Corruzione nei templi Dhammakaya
Scandalo per la setta Dhammakaya, fiorente corrente del buddhismo moderno, fondata nel secolo scorso dal monaco Luang Pu Sodh Candasaro, seguace del buddhismo theravada tantrico. Il movimento si è sviluppato inizialmente tra la gente semplice, che cercava di ottenere meriti facendo cospicue donazioni ai monaci. Veniva altresì cercato il ritorno a un modo di meditare originale, per arrivare alla percezione dell’essenza del Buddha e del Nirvana. Un insegnamento che ben presto si è staccato dal buddhismo tradizionale. I monaci si sono lasciati attrarre dal successo al punto che la loro è divenuta una pratica eretica.
Negli anni ’80 e ’90 il movimento è diventato elitario. Nacque il maestoso tempio Phra Dhammakaya, più vasto dell’aeroporto di Fiumicino. Gran parte del denaro spesso richiesto per poter liberarsi da errori delle vite precedenti, ha fatto di questo centro di meditazione “un mostro” all’interno del buddhismo theravada. L’abate di Dhammakaya è stato più volte inquisito ma sempre prosciolto. Dal 2014, dal colpo di Stato, le cose sono cambiate. I militari hanno mandato chiari segnali in favore della legalità. Le prove raccolte contro la setta sono inconfutabili: appropriazione indebita di denaro, riciclaggio, fallimento di una nota banca. Le autorità nelle ultime settimane hanno inviato le forze dell’ordine per catturare il fuggitivo abate, a cui il titolo è stato revocato. Serve da parte dei monaci un ritorno allo spirito umile, lontano dai palazzi del potere e dal denaro.