Costruire la pace, nelle scelte di ogni giorno

Riportiamo il testo dell’appello al Parlamento italiano lanciato il 16 marzo 2016 dai membri delle Scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità, insieme ai Giovani per un mondo unito. Una scelta di pace che esige il rispetto della legge 185/90 sull’invio di armi nei Paesi in guerra, una finanza disarmata, la riconversione delle industrie belliche, l’investimento sul dialogo, l’accoglienza e la cooperazione internazionale
Convegno su Fraternità universale in cammino

«Mercoledì 16 marzo 2016, nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, abbiamo promosso un dialogo con alcuni parlamentari su alcuni temi scottanti – il dialogo tra esponenti di religioni diverse, il rispetto delle limitazioni nella vendita delle armi stabilite dalla legge 185 del 1990, la riconversione delle industrie belliche – nell’ottica di un ampio dibattito sulla fraternità universale, intesa come categoria politica.

 

L'iniziativa rientra nell'ambito di una serie di eventi promossi in occasione dell’anniversario della morte di Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari, realtà a cui afferiscono le organizzazioni promotrici), col proposito di creare spazi di approfondimento sulla pace, che generino proposte concrete.

 

A livello mondiale ci troviamo in uno stato di conflitto armato diffuso, tanto che si parla di “terza guerra mondiale”. Questa situazione ci fa interrogare su quel che possiamo fare noi e su quali politiche si possano attuare per cambiare il corso degli eventi, che ci appare disastroso e ingiusto.

 

Il 16 marzo, grazie al contributo di esperti e testimoni credibili, abbiamo approfondito le cause e le conseguenze dei conflitti in atto ed esplorato possibili percorsi per scardinare il complesso sistema di guerra esistente, per cercare di costruire una pace duratura e sostenibile.

 

Crediamo che la costruzione della pace non sia un’utopia, ma un obiettivo possibile, da raggiungere anche a partire dalle nostre scelte quotidiane e da azioni politiche forti. Come esponenti della società civile, ci impegniamo in tal senso e il 16 marzo abbiamo presentato al Parlamento un appello (vedi pdf allegato), sinteticamente riportato di seguito, in cui chiediamo:

 

– Il rispetto della legge 185/90. In particolare chiediamo di interrompere l’esportazione e il transito sul territorio nazionale di armi dirette a Paesi in conflitto o che stanno commettendo gravi violazioni dei diritti umani.

 

– Lo stanziamento di fondi per la riconversione a fini civili dell’industria bellica, con riferimento a quanto stabilito nell’art. 1 comma 3 della legge 185/90.

 

– La trasparenza e il controllo delle transazioni bancarie relative ad importazioni, esportazioni e transito di armamenti.

 

– L’inserimento, tra le priorità dell’agenda politica, di temi come l’integrazione e l’accoglienza, promuovendo azioni volte a tutelare le minoranze, contrastando l’esclusione sociale e promuovendo politiche di dialogo che favoriscano una convivenza più pacifica, inclusiva e arricchente.

 

 – L’investimento di maggiori risorse nella cooperazione internazionale e nella promozione di vie non armate per la costruzione della pace.

 

I Giovani per un mondo unito del Movimento dei Focolari e i membri delle scuole di partecipazione del Movimento Politico per l’Unità Italia.

 

(Leggi anche l'articolo: "Armi, utopia e principio di realtà" di Andrea Goller e Rosalba Poli)

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