Corruzione e impunità minacciano il governo del Messico

Il caso degli studenti scomparsi e assassinati nello stato di Guerrero, mette in evidenza la forte penetrazione dei cartelli della malavita nel governo locale e la forte resistenza culturale delle comunità
Manifestazioni in Messico
Si moltiplicano, in tutto il Messico, le manifestazioni a sostegno dei familiari delle 6 persone assassinate e di altri 43 studenti dell’istituto Colegio Normal de Ayotzinapa, nello Stato del Guerrero, scomparsi da settimane e che ora si è scoperto essere stati assassinati su ordine dell'ex sindaco di Iguala che voleva punirli per averlo contestato durante un comizio. Nel Chiapas gruppi del movimento zapatista EZLN si sono uniti alle proteste di ampi settori della società, per chiedere agli investigatori dei risultati a un mese dall’accaduto.

I fatti risalgono alla notte del 26 settembre, quando tre autobus che trasportavano studenti sono stati attaccati brutalmente da pattuglie della polizia municipale e da gruppi dei sicari del cartello Guerrero Unido, una delle tante fazioni di narcos, i narcotrafficanti presenti nello stato. L’ordine della repressione è stato dato dal sindaco di Iguala, José Luis Abarca per impedire l’arrivo degli studenti a un evento politico di sua moglie, María de Los Ángeles Pineda, presidente di un Istituto Governativo per la Famiglia, sospettata di vincoli stretti con Guerrero Unido, di cui fanno parte due dei suoi fratelli. Doveva essere il lancio della sua ascesa per la successione al marito alla guida dell’amministrazione comunale.

Gli studenti sono stati visti come oppositori irriducibili che già in passato hanno manifestato contro il sindaco, accusato di tortura e assassinio di un leader campesino, l’ingegnere Arturo Hérnandez Cardona, e di connivenza con il narcotraffico. Tutto questo ora sta venendo alla luce grazie ai progressi delle indagini della Procura della Giustizia, che ha già arrestato 53 persone, tra narcotrafficanti e agenti della polizia municipale. Questo dimostra l’enorme grado di infiltrazione e collusione dei narcos nelle istituzioni. Sono state trovate 9 fosse con trenta resti, molti dei quali calcificati, di cui si sta procedendo all’identificazione. Il sindaco e sua moglie sono stati arrestati.

Gli studenti frequentavano i corsi di magistero per diventare insegnanti. Il loro ambiente di formazione sono le Escuelas Rurales Normales, le Scuole Rurali Normali, dove vivono in convitto, sparse all’interno del paese. Furono fondate negli anni trenta del secolo scorso da un visionario Ministro dell’Educazione, Vasconcelos, che basò la diffusione dell’educazione universale dei messicani sulla formazione dei maestri rurali. Questi ragazzi sono per la maggior parte figli di contadini poveri, e grazie a questo sistema riescono ad accedere agli studi superiori.

In origine e nel loro sviluppo, i “normalisti” sono stati influenzati dal pensiero socialista fino ad acquisire una mentalità di protesta rivendicativa e attiva, che hanno mantenuto nei confronti di tutti i governi. Tacciati come comunisti, alcuni dei loro membri sono stati perseguitati politicamente e assassinati, mentre dalle loro fila sono sorti membri delle diverse guerriglie che il Messico ha conosciuto lungo la sua storia.

Questi fatti rivelano il grado di infiltrazione dei cartelli mafiosi nella vita istituzionale del Messico e l’impunità che copre l’azione dei politici corrotti. Le forti critiche al governo federale precedente, ritenuto responsabile delle 60 mila  persone morte violentemente nella lotta contro i cartelli, avevano influito sul trionfo del candidato del PRI alla presidenza, due anni fa. La nuova politica anti narcos è stata disegnata accanto a una strategia di comunicazione che silenziava i fatti relativi all’attività dei cartelli, mettendo in evidenza solo gli arresti dei capi. In effetti sono stati catturati soltanto 80 dei 125 capi del narcotraffico ricercati, senza che ciò abbia frenato le loro attività e la progressiva infiltrazione in tutte le sfere dell’amministrazione pubblica e della politica.

Guerrero è solo uno dei tanti Stati federali in cui le massime autorità sono corrotte a tal punto che sono i narcos a scegliere i componenti della polizia municipale.

La dirigenza politica lungo gli anni non ha saputo articolare un accordo per combattere efficacemente il fenomeno. I partiti, in permanente disputa per le quote del potere, hanno un’enorme responsabilità morale per non aver saputo attuare politiche di stato efficaci. Si sono invece piegati alla perversione della corruzione e alla banalizzazione del male, che colpisce le coscienze con le manifestazioni più terribili.

Il presidente Peña Nieto ha un’enorme sfida da affrontare, e i suoi sforzi, orientati a concretizzare riforme tramite la via dei consensi legislativi, devono ora essere diretti a salvare le istituzioni della Nazione, la cui governabilità è in serio pericolo.


Traduzione italiana di Domenico D’Amiano

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