Cosa avvenne davvero a Copenaghen?
Cosa avvenne davvero a Copenaghen?
In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono gli scienziati Niels Bohr, sua moglie Margrethe e Werner Heisenberg. Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr; il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi. Su questi presupposti l’autore dà vita ad un appassionante intreccio in cui i piani temporali si sovrappongono, offrendo un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. Sul palcoscenico lo stesso straordinario trio di attori che lo interpretò nel 1999: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice.
“Copenaghen”, di Michael Frayn, traduzione Filippo Ottoni e Maria Teresa Petruzzi, regia Mauro Avogadro, con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. Produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, in co-produzione con CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG. A Milano, Piccolo Teatro Grassi, dal 3 al 22/4.
Circus Don Chisciotte
Ambientato a Napoli nei giorni nostri, lo spettacolo narra la storia di Michele Cervante, una singolare figura di vagabondo colto che esplora le ombre urbane della città. Presunto discendente dell’autore del Don Chisciotte della Mancia, il professor Cervante attiva una lotta personalissima contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il mondo. In una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una stazione ferroviaria abbandonata, s’imbatte in Salvo Panza, un girovago nullatenente fuoriuscito dalla sfera della cosiddetta società civile. Tra Michele Cervante, studioso di letteratura e Salvo Panza, ancora segnato dalla saggezza di antiche suggestioni orali assimilate nell’entroterra napoletano, nasce un pirotecnico rapporto immaginativo. Sul binario morto, intanto, scivolano vagoni sospinti dal vento con a bordo singolari viaggiatori. I nuovi arrivati vivono esistenze sospese tra buffi deragliamenti sociali e impennate poetiche. In un crescendo irresistibile si farà strada un profondo e comico progetto di rivoluzione per riconquistare l’essenza spirituale dell’umanità.
“Circus Don Chisciotte”, testo e regia di Ruggero Cappuccio, con Ruggero Cappuccio, Giovanni Esposito, Ciro Damiano, Gea Martire, Giulio Cancelli, Marina Sorrenti, scene Nicola Rubertelli, costumi Carlo Poggioli, disegno luci e aiuto regia Nadia Baldi, musiche Marco Betta. Produzione Teatro Segreto e Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale. A Roma, Teatro Eliseo, dal 3 al 22/4.
Mozart. Il sogno di un clown
Un monologo originale, un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo della sua musica. Il testo, scritto da Giuseppe Cederna, è liberamente ispirato alla biografia Mozart di Wolfgang Hildesheimer. A dar corpo e voce a Mozart sono un attore e un pianista, l’uno alter ego dell’altro in un continuo gioco di trasformazioni e specchi. Ecco quindi l’enfant prodige perennemente in tournée per le strade dissestate d’Europa; ecco le acrobazie e il talento per la comicità tramandatagli dalla mamma; ecco il virtuoso, l’impareggiabile buffone, il Flauto magico e il Don Giovanni, le umiliazioni, i successi, gli amori e i dolori che hanno segnato la fulminante esistenza di quello che Hildesheimer ha definito: «uno spirito indicibilmente grande, regalo immeritato per l’umanità nel quale la natura ha prodotto un eccezionale, forse irripetibile, ad ogni modo mai più ripetuto, capolavoro».
“Mozart. Il sogno di un clown”, di Giuseppe Cederna, regia Ruggero Cara, Elisabeth Boek, con Giuseppe Cederna, liberamente tratto da Mozart di Wolfgang Hildesheimer, e con Sandro D’Onofrio (pianoforte), musiche Wolfgang Amadeus Mozart, scene Francesca Sforza, costumi Alexandra Toesca. Produzione Art Up Art/ Teatro Franco Parenti. A Palermo, Teatro Biondo, fino all’8/4.
Il piacere dell’onestà
Ancora una volta Pirandello si serve di un matrimonio «bianco» come ad esempio in Pensaci Giacomino! e in Ma non è una cosa seria, per creare situazioni che finiscono per svelare la vera natura dei personaggi. E un modo di contravvenire alle regole sociali per mettere in evidenza virtù non convenzionali che albergano nell’animo del protagonista. Il quale, in questa commedia, da uomo squalificato cui gli altri intendono affidare un compito degradante, credendo alla bontà della sua missione in difesa di umani valori (Agata e il suo bambino), si rivela uomo di alta qualità morale e di autentica bontà, anche se, da questa sua conquistata condizione, si diverte «pirandellianamente» a mettere in ridicolo la falsa rispettabilità degli altri. Nel ruolo del protagonista Baldovino Geppy Gleijeses, grande interprete pirandelliano (Liolà con Luigi Squarzina, Il giuoco delle parti con Egisto Marcucci, L’uomo la bestia e la virtù con Giuseppe Di Pasquale) con a fianco Vanessa Gravina. Liliana Cavani dirige l’opera filtrandola attraverso il suo realismo magico.
“Il piacere dell’onestà”, di Luigi Pirandello, regia Liliana Cavani, con Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis, scene Leila Fteita, costumi Lina Nerli Taviani, musiche Teho Teardo, luci Gigi Ascione. Produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana. A Roma, Teatro Quirino, dal 3 al 22/4.
Lear, schiavo d’amore
Grande metafora scenica degli inciampi ineludibili della vecchiezza umana, grande storia familiare, grande Teatro delle limitazioni intrinseche relative comunque alla sordità naturale della nostra condizione di viventi, tutto ciò è la tragedia del Lear, terza avventura shakespeariana dei Marcido, dopo le prove di “Vortice del Macbeth” (2002) e “AmletOne!” (2015). Lo spettacolo, com’è consuetudine della Compagnia, respira all’interno di una spazialità scenografica assai particolare, le cui contraddittorie caratteristiche strutturali (potremmo infatti definire l’immagine del castello di Lear, come quella di un sottomarino “volante”) sono esaltate e potenziate da un impegno drammaturgico che ha saputo privilegiare, insieme allo scavo psicologico dei personaggi (cura massima), anche e soprattutto la dimensione epica del racconto del Bardo.
“Lear, schiavo d’amore” dal “Re Lear” di William Shakespeare, riscrittura e regia Marco Isidori, con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Batty La Val, Francesca Rolli, Vittorio Berger, Eduardo Botto, Nevena Vujic’, l’Isi scene e costumi Daniela Dal Cin, luci Francesco Dell’Elba. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa. A Torino, Teatro Gobetti, dal 3 al 15/4.
Omaggio a Marika Besobrasova
il “Gala Internazionale di Danza – Hommage a Marika Besobrasova”, è uno spettacolo di danza classica e contemporanea curato dall’Associazione Internazionale di Danza Classica Marika Besobrasova, con la direzione artistica di Giuseppe Calanni, che vedrà esibirsi sul palcoscenico del Teatro Comunale di Vicenza, sabato 31/3, importanti danzatori provenienti da prestigiose compagnie italiane e internazionali, molti dei quali si sono perfezionati proprio con gli insegnamenti della inimitabile insegnante e direttrice dell’ “Académie Princesse Grace”, scomparsa nel 2010. Si esibiranno: Francesco Costa e Isabella Lucia Severi dell’Opera di Stato di Vienna, Anastasia Crastolla, Carlo Di Lorenzo, Nicole Gritti, Roberta Inghilterra e Giulia Pericle dell’Eko Dance International Project, il progetto artistico coordinato e diretto da Pompea Santoro, ispirato dal grande coreografo svedese Mats Ek, e ancora Hektor Buddla, ballerino albanese attualmente in forza all’Aterballetto che si esibirà con Noemi Arcangeli, anche lei in Aterballetto; il danzatore e coreografo russo Vitali Safronkine che ha prodotto più di 14 balletti con sue coreografie che ancora oggi sono repertorio di molte accademie e compagnie europee; lo spagnolo Iker Murillo, creatore della compagnia neoclassica “Uniqart Dance Company”, il brasiliano Jonatas Soares, la giapponese Chihiro Kobayashi, il canadese Thomas Leprohon, l’australiana Lania Atkins della Dutch National Ballet Academy e ancora Alicia Navas Otero, Stefano Neri, Daniel Flores Pardo, Sigurd Kirkerud Roness della imPerfect Dancers Company.