguarda certamente la scuola poiché sono sospese le lezioni in presenza per la primaria, secondaria di primo e secondo grado ad eccezione degli asili nido, micro nidi e sezioni primavera. Misure resesi necessarie soprattutto in virtù dell’aumento della circolazione della variante inglese del virus fra i giovani. Proprio i recenti dati dell’Ats di Milano dimostravano quanto fosse contagiosa: quasi mille casi a scuola la scorsa settimana, con un aumento di quasi 60 per cento rispetto alla settimana precedente.

Ma qualche buona nuova sembra arrivare per tutti dal fronte vaccinale.  Mentre continua senza non pochi rallentamenti e disservizi la vaccinazione degli over 80 in Lombardia, a Viggiù, il paese del varesotto a confine con la Svizzera da poco uscito dalla zona rossa, è stata completata la vaccinazione di massa su tutta la popolazione maggiorenne. Infine, è in fase di avvio in Lombardia la campagna di vaccinazione di 200 mila lavoratori del mondo della scuola. Si tratta del personale docente e non di età fino ai 65 anni di ogni ordine e grado della scuola statale. Le prenotazioni sono state aperte il giorno 3 marzo attraverso la piattaforma vaccinazionicovid.servizirl.it  e il giorno 8 marzo partiranno le vaccinazioni per esaurirsi, secondo la tabella di marcia, dopo cinque settimane.

 

 

 

 

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