Correre nel nome della fraternità e del dialogo

La Settimana mondo unito, la manifestazione internazionale dei giovani dei Focolari comincia a Mumbai con un meeting sportivo che coinvolge oltre 500 giovani che sul lungomare della città con esperienze, murales, gare raccontanto la preziosita della conoscenza e dell'incontro tra culture
Settimana Mondo unito mumbai
La Settimana Mondo Unito a Mumbai si apre all'insegna dello sport e ha per protagonisti i 120 giovani che hanno partecipato al cantiere internazionale sul dialogo, organizzato dai giovani per un mondo unito. Ai presenti si sono aggiunti diverse centinaia di ragazzi perché, oggi, c’è in programma di far dono di un segno tangibile alla città che li ha ospitati L’idea è semplice: trasmettere l’esperienza vissuta e consentire di vivere momenti di dialogo, sperimentando che la fraternità è già una realtà. Nei giorni precedenti, si è sottolineato che il dialogo è, innanzitutto, azione. Ed è per questo che, oggi, saranno due le azioni che, durante la mattinata, vedranno coinvolti più di 500 giovani provenienti da diverse parti dell’India.

Sul lungomare di Mumbai va in scena “Unithlon, Sport for peace”: una maratona combinata ad alcuni giochi  realizzati con lo scopo di promuovere la cultura dell’unità. I giovani, riuniti in 8 squadre di 25 persone, dovranno camminare per alcuni chilometri e, in più, fare dei giochi di squadra. Li incontriamo a circa metà del cammino e i volti sono sorridenti nonostante il caldo. L’entusiasmo dei partecipanti è coinvolgente. E, infatti, capita frequentemente che qualcuno dei passanti li fermi per chiedere loro cosa sia questa iniziativa della Run4Unity. Stesse scene vissute durante il “Wall paining”: i giovani, muniti di pennelli e colori, decoreranno alcune mura della città.

Quando scende dagli autobus, questa folla di giovani festanti attira l’attenzione dei passanti. Uno di loro, ad esempio, si ferma per chiedere cosa stia succedendo. Sembra interessato, ma dice che, in quel momento, non può fermarsi perché deve andare a trovare il fratello all’ospedale. Con grande stupore, dopo un’oretta eccolo ritornare perché «anche se non sono giovanissimo, voglio dare il mio contributo per costruire un mondo unito». Dopo circa tre ore, le mura bianche diventeranno un inno alla fraternità: immagini coloratissime e piene di gioia, foto postate immediatamente sui social network che inondano la rete per testimoniare, a tutto il mondo, che si può dialogare attraverso l’arte. Ma non finisce qui.

Nel pomeriggio, ci si sposta in un’altra parte della città per partecipare ad un evento artistico dal titolo “Discovering fraternity”. Ai giovani che hanno partecipato alla mattinata, se ne aggiungono altri. Danze e canti fanno da sfondo ad esperienze concrete e significative. Anche se siamo in India, si respira un clima di mondialità. Sul palco, i rappresentanti dello Shanti Ashram (movimento induista) e del Rissho Kosei-Kai (movimento buddista) condividono il proprio desiderio di continuare a camminare insieme sulla strada del dialogo per costruire la pace e la fraternità nel mondo. Yuki, giapponese, conclude dicendo che «fino a quando nel mondo ci saranno discriminazioni, non ci sarà mai la pace. Noi vogliamo collaborare insieme per abbattere ogni forma di barriera per portare la fraternità».

Alla fine, un flash mob coinvolge tutta la sala! Dopo qualche minuto, grazie alla potenza dei social networks, la rete è già inondata da centinaia di immagini e video. Quello che si è vissuto in questi giorni è virale, ma non virtuale. Al ritorno, infatti, un autista musulmano chiede cosa sia successo «perché sembrate davvero tutti felici». Quando Linus gli racconta l’esperienza appena vissuta, lui conclude sorridendo: «si vedeva dai sorrisi che c’era stato qualcosa di speciale». 

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