Costa Rica, cenerentola o spauracchio?
Costa Rica chi? Era questo il facile sfottò al momento del sorteggio dei gironi. In mezzo ai 7 Mondiali vinti di Italia, Uruguay e Inghilterra, la Nazionale centramericana sembrava inevitabilmente destinata al ruolo di Cenerentola del girone D. E invece, ecco la sorpresona contro l’Uruguay. E adesso tocca noi. È meglio arrivare preparati… perché ci sarà da soffrire.
“Los ticos”, così si chiamano fra loro i costaricani, non hanno nemmeno un esercito, nel loro Paese, ma, almeno per un giorno, riusciranno a terrorizzarci. Sono pronti a trasformarsi nello spauracchio per eccellenza come capita, del resto, a qualunque squadra quando è in procinto di affrontare l’Italia in una grande competizione. Memorabile, nel 2002, la lunga attesa del debutto con l’Ecuador, quando imparammo a conoscere le virtù dell’ignoto terzino De La Cruz (ignoto sia prima che dopo quel Mondiale). Un vero tormentone, finché Totti non se ne uscì con un definitivo «Mi ricorda Pelè». Ma non divaghiamo. Ecco l’elenco dei 23 convocati della Nazionale costaricana, selezionati dal ct colombiano Jorge Luis Pinto:
Portieri: Keylor Navas (Levante), Patrick Pemberton (Alajuelense) e Daniel Cambronero (Herediano).
Difensori: Giancarlo Gonzalez (Columbus Crew), Johnny Acosta (Alajuelense), Michael Umana (Saprissa), Roy Miller (Red Bulls), Junior Diaz (Main 05), Cristian Gamboa (Rosenborg), Oscar Duarte (Bruges), Waylon Francis (Columbus Crew), Heiner Mora (Saprissa).
Centrocampisti: Michael Barrantes (Aalesunds), Jose’ Miguel Cubero (Herediano), Yeltsin Tejeda (Saprissa), Celso Borges (AIK), Esteban Granados (Herediano), Christian Bolaños (Copenhagen).
Attaccanti: Joel Campbell (Olympiakos), Bryan Ruiz (PSV), Randall Brenes (Cartagine’s), Diego Calvo (Valerenga), Marcos Ureña (Kuban Krasnodar)
Come altre Nazionali più blasonate, anche la Costa Rica ha dovuto rinunciare in extremis a uno dei suoi punti di forza. Si tratta di Alvaro Saborio, centravanti e capocannoniere delle qualificazioni con 8 gol: una frattura al piede nel corso del ritiro pre-Mondiale l’ha messo fuori gioco. Tra i nomi rimasti, nessuno è particolarmente noto, ma possiamo provare ad anticipare quelli che si trasformeranno in incubi per i milioni di CT italiani nell’imminenza e durante la partita di domani.
Il primo sta in porta: Keylor Navas si è dimostrato quest’anno uno dei migliori portieri della Liga spagnola nel Levante, seconda squadra (ma prima per anzianità) di Valencia. Questo qui è bravo davvero e per lui è pronosticabile quest’estate il salto in un club importante, soprattutto se dovesse ulteriormente mettersi in luce in questo Mondiale. Le sue capacità acrobatiche le ha già messe in mostra contro l’Uruguay, volando per allontanare dall’incrocio dei pali un tiro di Forlan deviato.
Se per la porta il ct Pinto può dormire sonni tranquilli, in avanti l’astro nascente è il giovane Joel Campbell (classe ’92), di proprietà dell’Arsenal, ma quest’anno in prestito ai greci dell’Olympiakos, con i quali ha segnato 8 gol in campionato (vinto) e anche un gol in Champions League, nello sfortunato ottavo di finale contro il Manchester United. Un gol, per altro, di pregevole fattura: dribbling e sinistro a effetto da fuori area. Rapido e creativo, Campbell si gioca in Brasile le chance di un rientro alla casa madre londinese dopo anni di prestito in giro per l’Europa: possiamo immaginarlo particolarmente motivato contro l’Inghilterra, ma anche l’Italia farà bene a prestargli la dovuta attenzione.
Potrebbe essere lui, chissà, il nuovo Smeltz… oppure il ruolo potrebbe toccare a un altro talento dell’attacco, Bryan Ruiz, che ha chiuso la stagione al PSV Eindhoven, in prestito dal Fulham. Attaccante abituato a giocare prevalentemente sulla destra, è abile nel dribbling e nell’assist, ma non disdegna il gol: l’esperienza acquisita (è un classe 1985) gli permette di indossare degnamente anche la fascia di capitano. Questi sono i nomi di maggior spicco. Fra gli altri si possono almeno segnalare l’esperto esterno di centrocampo Bolaños, che ha disputato anche la Champions (ricordo amaro per gli juventini) con la maglia dei danesi del Copenaghen, e il difensore sinistro Junior Diaz, che quest’anno ha fatto una discreta figura in Bundesliga con il Mainz. Nell’ultima amichevole premondiale, un pareggio contro l’Irlanda (vi ricorda qualcuno?) ottenuto peraltro giocando metà partita in 10, è andato a segno su rigore Borges, centrocampista che gioca in Svezia con l’AIK.
Nell’esordio vincente contro l’Uruguay, la Costa Rica si è schierata con una sorta di 5-4-1: Navas in porta, Gamboa, Duarte, Gonzalez, Umaña, Diaz in difesa, Ruiz, Borges, Tejeda e Bolaños a centrocampo, con il solo Campbell in attacco; anche se Ruiz, partendo da destra, svolgeva la funzione di trequartista e di raccordo con il centravanti. Nel finale al posto di Ruiz è entrato Ureña, che ha fatto il centravanti con Campbell trequartista. E i due hanno confezionato nel giro di un minuto l’assist e il gol che ha chiuso la partita. A centrocampo Yeltsin Tejeda è un giocatore di contenimento.
Solo a Italia ’90, sotto la guida di una leggenda della panchina come il serbo Bora Milutinovic, la Costa Rica è riuscita ad approdare agli ottavi di finale. Può farcela quest’anno? Non so se davvero non esistono più le squadre materasso; ma so per certo che nel girone dell’Italia io non ne ho mai viste. È meglio che ci prepariamo a rispettare los Ticos. Cenerentola, spauracchio o possibile rivelazione, il giudizio è ancora da scrivere e sarà solo il campo a farlo, a partire dalle 18.
(Tratto dall'articolo “Costa Rica chi”: cenerentola o spauracchio? pubblicato sul sito Mondiali di calcio 2014)