Costruire il mondo unito come risposta alla terza guerra mondiale a pezzi
Come si cerca di declinare concretamente l’impegno per la pace secondo il messaggio di Chiara Lubich improntato sul coraggio della fraternità? Quella che segue è solo una traccia di alcuni campi di attività e presenza del Movimento dei Focolari in Italia.
Dialogo
Nel messaggio inviato per il convegno di Bologna del 23 marzo 2024, Margaret Karram, presidente internazionale del Movimento dei Focolari, ha parlato in maniera splendida del dialogo: riguardo a questo vi potrei parlare di tantissime iniziative, piccole e grandi ma tutte, comunque, importanti perché portatrici di un concreto cambiamento nelle relazioni tra le persone.
Nel 2002 ad esempio, su spinta di Chiara Lubich ed altri leader europei di movimenti di diverse chiese nasce la rete Insieme per l’Europa, un libero convergere di Comunità e Movimenti diffusi in tutto il Continente.
È una rete ecumenica che fa incontrare, conoscere e riconciliare singole persone e popoli diversi. Promuove attività a favore della fratellanza nel continente europeo. Ad esempio, a Palermo persone di diverse chiese cooperano nell’aiuto di emarginati e poveri, con un ambulatorio medico gratuito, promozione di leggi per la famiglia, per il diritto alla casa.
In ambito interreligioso, una esperienza consolidata è quella del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira di Firenze, che nato nel 1978 su richiesta del cardinal Benelli per l’accoglienza di studenti stranieri, ha ospitato giovani provenienti da Paesi in guerra e Paesi emergenti, promuovendo una esperienza di fraternità molto forte. L’attuale Imam della città era uno di questi studenti e nelle drammatiche vicende attuali, insieme al rabbino emerito, sostenuti dal Centro la Pira, portano ovunque, rischiando in prima persona, la loro testimonianza di dialogo e di pace.
Importante e significativa è, inoltre, l’esperienza pluriennale di multiculturalità del Festival dell’amicizia tra i popoli di Villa Verrucchio.
Educazione alla pace
Sull’ educazione alla pace esiste da tempo l’esperienza di Trento, nata in una scuola elementare, utilizzando il dado della pace (ogni faccia del dado riporta un motto su come vivere l’amore al prossimo) e il time out (un minuto di silenzio o preghiera per la pace, ogni giorno alle 12): sono state coinvolte scuole di tutta la provincia e le istituzioni, e questa esperienza è stata replicata in varie città del territorio nazionale e oltre. L’ultima proposta: lo striscione “la pace incomincia da me”, affisso sugli edifici scolastici e pubblici con l’obiettivo di non assuefarsi alla guerra e richiamare costantemente le coscienze.
Un altro esempio è l’Associazione Dancelab Armonia nata a Monsummano Terme nel 1984 per iniziativa di Antonella Lombardo, insegnante e danzatrice che si propone l’utilizzo dell’arte come strumento trasversale di armonia fra i popoli. Il culmine del lavoro è il Campus di alta specializzazione nella danza che annualmente si svolge a Betlemme con giovani provenienti da Israele, Palestina, Francia, Spagna, Camerun e Italia. Ballare insieme ragazzi di tutte le nazionalità, significa che con apertura ed impegno si possono superare le barriere delle singole identità e lavorare in concerto come figli della medesima famiglia umana.
Anche i complessi internazionali Gen Rosso e Gen Verde, espressioni artistiche del Movimento dei Focolari (MdF) portano valori della pace e della fraternità in tutti gli angoli del mondo, nelle scuole, come col progetto “forti senza violenza” o con l’esperienza fatta in campi profughi ed in Paesi provati dalla catastrofe della guerra.
Il lavoro di Città Nuova, gruppo editoriale espressione del MdF, partner del convegno di Bologna, è una continua formazione alla pace e alla fraternità, oltre che informazione libera che permette alle coscienze di svegliarsi dal torpore favorito dai media che non smascherano certe logiche di profitto che alimentano i conflitti. Voglio ricordare che il giornalista Carlo Cefaloni nell’ottobre 2023 è stato insignito dall’Archivio Disarmo del prestigioso premio Colombe d’oro per la pace.
Solidarietà
Un altro modo fondamentale per costruire la pace, è quello di lavorare per la solidarietà e la promozione umana. Sono numerosissime le iniziative promosse dal MdF in Italia in questo ambito e vanno dalle azioni a favore dei migranti, alle attività per i poveri, alla raccolta fondi per progetti internazionali attraverso le nostre Ong. Cito l’Associazione Arcobaleno di Milano, un’iniziativa sociale nata 40 anni fa e divenuta un esempio riuscito dell’integrazione e dell’inclusione delle popolazioni straniere in Italia. (Attualmente offre una scuola di Italiano, con 1.500 studenti all’anno, i corsi di inglese, di informatica, il centro di ascolto per le donne, lo sportello di assistenza legale, e i servizi per le famiglie bisognose attraverso la Spesa Sospesa e il Banco Alimentare.)
Nell’agosto 2021 la crisi dell’Afghanistan costringe a scappare tutti quelli che possono. Alcune famiglie giunte in Italia sono ospitate e seguite nel faticoso iter di inserimento da numerosi volontari. Questa esperienza di accoglienza è tutt’ora in corso: l’amore fraterno richiede costanza e risorse che non sono pensabili per una persona da sola, ma possono essere affrontate solo da una comunità. E di questi esempi ce ne sono parecchi.
A Ventimiglia da anni, insieme ad altre associazioni, si soccorrono i migranti respinti alla frontiera con la Francia, provvedendo al cibo, al vestiario, al conforto, all’aiuto con le pratiche burocratiche, offrendo ascolto e condivisione a persone disperate.
Economia disarmata
Il gruppo del MdF “Economia disarmata”, prende il via nel 2015 a partire dall’urgenza esposta da papa Francesco nell’Evangeli Gaudium di rispondere “all’economia che uccide” (n.53). Lavora su alcuni nodi decisivi, in rete con altre associazioni.
L’Italia è, infatti, tra i primi 10 esportatori mondiali di armi, anche verso Paesi in guerra nonostante il divieto imposto dalla legge 185/90. Una norma voluta dalla società civile ma costantemente sotto attacco di vari gruppi di interessi. Su questo e sull’invito a trasferire i propri conti correnti su banche non coinvolte con la filiera delle armi, rimando all’esperienza amministrativa del comune di Parma e al lavoro dell’ assessora alla pace Daria Jacopozzi.
Un caso emblematico del nostro impegno è il sostegno dato a quella parte della società civile in Sardegna che ha promosso un comitato per la riconversione economica del territorio del Sulcis Iglesiente, coinvolto nella produzione bellica di armi della RWM esportate in Arabia Saudita, che combatte come sappiamo dal 2015 una sanguinosa guerra in Yemen con grandi danni alla popolazione civile.
È stato possibile, grazie anche alla mobilitazione di reti internazionali e nazionali, da Rete italiana pace e disarmo e dai consigli comunali di diverse città, arrivare a imporre, con voto del Parlamento, nel 2019 la sospensione e poi lo stop all’invio di queste armi, purtroppo rimosso dal Governo con un provvedimento del 31 maggio scorso. Ma il comitato di riconversione non si arrende: è nata una rete di numerose imprese contraddistinte dalla decisione di essere libere dalla filiera della guerra, con un marchio riconosciuto a livello internazionale (War Free) per la vendita e diffusione di beni e servizi.
Nella folle spinta globale al riarmo mondiale, il MdF sostiene tutte le istanze per porre fine ad un conflitto in Ucraina come in Terra Santa in linea con l’azione di papa Francesco volta a risparmiare più vite possibili e avviare trattative serie di pace. Sosteniamo in particolare la proposta avanzata da Mario Primicerio, allievo di Giorgio La Pira, del cessate il fuoco incondizionato.
Partecipiamo anche alla coalizione Stopthewarnow con le sue carovane verso l’Ucraina e siamo a fianco, insieme alle Commissioni per la Pastorale sociale, dei portuali di Genova e di altri porti che si oppongono al transito delle armi.
Assieme ad Acli, Azione Cattolica, Pax Christi e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII dal 2021 promuoviamo una forte azione di sostegno alla campagna “Italia ripensaci” che chiede l’adesione dell’Italia al trattato Onu di abolizione delle armi nucleari. Il papa, superando ogni ambiguità, ha dichiarato immorale non solo l’uso ma anche il possesso di tali strumenti di distruzione di massa, presenti anche sul territorio italiano nelle basi militari di Ghedi e Aviano.
Infine ricordo il percorso di azione e risveglio delle coscienze per la pace che ci ha visti insieme ai movimenti su citati il 16 novembre in Campidoglio, nella giornata di riflessione a 60 anni della Pacem in terris “Non c’è pace senza perdono”, poi a Gorizia per la 56° marcia della pace e a Bozzolo il 13 gennaio con la giornata “Guerra alla guerra” per l’approfondimento del pensiero non violento di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani.
La scelta delle periferie
Concludendo vorrei dire che sono allo studio proposte di spostare alcune nostre comunità – i Focolari – da portare, anche qui in Italia, in contesti difficili: periferie urbane, luoghi vicini ai confini e ai migranti, che come una specie di corpi civili di pace, possano essere di sostegno a quanti sono impegnati a costruire il mondo unito a pezzi in contrapposizione alla terza guerra mondiale a pezzi, come definisce il papa quella a cui stiamo assistendo ai giorni nostri e a cui rischiamo di abituarci.
( Testo dell’intervento proposto nel convegno “Il coraggio della fraternità. La pace nel messaggio di Chiara Lubich” che si è svolto a Bologna il 23 marzo 2024).
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