Corruzione d’alto bordo a Luanda
Jose Filomeno dos Santos, figlio dell’ex presidente Eduardo dos Santos, è stato rinviato a giudizio e messo in prigione per un caso di appropriazione indebita di 1.500 milioni di dollari. L’ex direttore del fondo sovrano angolano, rampollo di una famiglia presidenziale, è stato trattenuto in custodia cautelare, come ha confermato il procuratore generale.
Soprannominato Zenu, Jose Filomeno dos Santos è perseguito per «frode, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e associazione criminale», naturalmente non solo ma con altre esimie personalità, tra cui l‘ex governatore della Banca centrale (Bna), Valter Filipe da Silva.
Secondo il ministero delle Finanze angolano, il figlio di Santos è sospettato di aver ideato e realizzato, mentre gestiva il fondo sovrano, un’enorme frode che gli avrebbe permesso di deviare, con i suoi complici, fino a 1,5 miliardi di dollari. Già nel marzo scorso, Jose Filomeno dos Santos era stato accusato di aver ordinato un trasferimento sospetto di cinquecento milioni di dollari dall’Angola a una banca svizzera con sede in Inghilterra.
Nello stesso tempo Jean-Claude Bastos de Morais, persona molto vicina al figlio di Santos, è stato egualmente sottoposto a custodia cautelare. Quest’uomo d’affari anglo-svizzero ha in effetti gestito parte del fondo sovrano angolano, cioè un fondo di investimento dell’entità di 5 miliardi di dollari guidato da Jose Filomeno dos Santos tra il 2013 e il 2018. Ora anche Bastos de Morais è coinvolto nelle accuse di gestione “allegra”, anzi “fraudolenta” del fondo.
«A causa della complessità e della gravità dei fatti e al fine di garantire l’efficacia dell’indagine, il pubblico ministero ha deciso di applicare agli imputati le tradizionali misure di detenzione preventiva», ha dichiarato il pubblico ministero, Alvaro Da Silva Joao, in una sua pubblica dichiarazione. L’arresto del figlio dell’ex presidente è stato valutato con soddisfazione dal principale partito di opposizione, l’Unita.
Jose Filomeno dos Santos era stato nominato capo del fondo sovrano nel 2013, proprio da suo padre, il presidente Jose Eduardo dos Santos, un fondo creato appena un anno prima e dotato di un capitale di 5 miliardi di dollari tratti dalla ricchezza petrolifera del Paese. È stato licenziato solo lo scorso gennaio, dal nuovo presidente dell’Angola, Joao Lourenço.
Ecco dunque un altro caso di gravissima corruzione da parte di ambienti politici altolocati in Africa. Importante, per estirpare la mala pianta che avvelena la gestione pubblica da Nord a sud del continente nero, è assicurare alle magistrature la necessaria indipendenza dai poteri politici, il che non è sempre il caso.