Coronavirus: il mondo guarda l’Italia
Solo pochi giorni fa, probabilmente, gli italiani – o buona parte di loro – non avrebbe mai immaginato di arrivare a tanto: un’intera Regione, la Lombardia, totalmente “chiusa”. Vietato entrare ed uscire, se non per casi strettamente necessari e documentati, e chiusi o ad apertura limitata tutti gli esercizi pubblici e i luoghi di aggregazione; così come altre quattordici province tra Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche. Anche nel resto d’Italia sono previste misure analoghe, per quanto meno restrittive, per contenere il contagio andando a ridurre quanto più possibile i contatti.
In queste ore si è fatto tanto parlare anche del caos che è seguito alla comunicazione di queste misure: una bozza ancora non definitiva circolata sui media, il panico e il fuggi fuggi generale da zone come Milano, le autorità locali rimaste spiazzate perché non sapevano che indicazioni dare alle imprese, ai professionisti, e più in generale alla popolazione tutta, su come comportarsi – data la presenza di alcuni nodi interpretativi da sciogliere. Nella giornata di oggi si auspica appunto che tutti i punti ancora nebulosi vengano chiariti.
Nel momento in cui scriviamo, i numeri della Protezione Civile parlano di 6.378 persone positive, 622 guariti, e 366 deceduti (compresi però anche coloro per i quali, avendo altre patologie, non è stato possibile appurare o non è stata ancora appurata la causa effettiva del decesso). Si tratta comunque di un numero in costante aggiornamento.
Intanto anche dall’estero si guarda all’Italia. Negli Stati Uniti, dove i casi stanno aumentando rapidamente e si stanno valutando misure di contenimento, diversi giornali danno risalto a queste misure che hanno «chiuso dentro un quarto della popolazione» e «sacrificato sul breve termine un’economia già fragile, per salvarla dalla devastazione del virus sul lungo termine».
Pur lodando il coraggio nel prendere questi provvedimenti, però, il New York Times pubblica un articolo dall’eloquente titolo di «Nel giorno 1 della quarantena, scoppia il dibattito: gli italiani riescono a seguire le regole?». Il solito luogo comune, certo, ma non troppo distante dal vero, se stiamo ai numerosi casi riferiti di persone che non rispettano quanto previsto dal decreto.
I numeri del virus crescono intanto anche in Spagna, con 673 contagi e 17 morti. El Paìs dà spazio ad una lunga intervista al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui il premier afferma che «sarebbe stato criminale nascondere i dati del virus o minimizzarli», giustificando l’adozione di misure così drastiche – e stigmatizzando la fuga disordinata di notizie di sabato sera. Misure che, scrive il quotidiano, hanno lasciato l’Italia «in stato di shock».
In Francia è soprattutto la notizia del crollo del prezzo del petrolio a tenere banco; e, in quanto al coronavirus in sé e per sé, è più concentrata a dar conto della situazione in patria – dove già sono state prese misure come la chiusura delle scuole e il divieto di eventi e manifestazioni in alcune aree. L’Italia compare perlopiù negli articoli in cui si fa una panoramica della situazione mondiale; sottolineando in particolare – come nel caso di Le Monde – il “blocco” della Lombardia e le rivolte avvenute nei penitenziari in seguito al divieto delle visite.
Situazione simile in Germania: Der Spiegel apre la sua pagina con la caduta delle Borse, e solo in seconda pagina dà notizia in maniera abbastanza fattuale delle misure prese in Italia; lo stesso dicasi per la Süddeutsche Zeitung e per Die Presse.
Diversificate invece le reazioni in Gran Bretagna: se The Guardian sostanzialmente ignora la situazione italiana, almeno in prima pagina, The Times apre il suo sito con un articolo dal titolo «Caos vacanze con l’Italia che chiude le città», riferendo di «decine di migliaia di britannici che si sono visti gettare nel caos i loro programmi per le vacanze dopo che l’Italia ha messo in quarantena 16 milioni di persone in un tentativo disperato di arginare il coronavirus». Il Ministero degli Esteri sconsiglia i viaggi nel nostro Paese, mentre quello della Salute chiede a chi è di rientro dall’Italia di rimanere in autoisolamento per 14 giorni. Il che riporta la grande questione del turismo, forse il settore più colpito.