Cosa insegna Vatileaks2
Lasciando ai giuristi il compito di elucidare i risvolti più squisitamente processuali della vicenda del trafugamento di documenti riservati del governo vaticano, mi sembra che alcune considerazioni di carattere più generale possano essere fatte con serenità.
Innanzitutto, il processo è stato fatto, e questo è un bene. Perché c’è stato un reato: qualsiasi Stato, ma anche qualsiasi istituzione internazionale, è in dovere di proteggere la propria riservatezza con leggi, pene e condanne. In secondo luogo credo che debba essere applaudita la decisione di tenere comunque il processo per sfatare la leggenda metropolitana che vuole che in Vaticano tutto sia permesso, che il governo della Chiesa cattolica sia in mano a una congrega di simil-delinquenti in abito talare.
Se passiamo poi sul fronte della libertà di stampa, terreno estremamente sdrucciolevole, credo che bene abbia fatto la corte a rimandare ad altri la definizione di reati assai difficili da definire e da colpire come il traffico di fonti di stampa. In sostanza, quand’è che, io giornalista e io editore, per ottenere delle informazioni scottanti, commetto reato? Quando le ricevo e le pubblico? Quando traffico per averle? Quando pago per averle? Nuzzi e Fittipaldi sono stati assolti non per non aver commesso il fatto, ma per un difetto di giurisdizione. Nessun conflitto in vista con la giustizia italiana, comunque.
Le condanne per il monsignore, Vallejo Balda, e la signorina (allora) PR, Chaouqui, sono in ogni caso state emesse. Il che può servire da monito a tutti coloro, e ce ne sono in Vaticano, che pensano che prendere gente influente proveniente dall’esterno dell’apparato sia di per sé una decisione positiva atta a risolvere atavici problemi di efficienza e di indipendenza professionale. Tutt’altro. Serve un alto discernimento nella valutazione di personalità da associare al governo della Chiesa cattolica. Un discernimento che non può mai essere affidato a un singolo, per quanto geniale esso sia.
Infine, mi sembra si possa sottolineare come la sentenza sul Vatileaks2 vada nella direzione di una Chiesa aperta e attenta al dialogo con tutta la società, così come la vuole Francesco, sulla scia dei suoi quattro predecessori. Sì, c’è gente che vuole male alla Chiesa, è evidente, non pochi cercano di piazzare sul suo percorso una buccia di banana dopo l’altra. Il modo migliore per evitare questi tranelli non è guardare per terra verso l’eventuale buccia di banana, ma guardare negli occhi chi l’ha gettata per terra. Non lo farà più, molto probabilmente.