Cosa succede in Guatemala?
La sirena del risveglio etico è suonata il 16 aprile scorso quando il Ministero Pubblico ha perquisito gli uffici e le residenze di un nutrito gruppo di funzionari della Sat (Superintendencia de administraciòn tributaria). L’onda di quel primo movimento, ha colpito adesso il pilastro centrale di una struttura perversa di stampo mafioso annidata nell’amministrazione pubblica. Lo stesso Presidente della Repubblica, Otto Perez Molina, è stato incriminato, accusato di stare al vertice della rete criminale e dirigere operazioni fraudolente. È ora sottoposto allla decisione della commissione parlamentare che deciderà se spogliarlo dell’immunità presidenziale o di coprirlo ancora una volta con il manto dell’impunità.
In un Paese il cui clima è simile a una perenne primavera questa stagione che saluta il risveglio politico della cittadinanza è una buona notizia. Da quel 16 aprile ogni sabato migliaia di cittadini manifestano nella piazza della Costituzione di fronte allo storico Palazzo Nazionale, per protestare contro la corruzione e l’impunità. Manifestazioni imponenti che hanno visto riuniti, per intere giornate, anche 80 mila dimostranti che pacificamente hanno espresso l’indignazione generale e la richiesta di dimissioni del Presidente.
Col trascorrere dei giorni le indagini della polizia finanziaria e della Commissione Internazionale contro l’Impunità (Cicig) hanno prodotto l’arresto di decine di funzionari, seguiti da quelli di politici dei partiti maggioritari. La Cicig, creata dall’Onu per sostener gli sforzi di lotta all’impunità del Paese è in funzione da una decina di anni ed ha trovato nell’attuale Commissario Ivan Velázquez, un timoniere sagace ed efficace. Le inchieste che ha condotto in collaborazione con la coraggiosa magistrato contabile, Thelma Aldana, hanno prodotto risultati straordinari in un paese dove da decenni nessun esponente della criminalità dei colletti bianchi è mai andato in carcere, nonostante fossero conosciute le oscure manovre di funzionari e politici dei diversi governi che per decenni hanno saccheggiavano le casse dello stato. La magistratura e i Cicig hanno inoltre denunciato anche i candidati delle prossime elezioni e condotto all’arresto della Vice Presidente che affronterà il processo giudiziario nei prossimi giorni.
Non saranno questi esiti, anche se molto indicativi, a porre fine a un processo di ricostruzione della democrazia. Il sistema dei partiti è antidemocratico, più simile a un’impresa commerciale al servizio del potere finanziario che espressione della coscienza politica di una parte de la popolazione. È auspicabile che si portino avanti le grandi riforme dello Stato e del sistema politico chiesti da tutta la società civile e siano accompagnati dalla necessaria partecipazione cittadina affinché questo risveglio produca effetti sostanziali per la qualità di vita democratica e per l’economica del Paese. È in pericolo anche la realizzazione delle elezioni generali previste per il 6 settembre. Per molti, andare a votare con candidati prodotti da un sistema corrotto, equivale a estendere per altri 4 anni il malgoverno e consegnare lo stato al potere economico che lo tiene sequestrato.
Filippo Casabianca, corrispondente per Città Nuova da Città di Guatemala